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La Svizzera ospiterà la conferenza del Medio Oriente sul diritto internazionale umanitario

mani di una donna
Un giorno la parola pace risuonerà in Palestina? Copyright 2024 The Associated Press. All Rights Reserved.

La Svizzera sta organizzando una conferenza sul conflitto in Medio Oriente per gli Stati che hanno aderito alle Convenzioni di Ginevra. Questo incontro, previsto per marzo, potrebbe avere un impatto politico significativo, in particolare su un embargo sulle armi contro Israele.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha incaricato il Governo svizzero di organizzare una conferenza incentrata sulla protezione delle popolazioni civili, l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e i doveri degli Stati terzi. Ecco i punti chiave della conferenza.

Perché l’Assemblea Generale ha chiesto alla Svizzera di organizzare una conferenza sulla Quarta Convenzione di Ginevra?

La Svizzera è lo Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, il che significa che conserva i documenti originali del trattato, rimane al servizio dei Paesi firmatari e deve mantenere una posizione neutrale nei conflitti.

Le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e i loro protocolli aggiuntivi stabiliscono gli standard per la protezione delle persone in tempo di guerra. Insieme, costituiscono la base di tutto il diritto internazionale umanitario e offrono protezione alle persone non combattenti: civili, operatori e operatrici sanitarie, persone ferite, malate e prigionieri di guerra. Tutti i 196 Stati firmatari hanno ratificato le Convenzioni di Ginevra, confermando il loro impegno a rispettare il diritto internazionale umanitario. Il diritto internazionale umanitario si applica ai territori palestinesi, poiché sono soggetti a occupazione militare.

bandierine su un tavolo
La conferenza dovrebbe riunirsi a Ginevra il mese di marzo. Keystone Pool / Urs Flueeler

Lo scorso luglio, in risposta a una richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha emesso un parere consultivo secondo cui la presenza israeliana nei territori palestinesi occupati, tra cui Gerusalemme Est, dal 1967, è illegale e dovrebbe cessare il prima possibile.

Per dare seguito a questo parere della CIG, l’Assemblea Generale dell’ONU ha deciso a settembre di convocare una conferenza internazionale sulla Quarta Convenzione di Ginevra, il principale trattato che offre protezione alle popolazioni civili. Gli Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra sono tenuti a garantire il rispetto delle convenzioni. La Svizzera è stata invitata a organizzare una conferenza entro sei mesi.

La Palestina, che gode dello status di Stato osservatore permanente presso le Nazioni Unite, ha proposto la risoluzione in merito. All’inizio di novembre, Ryad Mansour, ambasciatore palestinese presso l’ONU a New York, ha dichiarato ai media a Ginevra che aveva sperato che la Svizzera convocasse una conferenza di propria iniziativa sulla base della conclusione della CIG. Tuttavia, la Svizzera si è mostrata titubante. Durante la votazione della risoluzione, la delegazione svizzera si è astenuta.

Perché la Svizzera si è astenuta dal voto?

La Svizzera ha contribuito al parere giuridico della CIG e lo ha sostenuto, come ha affermato la delegazione svizzera in una dichiarazione Collegamento esternodopo il voto dell’ONU. “L’illegalità dell’occupazione israeliana del territorio palestinese, in corso dal 1967, è ormai innegabile. Deve cessare e deve essere ripristinato un orizzonte politico”, si legge nella presa di posizione.

La Svizzera ha giustificato la sua astensione sostenendo che alcuni punti della risoluzione andavano oltre il parere consultivo della CIG. La scadenza di 12 mesi per il ritiro di Israele era troppo breve e non si basava sulla conclusione della CIG, ha affermato l’ambasciatrice svizzeri presso l’ONU, Pascale Baeriswyl, nella sua dichiarazione.

Questa astensione non ha alcun effetto sull’impegno della Svizzera a sostenere il diritto internazionale umanitario nei territori occupati, ha aggiunto la diplomatica. La Svizzera, in qualità di Stato depositario di queste Convenzioni, adempirà al mandato conferitole dalla risoluzione, ha affermato. La conferenza si terrà a marzo 2025 a Ginevra, a livello di ambasciatori dell’ONU.

Altri sviluppi

Cosa dice la Quarta Convenzione di Ginevra?

La Quarta Convenzione di Ginevra tutela i civili che si trovano sotto il controllo di forze nemiche nel proprio territorio o in un territorio occupato. Ad esempio, vieta alla potenza occupante di insediare parti della propria popolazione in un territorio occupato o di deportare persone protette dall’area (art. 49).

La Convenzione impone inoltre all’occupante di provvedere al nutrimento e ai beni di prima necessità per la popolazione civile. Se non è in grado di farlo, la potenza occupante deve consentire alle organizzazioni umanitarie neutrali di aiutare.

Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi sono illegali. Israele riconosce di occupare questi territori, inclusa Gerusalemme Est?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il parere della CIG. “Il popolo ebraico non è occupante nella propria terra, né nella nostra capitale eterna Gerusalemme, né in Giudea e Samaria [la Cisgiordania], la nostra patria storica”, ha affermato in un tweet. Un’interpretazione che non convince molti esperti di diritto internazionale. “È un espediente politico: se i territori sono occupati, gli insediamenti sono illegali”, afferma a swissinfo.ch Marco Sassoli, professore onorario di diritto internazionale all’Università di Ginevra.

