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L’assistenza umanitaria in Ucraina nel 2024 è in pericolo, tra donatori stanchi ed elezioni problematiche

Distribuzione aiuti
I bisogni umanitari sono maggiori nelle regioni vicine ai combattimenti, nell'est e nel sud dell'Ucraina. Molte delle persone rimaste sono anziane e hanno esaurito i loro risparmi. (Foto: Regione di Zaporijia) KEYSTONE

A due anni dall'invasione russa dell'Ucraina, la situazione umanitaria nel Paese rimane critica. Per la prima volta l'ONU teme di non avere i fondi necessari per aiutare la popolazione colpita dalla guerra.

“È piuttosto scioccante vedere quanto l’Ucraina non faccia più notizia sui giornali”, osserva con rammarico, da Kiev, Sarah Hilding, a capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Ucraina. Non nasconde la sua preoccupazione: “Finanziare gli aiuti è uno dei nostri problemi principali”.

Mentre fino all’anno scorso le donazioni per la crisi umanitaria in Ucraina erano tra le più generose al mondo, arrivando a coprire il 69% del fabbisogno, oggi le Nazioni Unite temono che i fondi si esauriscano, specialmente perché la situazione catastrofica a Gaza ha ampiamente eclissato quella ucraina.

A 24 mesi dall’inizio dell’invasione russa, tuttavia, le esigenze umanitarie in Ucraina restano gigantesche. Secondo l’ONU, circa il 40% della popolazione del Paese – 14,6 milioni di persone – avrà bisogno di assistenza quest’anno.

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Kai Reusser / swissinfo.ch

“La guerra non dà tregua. Ogni giorno dei civili vengono colpiti, delle persone uccise, degli ospedali distrutti o danneggiati, così come scuole e altre infrastrutture”, rammenta Hilding. Per sottolineare il punto racconta di aver trascorso la mattinata in un rifugio, a causa di un allarme aereo.

La linea del fronte non si è spostata di molto l’anno scorso, ma l’intero territorio ucraino è ancora regolarmente bersagliato da missili e droni – attacchi che si sono intensificati da dicembre 2023.

Dopo due anni di guerra, la crisi umanitaria peggiora

Le esigenze umanitarie sono particolarmente elevate nelle regioni vicine ai combattimenti, nella parte orientale e meridionale del Paese. In queste zone – incluse quelle sotto il controllo russo, a cui le agenzie ONU non hanno accesso – più di 3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza. Nei territori del centro e dell’Ovest del Paese si trovano invece circa 4 milioni di persone sfollate, anch’esse particolarmente vulnerabili, secondo le Nazioni Unite.

“Le comunità che vivono in prossimità del fronte sono esauste. Hanno esaurito le risorse”, sottolinea Sarah Hilding. Le persone che non hanno lasciato queste regioni spesso sono anziane, e dopo due anni di guerra non hanno più risparmi: dipendono dall’assistenza umanitaria, in particolare per bere, mangiare e curarsi. E man mano che passa il tempo sempre più persone si trovano in questa situazione. “La guerra si è prolungata, e per questo i bisogni di chi è rimasto sul territorio sono peggiorati”, spiega la responsabile ONU.

Si aggiungono poi le persone che, dopo essere fuggite all’inizio dell’invasione, tornano a casa solo per scoprire che la loro abitazione è distrutta, o che ci sono ancora mine nei terreni agricoli.

Nel 2024 il piano ONU di aiuti umanitari per l’Ucraina ammonta a 3,1 miliardi di dollari, per coprire i bisogni di 8,5 milioni di persone. Una somma inferiore ai 3,9 miliardi dell’anno scorso, che riflette la volontà di concentrarsi sugli aiuti alle persone più vulnerabili. Dietro a questo sacrificio ci sono le preoccupazioni riguardo la generosità dei Paesi donatori.

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Si prevedono fondi insufficienti

Anche il Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC), una ONG presente in Ucraina che riceve parte dei suoi fondi dalle Nazioni Unite, si aspetta un deficit di finanziamenti nel 2024.

