I tagli al budget svizzeri fragilizzano una Ginevra internazionale già sotto pressione
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La Svizzera ha deciso di tagliare il suo finanziamento a diverse organizzazioni internazionali attive a Ginevra, tra cui UNAIDS e UNESCO. Una decisione che sopraggiunge mentre gli Stati Uniti hanno sospeso il loro aiuto estero. Nella capitale della pace regna un clima di incertezza.
“È un colpo duro e il momento è stato scelto particolarmente male, nel pieno della sospensione degli aiuti americani”, deplora Christine Stegling, vicedirettrice esecutiva della sezione politiche, sensibilizzazione e competenze di UNAIDS.
A fine gennaio, il programma delle Nazioni Unite sull’HIV, con sede a Ginevra, è venuto a sapere che la Svizzera smetterà di versare da quest’anno i suoi contributi all’organizzazione, ovvero 3 milioni di franchi.
“Compensare questa perdita sarà difficile, poiché l’insieme del settore dell’aiuto allo sviluppo sta attraversando uno shock sistemico”, sottolinea. Le autorità federali sopprimeranno anche il contributo all’UNESCO e al Partenariato mondiale per l’educazione.
Sono previste altre riduzioni importanti, ad esempio all’UNICEF (-25% dei contributi svizzeri), al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP, -20%) e all’Ente delle ONU per l’uguaglianza di genere (-20%). Entro il 2028, la Confederazione metterà fine ai suoi programmi di sviluppo in Albania, Bangladesh e Zambia.
Queste misure fanno seguito alla decisione del Parlamento, lo scorso dicembre, di tagliare 110 milioni di franchi al budget 2025 e 321 milioni nel piano finanziario 2026-2028 alle voci di spesa dedicate allo sviluppo e alla cooperazione.
Sono tagli che si iscrivono nel vasto piano di risparmio annunciato in autunno dal Consiglio federale per destinare più risorse all’esercito. Fondi supplementari saranno però stanziati per la ricostruzione dell’Ucraina (1,5 miliardi di franchi) e per i finanziamenti internazionali per il clima (1,6 miliardi).
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Un convergere di crisi
A Ginevra, questi annunci alimentano un clima di incertezza, esacerbato dalla sospensione dell’aiuto estero statunitense da parte del presidente americano Donald Trump per tre mesi, in attesa di una rivalutazione. Un annuncio che arriva oltretutto mentre le Nazioni Unite sono già confrontate con una crisi di liquidità senza precedenti.
Come molte altre organizzazioni con sede a Ginevra, UNAIDS dipende in gran misura dai contributi statunitensi. Si tratta del 40% del budget del Programma ONU sull’HIV.
“Dobbiamo prepararci fin da subito a misure di risparmio drastiche e adattare le nostre attività a un finanziamento potenzialmente ridotto”, spiega Stegling.
“In tutti i Paesi in cui siamo presenti, molti ambulatori per l’HIV, privati di risorse, sono costretti a chiudere nell’attesa di una decisione statunitense. Sono le persone più vulnerabili a pagare il prezzo più elevato”.
Verso un aumento delle infezioni da HIV?
Se da un lato Stegling si rallegra perlomeno della deroga americana per i trattamenti vitali, che includono il depistaggio, dall’altro si preoccupa per l’interruzione degli sforzi di prevenzione, ad esempio della distribuzione di preservativi e dei trattamenti PrEP.
“Questo congelamento del finanziamento statunitense provocherà inevitabilmente un aumento dei contagi da HIV”, dice.
Da parte elvetica, le autorità federali giustificano la soppressione dei finanziamenti a UNAIDS spiegando di voler concentrare gli sforzi per la lotta all’HIV tramite l’OMS e il Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria, anch’essi con sede a Ginevra.
Un’argomentazione che Stegling stenta a comprendere: “Siamo i soli a lavorare direttamente a livello dei Paesi, coinvolgendo le comunità toccate. Il Fondo mondiale e Pepfar (il programma americano per la lotta all’HIV, ndr) dipendono dai dati che noi raccogliamo sul terreno”.
E aggiunge: “Sappiamo come debellare l’HIV entro il 2030. Disimpegnarsi ora sarebbe irresponsabile, si rischia di perdere 30 anni di progressi. Questa malattia danneggia la sicurezza sanitaria globale e nazionale; non possiamo mettere in pausa una pandemia”.
Anche educazione e cultura nel mirino
L’educazione e la cultura sono anch’esse toccate da queste nuove misure di risparmio. Dal 2025, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) svizzera smetterà di versare contributi al Partenariato mondiale per l’educazione e all’UNESCO. L’UNICEF- il fondo dell’ONU per l’infanzia – vedrà i finanziamenti elvetici ridursi di un quarto.
La DSC ha annunciato di voler “abbandonare progressivamente le attività nel settore dell’educazione di base” per privilegiare la formazione professionale e l’educazione in un contesto di emergenza. L’UNICEF non ha dato seguito alla nostra richiesta di commento.
Da parte dell’UNESCO, quest’annuncio è arrivato solo pochi giorni prima che Trump firmasse un decreto per ritirare gli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani e per “passare in revisione l’impegno americano nell’UNESCO”.
Durante il suo primo mandato, aveva già sbattuto la porta dell’agenzia dell’ONU per l’educazione la scienza e la cultura. Il rischio di una nuova partenza statunitense, che potrebbe provocare ulteriori disimpegni, preoccupa l’organizzazione?
Matthieu Guével, direttore della comunicazione dell’UNESCO, si mostra piuttosto rassicurante: “L’impegno finanziario dei nostri partner multilaterali e privati continua ad aumentare – con un raddoppio dei contributi da 8 anni a questa parte”.
Per ciò che riguarda i tagli elvetici, sottolinea che solo i contributi definiti “volontari” sono colpiti, ovvero solo una parte dei fondi versati dalla Svizzera. “Queste riduzioni avranno un impatto su alcune nostre operazioni, ad esempio quelle dell’Ufficio internazionale dell’educazione, con sede a Ginevra, e continueremo a mobilitare altri attori per minimizzare l’impatto”, sottolinea Guével.
A Ginevra, il conto alla rovescia è iniziato. A fine 2024, esperte ed esperti avevano già messo in guardia sul rischio che la capitale della pace possa perdere la propria influenza sulla scena internazionale. Le autorità locali non hanno tardato a reagire. Mercoledì 12 febbraio il Consiglio di Stato di Ginevra ha annunciato un sostegno urgente di 10 milioni di franchiCollegamento esterno per le organizzazioni non governative. La Ginevra internazionale, intanto, dovrà trattenere il respiro in attesa di una decisione americana, attesa entro fine aprile.
A cura di Pauline Turuban
Traduzione: Zeno Zoccatelli
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