Uno chef in papillon
Da 19 anni Anton Mosimann gestisce nel prestigioso quartiere londinese di Belgravia il club ristorante Belfry. E si diletta a collezionare foto che lo ritraggono accanto a personaggi illustri e libri di cucina provenienti da tutto il mondo.
Il ristorante dove il fuoriclasse svizzero riceve i suoi ospiti della high society è situato in un’ex chiesa presbiteriana. Sull’insegna, una semplice scritta: Mosimann’s.
Anton Mosimann, classe 1947, frequenta ambienti non propriamente accessibili a tutti. Il suo club, situato in uno dei quartieri più chic di Londra, conta 2500 soci tra cui anche alcuni notabili svizzeri.
Il Belfry Club offre un ristorante, un bar e diverse “Private Rooms”, sponsorizzate da società come Davidoff o Veuve Clicquot e a disposizione dei suoi facoltosi clienti per un esclusivo tête-à-tête o un importante business dinner. Da Mosimann’s, discrezione e qualità sono due imperativi assoluti.
Tutti prima o poi passano da Mosimann’s
Il più celebre chef svizzero di stanza all’estero accoglie i suoi ospiti se possibile di persona, generalmente in tenuta da cuoco e sempre con l’immancabile papillon al collo. Neppure davanti ai fornelli rinuncia a indossare uno dei suoi 300 cravattini.
Nel suo ristorante, Mosimann è onnipresente e il suo marchio, una M di colore rosso, salta agli occhi ovunque: sulle scatole dei fiammiferi, sui camici dei cuochi, sulle porte di ingresso e così via.
Una galleria fotografica dello chef in compagnia di numerose personalità di spicco accompagna anche chi sale e chi scende le scale del suo club ristorante: M con Kofi Annan, (“una brava persona”), Adolf Ogi, Elton John, Jassir Arafat, Bill Clinton, la regina Rania di Giordania (“una donna straordinaria”), Bob Geldof, la regina d’Inghilterra, il principe Carlo, molte miss e chi più ne ha più ne metta.
Mosimann è fiero di aver conosciuto tutte queste celebrità e di aver cucinato personalmente per loro. Questo è il suo mondo e ha lavorato duro per guadagnarselo.
Una carriera cominciata dal basso
Mosimann è cresciuto a Nidau, un villaggio nelle vicinanze di Bienne nel Cantone di Berna, dove il padre gestiva un ristorante familiare. Gli piaceva accompagnarlo durante i suoi giri al mercato ed è lui che gli ha trasmesso la passione per questo mestiere.
Dopo l’apprendistato di cuoco presso l’Hotel Bären nel paesino di Twann, Mosimann ha lavorato in diversi alberghi di lusso svizzeri. Tra le 75 città in cui ha cucinato spiccano Roma, Montreal, Osaka, Bruxelles, Stoccolma. Nel suo curriculum figura anche un’esperienza a bordo di una nave da crociera e il WEF di Davos. Questo genio dell’arte culinaria viene spesso invitato a cucinare per serate di gala in Svizzera.
Anton Mosimann vive a Londra dal 1975 e aveva solo 28 anni quando è stato nominato Maître Chef de Cuisine al Dorchester Hotel. Per i servigi resi alla gastronomia britannica, la regina Elisabetta II lo ha insignito dell’Order of the British Empire, un’onorificenza riservata a una cerchia ristrettissima di stranieri.
Il fiasco del Säli-Schlössli
Il suo successo nasce da una combinazione di fortuna e grande dedizione, dichiara Mosimann: “Lavoro da 12 a 15 ore al giorno e mi sento appagato solo se i miei clienti sono soddisfatti.”
Oltre al Belfry il cuoco delle stelle gestisce anche un servizio di catering e un’accademia culinaria, ha pubblicato una dozzina di libri di cucina e collezionato qualcosa come 6000 ricettari. “Alcuni sono prime edizioni molto antiche che, in parte, custodisco in una cassetta di sicurezza.”
La formidabile carriera di Mosimann ha comunque conosciuto anche una battuta d’arresto: l’idea di aprire un club ristorante esclusivo in Svizzera non ha dato i frutti sperati e dopo soli tre anni di attività il Château Mosimann di Olten ha dovuto chiudere i battenti.
“Gli insuccessi fanno parte della vita. Se il Sole splendesse tutti i giorni, il mondo non sarebbe così interessante”, commenta Mosimann preferendo voltar pagina.
Il mercato come fonte d’ispirazione
Mosimann viaggia spesso e volentieri. E in qualunque angolo del mondo lo porti il suo vagabondare, non manca mai di fare una puntatina al mercato locale. “Osservo la qualità dei prodotti esposti e mi lascio ispirare.”
A Cuba, la sua ultima meta in ordine di tempo, ha voluto assistere alla produzione dei sigari. In Svezia, da gran patito di aringhe, ha voluto vedere i pesci.
A quasi 60 anni suonati, questo asso della cucina è ancora in splendida forma. Fa jogging quotidianamente, mangia e cucina cibi sani. Adora la cucina asiatica in generale e quella giapponese in particolare. “Ma mangio di tutto perché è così che sono stato educato.”
Un’uscita di scena pianificata
Al suo rientro a Londra dalle numerose capatine in Svizzera, il grande chef porta sempre con sé sanguinacci, salsicce di fegato e, di tanto in tanto, anche un po’ di trippa. E quando, una volta al mese, prepara l’anguilla con salsa cinese “è come fosse Natale”.
Per Mosimann è tuttavia giunta l’ora di tirare lentamente i remi in barca e di affidarne il timone ai suoi due figli. Entrambi diplomati alla scuola alberghiera di Losanna, al momento Mark e Philip si stanno facendo le ossa all’estero, ma dovrebbero rientrare a Londra nell’azienda paterna ancora quest’anno.
Dopodiché Anton Mosimann potrà ritirarsi sempre più spesso nel suo appartamento sul Lago Lemano.
swissinfo, Gaby Ochsenbein, Londra
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)
Indirizzo del Belfry: 11B West Halkin Street, Belgravia, Londra.
Il club è stato fondato nel 1946.
Conta 2500 soci.
La quota annua di socio ammonta a 500 sterline (1250 franchi).
Il Belfry sorge in un’ex chiesa presbiteriana.
Anton Mosimann è nato il 23 febbraio 1947 a Soletta.
È cresciuto a Nidau nei pressi di Bienne e ha svolto l’apprendistato di cuoco all’Hotel Bären di Twann.
Appena diplomato ha lavorato per svariati alberghi di prima categoria in Svizzera, Francia, Giappone, Svezia, Italia, Canada e Belgio.
Nel 1975 è approdato in Inghilterra diventando Maître Chef de Cuisine al Dorchester Hotel di Londra.
Dal 1988 gestisce lo squisito club ristorante Belfry nel quartiere londinese di Belgravia.
Il tentativo di aprire al Säli-Schlössli di Olten un esclusivo club ristorante sulla falsariga di quelli londinesi non è andato a buon fine. Nel 2003, a tre anni dalla sua inaugurazione, il Château Mosimann ha chiuso definitivamente i battenti.
Nel 2004 è stato insignito dell’Order of the British Empire dalla regina Elisabetta II.
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