La Corte Suprema di Israele applica la legge di occupazione ai territori controllati dal 1967. Tuttavia, i Governi israeliani che si sono succeduti hanno sempre sostenuto che la Cisgiordania e Gaza non sono da considerare “territori occupati” e che la Quarta Convenzione di Ginevra non si applica.

Israele occupa la parte orientale di Gerusalemme dal 1967. L’ha annessa nel 1980. Questo non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha dichiarato l’annessione del 1980 nulla e non valida.

È la prima volta che si tiene una conferenza degli Stati firmatari della Quarta Convenzione di Ginevra?

No, ci sono già state tre conferenze su questo argomento, nel 1999, nel 2001 e nel 2014. Nei primi due incontri, gli Stati hanno affermato che la Quarta Convenzione di Ginevra si applicava ai territori occupati, compresa Gerusalemme Est. La conferenza del 2014 è stata convocata dopo una guerra di 50 giorni nella Striscia di Gaza. Ha emesso una dichiarazione di consenso sul fatto che gli attori non statali dovevano conformarsi al diritto internazionale umanitario, che la costruzione del muro da parte di Israele nei territori occupati era illegale e che la popolazione civile doveva essere protetta.

gruppo di uomini
La delegazione svizzera alla conferenza diplomatica sulla revisione delle Convenzioni di Ginevra, il 12 agosto 1949. Archives Cicr (Dr)

Questa nuova conferenza potrebbe affrontare ulteriori argomenti. “Data questa opinione consultiva della CIG, non c’è più bisogno che la conferenza discuta degli insediamenti israeliani nei territori occupati o della segregazione della popolazione palestinese nei territori”, spiega Sassoli.

Cosa ci si può aspettare dalla conferenza?

La conferenza potrebbe concludersi con una dichiarazione congiunta degli Stati partecipanti. Non può prendere decisioni vincolanti, ma può rafforzare le regole del diritto internazionale umanitario e le responsabilità degli Stati che hanno aderito al trattato esistente.

Le precedenti conferenze sulla Quarta Convenzione di Ginevra hanno visto dibattiti sul contenuto della convenzione. Secondo Sassoli, data la dichiarazione della CIG, si pone ora la questione se gli Stati firmatari vorranno sanzionare Israele per il suo mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra. La questione centrale è capire cosa sono tenuti a fare gli Stati terzi per garantire il rispetto della Convenzione. Di conseguenza, Sassoli non ritiene così importante che Israele partecipi effettivamente alla conferenza.

gruppo di persone sedute
Nawaf Salam, presidente della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell’Aia, presiede un’udienza a febbraio sulle conseguenze legali dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. EPA/Robin van Lonkhuijsen

In seguito al parere della CIG, l’Assemblea Generale dell’ONU ha esortato gli Stati membri a non riconoscere la presenza di Israele nei territori occupati come legale. Ciò significa che non si devono accettare importazioni di merci provenienti dagli insediamenti israeliani nei territori. La risoluzione chiede inoltre di interrompere le forniture di armi a Israele nei casi in cui vi siano fondati motivi per sospettare che il materiale bellico sarà utilizzato nei territori palestinesi.

La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, nota anche come Corte Mondiale, ha emesso un parere consultivo il 19 luglio 2024 sulle conseguenze legali della politica israeliana nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est. L’Assemblea Generale dell’ONU aveva votato nel dicembre 2022 per richiedere un parere consultivo alla Corte. Un parere consultivo è definito come un’opinione legale non vincolante fornita all’ONU dalla CIG, in conformità con l’articolo 96 della Carta delle Nazioni Unite.

La Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato che la presenza di Israele nei territori occupati è contraria al diritto internazionale. La Corte ha esortato Israele a cessare la costruzione di insediamenti nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est e a porre fine all’occupazione illegale di questi territori e della Striscia di Gaza il prima possibile. La Corte ha stabilito che il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza nel 2005 non ha segnato la fine dell’occupazione, poiché Israele mantiene un controllo effettivo sul territorio. Tutto ciò è in linea con quanto era già stato stabilito dall’ONU e dalla Croce Rossa Internazionale.

Il parere consultivo della CIG non è giuridicamente vincolante, ma ha un certo peso politico e un’autorità morale. Dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, Israele ha costruito circa 270 insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme Est, dove vivono 750’000 persone. La corte ritiene che questi insediamenti siano illegali. Israele ha sempre negato che gli insediamenti violino il diritto internazionale umanitario. La CIG ha invitato Israele a evacuare i coloni dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est e a risarcire la popolazione palestinese per i danni causati dall’occupazione. La Corte ha inoltre stabilito che la politica israeliana ha portato di fatto all’annessione di gran parte dei territori occupati, violando il diritto internazionale. Secondo la Corte, Israele non ha alcuna sovranità su nessuna parte dei territori occupati.

Israele rivendica dal canto suo la sovranità su Gerusalemme nella sua interezza, avendo occupato la parte orientale della città dal 1967. Considera Gerusalemme come la sua capitale indivisibile, una posizione che la maggior parte della comunità internazionale respinge.

La CIG ha anche rilevato che le restrizioni imposte da Israele nei confronti della popolazione palestinese nei territori occupati costituiscono una discriminazione sistematica, sia sulla base della religione che dell’origine etnica. Di conseguenza, Israele sta sfruttando illegalmente le risorse naturali dei palestinesi e nega loro il diritto all’autodeterminazione. La Corte ha infine esortato gli altri Stati a evitare qualsiasi azione che possa contribuire a perpetuare la situazione attuale.

Articolo a cura di Imogen Foulkes.

Traduzione con l’aiuto di Deepl/mar

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