“La situazione può diventare catastrofica molto in fretta se gli aiuti finanziari diminuiscono all’improvviso”, avverte Athena Rayburn, responsabile per la promozione del sostegno all’Ucraina presso l’organizzazione. Per questo, Rayburn ritiene importante garantire che la risposta delle agenzie umanitarie sia il più possibile orientata al lungo termine. Una delle priorità di quest’anno per il NRC è collaborare con il Governo e la società civile ucraina per identificare i servizi di cui potrebbero farsi carico, qualora le organizzazioni umanitarie rimanessero senza fondi.

Resta il fatto che in caso di sottofinanziamento ci saranno da fare scelte difficili.  Alcune persone saranno private di aiuti essenziali. “Per qualcuno come me e i miei colleghi e colleghe, è straziante”, confida Sarah Hilding. “Vediamo con i nostri occhi persone che hanno bisogno di aiuto. Dobbiamo riuscire a raccontare la loro storia in modo convincente, in modo che i donatori capiscano che se diciamo di aver bisogno di soldi è perché è davvero così”.

I sistemi di servizio paralleli vanno evitati

Dopo due anni, il conflitto ormai sembra essere in stallo. In un Paese come l’Ucraina, il cui Governo beneficia del sostegno finanziario di partner internazionali importanti, è ancora giustificata un’azione umanitaria su larga scala?

“Direi di sì. Dal momento in cui ci sono situazioni di emergenza e precarietà per le popolazioni che subiscono violenze gravi, [un’azione umanitaria] mi sembra del tutto giustificata”, afferma Karl Blanchet, direttore del Centro per gli studi umanitari, un centro congiunto dell’Università di Ginevra e dello IHEID, l’Istituto di alti studi internazionali e dello sviluppo.

Secondo Blanchet, è troppo presto perché la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale o l’OCSE investano nella ricostruzione del Paese: le incertezze della guerra sono ancora troppo grandi.

Il direttore, tuttavia, sottolinea che fornire assistenza umanitaria a lungo termine rischia sia di rendere il Paese dipendente dagli aiuti che di generare servizi paralleli a quelli ucraini. Si potrebbe creare una situazione in cui, ad esempio, da un lato c’è un ospedale perfettamente funzionante gestito da una ONG e, dall’altro, un ospedale gestito dal governo ucraino, in cui mancano personale e medicinali.

L’ombra di Trump

Il 2024 potrebbe rivelarsi ancora più problematico per l’assistenza umanitaria in Ucraina. Mentre il sostegno occidentale inizia a deteriorarsi – in particolare negli Stati Uniti, con il blocco al Congresso di un nuovo pacchetto di aiuti (principalmente militare) da 60 miliardi di dollari – l’ombra delle elezioni presidenziali americane incombe su operatrici e operatori umanitari.

Il candidato repubblicano Donald Trump si oppone con forza agli aiuti per l’Ucraina. Se venisse eletto, potrebbe decidere di ridurre il sostegno al Paese, con conseguente impatto sul conflitto e quindi anche sull’assistenza umanitaria. Visto il suo disprezzo per la cooperazione multilaterale, dimostrato durante il suo ultimo mandato presidenziale, Trump potrebbe anche cercare di tagliare il contributo al sistema umanitario delle Nazioni Unite, di cui gli Stati Uniti al momento sono il maggior donatore.

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“Elezione [di Trump] o meno, siamo già preoccupati per il fatto che non otterremo abbastanza fondi”, sottolinea Sarah Hilding, che non commenta la politica interna degli Stati. “Spero solo che, chiunque siano, le persone al potere nel mondo manifestino la loro solidarietà finanziando le operazioni umanitarie”, aggiunge.

Le crisi nel mondo – la guerra a Gaza, in Sudan, in Yemen – si moltiplicano senza risolversi, e il divario tra bisogni e finanziamenti continua ad aumentare. Molte situazioni di emergenza si ritrovano così cronicamente sottofinanziate. L’Ucraina potrebbe diventare una di queste crisi dimenticate? “È molto possibile”, risponde Karl Blanchet, anche se sottolinea il vantaggio del Paese di trovarsi in Europa, quindi vicino ai principali donatori. “L’Ucraina rischia un po’ meno di cadere nell’oblio. Ma, ad un certo punto, si stancheranno tutti”, conclude l’esperto.

A cura di Virginie Mangin

Traduzione: Vittoria Vardanega

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