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La condanna di Ousman Sonko in Svizzera manda un segnale forte 

Vittime e parenti con in mano cartelli di protesta contro Ousman Sonko.
Vittime e parenti manifestano davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona, in Svizzera, prima dell'inizio del processo contro Ousman Sonko, ex ministro dell'Interno del Gambia, lunedì 8 gennaio 2024. KEYSTONE/© Ti-Press

Un ex ministro del Gambia è stato condannato mercoledì in Svizzera in base alla giurisdizione universale per crimini contro l'umanità. Un segnale forte per chi commette atrocità in tutto il mondo. 

Vent’anni di carcere per crimini contro l’umanità. La sentenza emessa mercoledì dal Tribunale penale federale di Bellinzona (Canton Ticino) contro l’ex ministro dell’Interno del Gambia, Ousman Sonko, era molto attesa in Svizzera. E anche a più di 4’000 chilometri di distanza, in Gambia. 

Ex braccio destro del dittatore Yahya Jammeh, Ousman Sonko è stato riconosciuto colpevole di omicidio, rapimento e tortura commessi tra il 2000 e il 2016. Il suo processo si è svolto in Svizzera in base alla giurisdizione universale, che dal 2011 consente ai tribunali elvetici di occuparsi dei crimini più gravi anche se perpetrati all’estero, purché la persona colpevole si trovi in Svizzera. 

La sentenza è storica, poiché è la prima volta che un ministro di uno Stato viene processato secondo questo principio giuridico in Europa. L’ex ministro, la cui difesa chiedeva l’assoluzione, può ancora ricorrere in appello contro questa decisione. Ciò ritarderebbe il verdetto finale di almeno due anni. 

Ousman Sonko è fuggito dal Gambia nel 2016. Riconosciuto dai suoi connazionali in un centro per richiedenti asilo nel Cantone di Berna, è stato segnalato alle autorità dall’ONG TRIAL, con sede a Ginevra, specializzata nel rintracciare criminali internazionali. Dal suo arresto nel 2017 ha già trascorso sette anni dietro le sbarre in Svizzera.  

>> Leggete il nostro articolo per saperne di più sul lavoro delle ONG ginevrine TRIAL e Civitas Maxima: 

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Un segnale forte 

“Questo è un segnale estremamente forte”, afferma Philip Grant, direttore di TRIAL. “I ministri coinvolti in abusi in Sudan, Myanmar, Gaza o Ucraina saranno consapevoli che i tribunali di Paesi terzi potrebbero un giorno arrestarli e condannarli per le atrocità commesse”. 

Soprattutto, questa sentenza è un sollievo per le vittime e le loro famiglie, alcune delle quali si sono recate in Svizzera mercoledì. È il caso di Fatoumatta Sandeng, una delle parti civili, il cui padre è stato assassinato dal regime gambiano nel 2016. “Sono molto felice, anche la mia famiglia e il Gambia lo sono. Il tribunale ha chiaramente evidenziato il ruolo svolto da Ousman Sonko come Ministro degli interni il giorno in cui mio padre è stato arrestato e torturato”, ha dichiaratoCollegamento esterno la donna a RTS. 

“È anche un messaggio molto forte per il Gambia. Ora deve fare ciò che è necessario per garantire che sia fatta giustizia in loco”, aggiunge Philip Grant. “La giurisdizione universale è sussidiaria, non sostituisce la giustizia locale”. 

>> Il nostro podcast Inside Geneva (in inglese) sulla giustizia e i criminali di guerra. 

Sempre più casi 

Nel giugno 2023, il Tribunale penale federale ha condannato Alieu Kosiah a 20 anni di reclusione per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. L’ex leader dei ribelli liberiani è stato il primo criminale di guerra a essere processato in Svizzera secondo la giurisdizione universale. 

Questo principio mira a combattere l’impunità per i crimini più gravi. Oggi fa parte del sistema giuridico della maggior parte degli Stati del mondo. 

Ma mentre viene utilizzato sempre più spesso, con 36 nuove indagini aperte e 16 condanne pronunciate lo scorso anno, solo 13 Paesi hanno attualmente casi in corso, secondo il Rapporto di TRIAL sulla giurisdizione universale 2024Collegamento esterno, redatto in collaborazione con altre ONG. 

Oltre alla Svizzera, anche la Francia, la Germania, la Svezia, i Paesi Bassi e il Belgio sono attivi in questo campo. 

Una magistratura più coinvolta 

Pur avendo criticato in passato l’inazione del sistema giudiziario svizzero in materia di giurisdizione universale, Philip Grant ritiene che il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) abbia mostrato una maggiore disponibilità a occuparsi di crimini internazionali dopo la nomina, nel 2022, del nuovo Procuratore generale Stefan Blättler. 

“La difficoltà della giurisdizione universale è la distanza geografica dalle prove, che devono essere raccolte all’estero. Ma spesso è anche l’entità delle accuse contro le persone sospettate. Ciò comporta indagini estremamente lunghe e costose”, spiega Maria Ludwiczak Glassey, professoressa associata presso il Dipartimento di diritto penale dell’Università di Ginevra. 

Questi tempi lunghi pongono problemi quando gli autori e le autrici dei presunti crimini hanno già una certa età. 

L’ex ministro della difesa algerino Khaled Nezzar, perseguito dalla giustizia svizzera per crimini contro l’umanità, è morto nel 2023 all’età di 86 anni prima che il procedimento a suo carico, in corso dal 2011, si concludesse. All’età di 85 anni, anche Rifaat al-Assad, zio del presidente siriano Bashar al-Assad, potrebbe non sopravvivere al suo futuro processo in Svizzera. 

>> Il nostro articolo sugli sforzi della Svizzera in materia di giurisdizione universale: 

Altri sviluppi

La Svizzera è ben posizionata 

La Svizzera, un importante centro di turismo internazionale grazie alle sue banche, ai suoi negozi e alle sue strutture sanitarie, è particolarmente adatta a catturare potenziali criminali di guerra. Ma il Ministero pubblico della Confederazione dispone di risorse finanziarie e umane limitate per indagare su questi crimini. 

“Ci auguriamo che la volontà del Ministero pubblico della Confederazione di occuparsi di questi casi continui e che le autorità forniscano le risorse necessarie. Oggi la Svizzera ha dato un segnale che questo è possibile. Dobbiamo continuare in questa direzione”, conclude Philip Grant. 

Testo corretto da Virginie Mangin 

Traduzione dal francese di Sara Ibrahim. Revisione di Daniele Mariani 

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