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Verso un accordo bilaterale “elettrico”

L'accordo dovrebbe allontanare le nubi dal cielo sopra il mercato dell'energia europeo Keystone

La Svizzera e l'Unione europea negozieranno un nuovo accordo bilaterale nel settore dell'elettricità per garantire l'approvvigionamento ed aprire i mercati.

Con una migliore coordinazione internazionale si vuole evitare il ripetersi di black-out come quello che, nel settembre 2003, aveva colpito l’Italia.

I negoziati dovrebbero iniziare nel corso del prossimo anno. Lo hanno confermato giovedì a Berna il consigliere federale Moritz Leuenberger ed il commissario europeo per l’energia, Andris Piebalgs.

L’accordo dovrebbe regolare i transiti transfrontalieri di corrente, gli accessi ai rispettivi mercati ed il riconoscimento delle attestazioni d’origine per le fonti d’energia rinnovabili, precisa il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC).

La questione centrale del negoziato e del futuro accordo sarà la sicurezza dell’approvvigionamento. Sia la Svizzera che l’Ue hanno l’interesse a che il commercio internazionale d’elettricità sia ben organizzato, scrive il DATEC.

Nell’accordo sulla regolamentazione del commercio internazionale di energia figurerà anche la promozione delle energie rinnovabili.

Le due parti prevedono d’introdurre il riconoscimento reciproco di un attestazione di origine della corrente “verde”.

57 milioni di persone al buio

In un settore elettrico fortemente interconnesso a livello internazionale, la sicurezza dell’approvvigionamento non può essere garantita da nessun singolo Stato.

L’accordo dovrà quindi pure fissare le condizioni tecniche e commerciali atte a garantire il funzionamento delle reti.

Le falle del sistema e la sua interdipendenza a livello internazionale sono chiaramente emerse in occasione del black-out del 28 settembre 2003 in Italia, causato da una panne nata in Svizzera.

Nei pressi di Brunnen, nel canton Svitto, un albero era caduto su una linea ad alta tensione. A causa delle reazioni tardive dei gestori della rete nel deviare la corrente, l’Italia si era spenta.

Verso la liberalizzazione

Una decina di giorni fa, il consiglio nazionale, quale prima camera del parlamento svizzero ad occuparsi della questione, aveva optato per un’apertura in due tappe del mercato dell’elettricità.

Il pacchetto energetico recentemente adottato dalla camera del popolo prevede pure un obiettivo d’incremento annuale del 10% della produzione di corrente “verde” fino al 2030.

Da parte sua, il Consiglio degli Stati deve ancora esprimersi. Tuttavia i futuri negoziati saranno sin dall’inizio basati sulle nuove basi legali dibattute in parlamento.

I mandati negoziali dovrebbero essere precisati nei prossimi mesi. Le trattative dovranno inoltre tenere conto dell’apertura totale del mercato dell’Unione, prevista nel 2007.

swissinfo e agenzie

Il 21 settembre scorso il parlamento svizzero ha votato a favore di una liberalizzazione in due tempi del mercato dell’elettricità.
Entro il 2007 i grandi consumatori dovrebbero poter scegliere liberamente il loro fornitore di elettricità
Cinque anni più tardi (seconda tappa) il mercato dovrebbe essere liberalizzato per tutti.

Svizzera ed Unione europea hanno già concluso 16 accordi bilaterali.

Il primo gruppo di accordi risale al 1999 e verte su sette settori specifici: la libera circolazione delle persone, gli ostacoli tecnici al commercio, gli appalti pubblici, il trasporto aereo, i trasporti terrestri, l’agricoltura e la ricerca.

Questo primo pacchetto è entrato in vigore il 1. giugno 2002.

Il secondo pacchetto comprende altri 9 accordi: cooperazione nei settori della giustizia, della polizia, dell’asilo e della migrazione (Schengen/Dublino), fiscalità del risparmio, lotta contro la frode, prodotti agricoli trasformati, ambiente, statistica, media, pensioni, educazione, formazione professionale e gioventù.

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