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Gli aeroporti svizzeri entrano nell’era di Schengen

Reuters

La Svizzera compie l'ultimo passo per l'adesione completa allo spazio di Schengen. Domenica prossima vengono soppressi anche negli aeroporti i controlli sistematici dei passeggeri provenienti dai paesi che hanno aderito all'accordo europeo sulla cooperazione nei settori di giustizia e polizia.

Dopo le frontiere terrestri dal dicembre scorso, la Svizzera adotta dal 29 marzo le regolamentazioni del trattato di Schengen anche per il traffico aereo, in concomitanza con il passaggio all’orario estivo.

L’accordo di Schengen prevede una differenziazione fra i voli interni allo spazio e quelli provenienti da altri paesi. Mentre per questi ultimi i passeggeri saranno sottoposti anche in futuro a verifiche sistematiche dell’identità, per i voli interni sussisteranno da domenica soltanto dei controlli occasionali delle merci importate in Svizzera.

In pratica, i passeggeri dei voli fra paesi dello spazio Schengen devono mostrare il passaporto solo al check-in e in seguito possono limitarsi ad esibire il biglietto d’imbarco.

La fine di un lungo viaggio

Con questa misura, la Svizzera diventa il 25esimo paese membro dell’Unione europea o dell’Associazione europea di libero scambio ad aderire all’accordo europeo, che mira ad agevolare la circolazione dei viaggiatori attraverso le frontiere comuni e a rafforzare la collaborazione in ambito di giustizia e polizia.

Dopo anni di negoziati, le autorità elvetiche avevano ratificato nel 2004 i trattati di Schengen e di Dublino (cooperazione in materia di asilo), che rientrano nel secondo pacchetto di accordi bilaterali conclusi dalla Confederazione e dall’Unione europea. La proposta di adesione era stata poi approvata dal popolo svizzero in una votazione federale tenuta nel giugno 2005.

“È la fine di un lungo viaggio”, ha dichiarato il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz nel corso di una cerimonia tenuta venerdì all’aeroporto di Kloten, a cui hanno partecipato anche la ministra svizzera di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf e il vicepresidente della Commissione europea Jacques Barrot.

Avvicinamento tra la Svizzera e l’UE

“L’entrata della Svizzera nell’accordo di Schengen permette di avvicinare la Confederazione e l’Unione europea”, ha dichiarato nel corso della cerimonia Jacques Barrot.

Questo avvicinamento giunge in un momento in cui le relazioni tra Berna e i Ventisette sono state messe a dura prova dalla vertenza sul segreto bancario e sulla fiscalità. Esercitando forti pressioni, i membri dell’UE e gli Stati uniti sono riusciti pochi giorni orsono a strappare alcune concessioni alle autorità elvetiche, che si sono ora impegnate a fornire assistenza internazionale anche in caso di evasione fiscale.

Nonostante queste divergenze, Hans-Rudolf Merz ha sottolineato i progressi raggiunti tramite gli accordi bilaterali conclusi con l’UE, dopo il rifiuto del popolo svizzero di aderire allo Spazio economico europeo nel 1992.

“La via degli accordi bilaterali ha dimostrato di essere un metodo utile e promettente per proseguire il cammino assieme all’UE, permettendo nel contempo alla Svizzera di mantenere la sua indipendenza”, ha dichiarato il presidente della Confederazione a swissinfo.

Risultati utili dall’adesione

Merz ha inoltre evidenziato i risultati positivi raggiunti dall’adesione della Svizzera all’accordo di Schengen. Il Sistema d’informazione di Schengen (SIS) – la banca dati centralizzata per le ricerche di polizia a cui la Svizzera ha aderito nell’agosto scorso – ha già fornito indicazioni utili nell’ambito di oltre un migliaio di inchieste, permettendo tra l’altro di arrestare 67 persone colpite da un mandato di estradizione e di ritrovare 112 persone disperse.

L’ingresso nello spazio di Schengen ha però comportato anche costi non indifferenti per gli aeroporti svizzeri. Per equipaggiarsi allo scopo di poter differenziare i voli interni allo spazio e quelli provenienti da altri paesi, gli aeroporti hanno dovuto effettuare investimenti complessivi di quasi 300 milioni di franchi.

Solo negli ultimi mesi, l’aeroporto di Zurigo è stato costretto ad investire 50 milioni di franchi, mentre la fattura per Ginevra ha raggiunto i 30 milioni.

swissinfo, Matthew Allen, Zurigo
(adattamento di Armando Mombelli)

Sottoscritto nel 1985 nell’omonima cittadina del Lussemburgo dai rappresentanti di Francia, Germania e Benelux, il Trattato di Schengen mira ad agevolare la circolazione dei viaggiatori attraverso le frontiere comuni dei paesi firmatari.

L’Accordo di Schengen, che concerne i settori di giustizia e polizia, ha fornito il quadro legale per la progressiva abolizione dei controlli sistematici delle persone lungo le frontiere interne dell’UE.

Per garantire la sicurezza dopo l’apertura delle frontiere interne, il Trattato prevede un potenziamento dei controlli alle frontiere esterne dello spazio di Schengen, una migliore collaborazione transfrontaliera tra gli organi di polizia e il coordinamento tra gli Stati per la lotta alla criminalità organizzata.

Finora 27 paesi europei hanno aderito integralmente o parzialmente al Trattato di Schengen: tutti i membri dell’Unione europea – tranne Gran Bretagna e Irlanda – più Norvegia e Islanda.

La Confederazione ha ratificato il trattato di Schengen il 16 ottobre 2004.

L’adesione della Svizzera allo spazio di Schengen, combattuta da un referendum, è stata approvata dal popolo svizzero il 5 giugno 2005 (54,6% i voti favorevoli).

La Svizzera applica l’Accordo di Schengen dal 12 dicembre per quanto riguarda i controlli delle persone alle frontiere terrestri. Dal 29 marzo 2009 l’accordo sarà esteso anche agli aeroporti.

Nel 2007, in media, 570’000 persone, 350’000 autovetture e 20’000 camion hanno attraversato ogni giorno la frontiera per entrare in Svizzera.

swissinfo.ch

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