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Vicenda UBS: si negozierà ancora

Keystone

Venerdì, al termine della seconda conferenza telefonica, le parti hanno comunicato che i negoziati tra Svizzera e Stati Uniti in merito ai problemi della banca con il fisco americano proseguiranno. Il processo è stato nuovamente rinviato.

Il giudice Alan Gold ha infatti deciso di posticipare l’inizio dei dibattimenti al 17 agosto. Nel contempo, l’amministrazione fiscale di Washington e l’istituto di credito elvetico hanno fissato un nuovo appuntamento telefonico, per il 12 agosto.

Stuart Gibson, rappresentante legale del Dipartimento della giustizia americano ha affermato che alcune questioni devono ancora essere chiarite, e che saranno pertanto necessari ulteriori negoziati.

Il 31 luglio, UBS e il fisco statunitense aveva concluso – sotto l’egida dei rispettivi paesi – un accordo extragiudiziale nella vertenza che li vede opposti da parecchi mesi.

Intesa di fondo

La Svizzera è rappresentata dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dal Dipartimento federale delle finanze (DFF).

In una nota diffusa il 31 luglio, il DFGP e il DFAE avevano parlato di «un’intesa di fondo per una soluzione extragiudiziale del procedimento civile avviato contro UBS negli Stati Uniti», aggiungendo di non poter fornire informazioni più dettagliate.

Multa evitata?

Secondo le anticipazioni pubblicate due giorni dopo dalla SonntagsZeitung, l’accordo di massima prevedrebbe la trasmissione dei dati relativi a 5’000 clienti e l’impegno della Confederazione ad accelerare la procedura.

Se l’intesa venisse confermata in questi termini, la banca eviterebbe così la multa da uno a dieci miliardi di franchi che era stata evocata durante le trattative.

L’istituto, sempre secondo le indiscrezioni, avrebbe inoltre garantito la propria piena collaborazione alle autorità di Washington e assicurato la massima correttezza per il futuro. Le informazioni, stando al domenicale, proverrebbero da numerose fonti vicine ai negoziatori.

Dal canto suo, il Dipartimento federale degli affari esteri ha confermato quanto anticipato dal Segretario di Stato Michael Ambühl alla NZZ am Sonntag: gli Stati Uniti presenteranno una nuova richiesta d’assistenza giudiziaria basata sugli accordi in vigore tra i due paesi.

L’ombra del processo

L’accordo trovato venerdì ha aveva permesso di evitare l’apertura di un procedimento penale. Le udienze avrebbero dovuto iniziare il 13 luglio scorso ma, su richiesta della banca, del governo svizzero e dal fisco americano (l’Internal Revenue Service – IRS), il giudice Gold aveva accettato di posticiparle al 3 agosto.

Il processo verrebbe aperto soltanto se gli Stati Uniti – attraverso il Dipartimento federale della giustizia – e la Confederazione non dovessero ratificare l’accordo extragiudiziale.

swissinfo.ch e agenzie

Venerdì 31 luglio, l’UBS e le autorità fiscali statunitensi hanno concluso un accordo extragiudiziale per porre fine alla vertenza che le aveva viste opposte per diversi mesi.

Il fisco americano chiedeva alla banca di rivelare i nomi di 52’000 clienti americani titolari di conti per un ammontare di circa 15 miliardi di dollari.

La banca aveva ricevuto l’appoggio del governo elvetico, che a più riprese aveva sottolineato l’impossibilità di fornire simili dati, poiché ciò sarebbe equivalso a violare le disposizioni relative al segreto bancario.

Numero di collaboratori: 27’262.

È presente in 414 siti.

Gestisce un massa monetaria di 600 miliardi di franchi.

L’attività negli Stati Uniti corrisponde a circa un terzo del peso complessivo della banca nel mondo.

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