Verso una grande riforma dell’IVA
Il governo vuole semplificare drasticamente l'IVA. Mentre oggi esistono tre diverse aliquote, in futuro ne dovrebbe esistere una sola, del 6%, o al massimo due.
La maggior parte dei 25 settori esonerati attualmente sarebbero tassati. Il governo ha messo in consultazione il suo progetto giovedì. Gli ambienti interessati potranno esprimersi fino al prossimo 31 luglio.
Il governo vuole così porre fine all’era delle tre aliquote: 7,6% per la gran parte dei settori, 3,6% per il settore alberghiero e 2,4% per i beni di consumo correnti. Il governo punta sull’introduzione di un tasso unico, che «semplificherebe al massimo l’applicazione dell’IVA».
Il primo modello in consultazione prevede un’aliquota unica del 6%. I settori esonerati sono limitati a cinque (servizi finanziari, assicurazioni, poteri pubblici, agricoltura, acquisto e locazione di un alloggio). I settori sociale, sanitario, la formazione, la ricerca, la cultura e lo sport verrebbero in futuro tassati.
0,1% da ridistribuire alle famiglie a basso reddito
Una riforma del genere significherà per ogni economia domestica un onere supplementare mensile di 6 franchi e 30 centesimi. La fattura sarà più salata per le famiglie con prole e per i pensionati a basso reddito. Il governo propone dunque di prelevare lo 0,1% di IVA supplementare per un periodo di otto anni. Il denaro così incassato verrebbe ridistribuito alle famiglie meno abbienti attraverso la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia.
In realtà, il tasso dovrebbe raggiungere provvisoriamente il 6,2%. Un altro decimo di punto supplementare è infatti necessario per compensare circa 1,7 miliardi di franchi che dovranno essere rimborsati a 30’000 nuove imprese assoggettate all’IVA, a titolo d’imposta precedente già versata.
Altri due modelli più leggeri
La seconda variante punta su un’aliquota unica del 6,4%. Le prestazioni del settore sanitario e di una parte di quello sociale continueranno a essere esonerate. Ritenendo le conseguenze finanziarie meno pesanti (3 franchi e 65 centesimi al mese e per famiglia), il governo rinuncia a procedere a una correzione sociale. Non prevede nemmeno 0,1 punto supplementare per lo sgravio dell’imposta precedente.
Il terzo modello mantiene due aliquote: 7,6% e 3,4%. Le circa 23’000 imprese attive nel settore sociale e sanitario non sfuggiranno alla mannaia. Saranno comunque tassate con l’aliquota ridotta.
Quest’ultima verrebbe applicata anche alle derrate alimentari, alle prestazioni alberghiere e degli esercenti, ai medicinali, come pure alla maggior parte delle prestazioni finora esonerate. Questo tasso ridotto sarebbe tuttavia temporaneamente aumentato al 3,7% per il rimborso dell’imposta precedente. Non è invece previsto alcun correttivo sociale.
Molte opposizioni all’aliquota unica
Il ministro delle finanze Hans Rudolf Merz non ha mai nascosto, da quando ha lanciato il progetto di revisione nell’agosto del 2005, di ritenere un tasso unico del 6% la migliore soluzione. «Sarebbe una benedizione per l’economia e ci farebbe avanzare anche a livello internazionale», ha dichiarato di recente in un’intervista.
Nel mondo politico la proposta di tasso unico ha già dovuto far fronte a molte critiche. Socialisti e democristiani respingono l’aumento dell’IVA sui generi alimentari per motivi di politica sociale. L’Unione democratica di centro (nazionalconservatori) ha definito il modello «un aborto». Solo il Partito liberale radicale è favorevole.
Nel settore borghese e nell’economia c’è però consenso sul fatto che la revisione della legge e la semplificazione delle procedure sono passi necessari. La riforma dovrebbe permettere alle circa 310’000 aziende sottomesse alla tassa di ridurre gli oneri amministrativi. E anche la certezza del diritto che sarebbe migliorata.
Il ministro delle finanze Merz ammette però che sarà difficile far passare politicamente il principio dell’aliquota unica. «Non mi faccio molte illusioni». Per questo ha fatto elaborare tre varianti. Tutte e tre non comportano né un aumento né una diminuzione del carico fiscale.
swissinfo e agenzie
Sui beni di uso quotidiano come gli alimenti, le bevande non alcoliche, le medicine, le granaglie, il bestiame, i fiori, i mangimi e i fertilizzanti, i giornali, i libri, la radio e la televisione è riscossa una tassa sul valore aggiunto del 2,4%.
L’albergheria approfitta nell’ambito dei pernottamenti e delle colazioni di un tasso ridotto del 3,6%.
Il tasso normale ammonta al 7,6%.
Le banche, le assicurazioni, gli ospedali e la produzione agricola sono esonerati dall’IVA. Il catalogo delle esenzioni riguarda 25 beni o settori.
Nel 2006 grazie all’IVA sono confluiti nelle casse della Confederazione 19 miliardi di franchi.
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