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Hans Holbein il Giovane, maestro del ritratto

Hans Holbein: Cristo morto (dettaglio). Kunstmuseum Basel

Il Museo d'Arte di Basilea e il Tate Britain di Londra rendono omaggio all'opera di Hans Holbein il Giovane, uno dei massimi esponenti della pittura rinascimentale europea.

Fino al 2 luglio sono in mostra a Basilea le opere realizzate da Holbein tra il 1515 e il 1532. A Londra, in settembre, i lavori effettuati durante il suo soggiorno in Inghilterra.

La mostra di Basilea è incentrata essenzialmente sul periodo in cui Hans Holbein il Giovane lavora a Basilea. Nelle 11 sale dell’esposizione sono raccolti 40 dipinti, 100 disegni, stampe ed incisioni, tutte opere provenienti soprattutto da musei basilesi. La città renana vanta d’altronde la più vasta collezione di Holbein il Giovane.

L’allestimento comprende però anche importanti prestiti di musei svizzeri e stranieri. Nella mostra si possono ammirare dipinti celebri come la Madonna di Soletta, la Madonna di Darmstadt, l’Altare Oberried e vari ritratti eseguiti da Holbein durante il suo primo soggiorno in Inghilterra.

Un grande pittore rinascimentale

“Il tuo pittore, caro Erasmo, è un artista meraviglioso” scriveva Tommaso Moro, allora cancelliere di Enrico VIII, all’amico Erasmo da Rotterdam a Basilea. Celebrato come “il primo pittore eminente arrivato in Inghilterra”, Holbein, durante il suo primo soggiorno a Londra, fu ospite dell’autore dell’Utopia.

Holbein dipinse il ritratto di Tommaso Moro e della sua famiglia. Di quella tela, distrutta nel 18° secolo da un incendio, si sono però salvati i disegni preparatori che si possono ammirare nella mostra basilese.

Di Erasmo da Rotterdam per contro ci sono pervenuti ben tre ritratti su olio, oltre a varie incisioni e disegni. Se oggi il volto dell’autore dell’Elogio alla follia ci è così familiare, è proprio grazie a Holbein.

Artista precoce e di grande talento

La carriera di Holbein inizia a Basilea. Vi arriva dalla Baviera nel 1515 all’età di 16 anni assieme al fratello Ambrosius. Entrambi avevano appreso il mestiere nella bottega del padre, Hans Holbein il Vecchio.

Nella città renana Hans realizza affreschi, dipinge il ritratto del borgomastro Jakob Meyer e della moglie, ritrae l’umanista Bonifacio Amerbach. Lavora anche come incisore e illustratore di libri.

Dopo poco tempo Holbein viene accolto nella corporazione dei pittori e gli viene conferita la cittadinanza: a 23 anni è già un artista apprezzato e celebre.

Verosimiglianza e chiarezza sconcertanti

Ma l’opera forse più celebre e sicuramente la più emozionante presente nella mostra è il Cristo Morto. Dipinta su una tavola di tiglio lunga 2 metri e alta 30,5 cm, l’opera era probabilmente concepita come parte dell’epitaffio della cappella familiare degli Amerbach.

In questo dipinto Holbein rivela una ricerca di verità che si spinge ad un rigore quasi scientifico, esasperando quel gusto per l’osservazione distaccata e volutamente oggettiva che caratterizza tutta la sua attività ritrattistica.

Le stimmate violacee del Cristo risultano ancora più evidenti nel corpo emaciato, scarno, livido e verdastro di quello che sembra proprio un cadavere in decomposizione.

Nel 1867 quando Dostoevskij lo vide a Basilea, s’impressionò al punto di essere quasi colpito da una crisi epilettica, racconta la moglie nel suo diario. Ne rimase così colpito che lo introdusse in uno dei più bei dialoghi de l’Idiota facendo dire al principe Miškin rivolto a Rogožin: “quel quadro! Ma tu sai che, osservandolo a lungo, si può anche perdere la fede?”

Una pittura con “effetti speciali”

Oltre alla precisione dei dettagli e alla plasticità delle figure, una particolarità di alcuni ritratti e dipinti è il ricorso alla cosiddetta anamorfosi, un effetto illusionistico tipico del rinascimento e studiato per la prima volta da Leonardo da Vinci.

Si tratta di un artificio prospettico che rende leggibile un’immagine distorta solo da un punto di vista anomalo; Holbein l’apprese probabilmente durante un suo soggiorno in Lombardia.

L’esempio più citato quando si parla di anamorfosi è il Ritratto degli Ambasciatori, conservato alla National Gallery. Ai piedi delle due figure Holbein ha dipinto un teschio che si vede però solo guardando il quadro obliquamente.

Anche la Madonna di Soletta, presente nella mostra basilese, se guardato di fronte presenta delle proporzioni innaturali. L’effetto è voluto. Holbein consente di apprezzare le qualità del dipinto solo a chi gli si inginocchia davanti e lo osserva dal basso verso l’alto con gli occhi all’altezza del tappeto ai piedi della Madonna.

Da Basilea alla corte di Enrico VIII

“Dobbiamo immaginarci che probabilmente Holbein sapesse già molto presto quello che voleva” – sostiene il curatore della mostra Christian Müller – “ovvero: diventare il grande pittore di una corte europea.”

Sebbene Basilea fosse all’epoca il più importante polo culturale dell’alto Reno e uno dei maggiori centri della produzione libraria europea, le ambizioni nutrite dall’artista e le ostilità della Riforma nei confronti delle immagini, lo spingono ben presto verso altri orizzonti.

Il sogno di Holbein era di essere assunto alla corte di Francia, invece finì in Gran Bretagna alla corte di Enrico VIII.

La sua attività di ritrattista di corte lo rese in breve celebre e ricercato, ma nell’ottobre del 1543 a Londra scoppiò una violenta pestilenza e fra le vittime della “morte nera” ci fu anche Hans Holbein.

swissinfo, Paola Beltrame, Basilea

1497 Hans Holbein il Giovane nasce ad Augusta
1515 si trasferisce a Basilea ed entra come apprendista nella bottega di Herbster
1517-19 suo primo viaggio in Italia
1519 a Basilea, si iscrive alla Corporazione dei pittori e apre una bottega
1520 sposa Elsbeth Binsentock e ottiene la cittadinanza
1526-28 si reca in Inghilterra
1528 fa ritorno a Basilea dove vive la sua famiglia
1529 la furia iconoclasta riformista distrugge e danneggia molti suoi quadri
1532 torna in Inghilterra
1534 è ammesso alla corte di Enrico VIII
1535 è nominato Pittore del Re
1543 Hans Holbein muore di peste a Londra

Fino al 2 luglio Hans Holbein il Giovane è in mostra al Museo d’Arte di Basilea. L’esposizione raccoglie la maggior parte delle opere realizzate da Holbein a Basilea tra il 1515 e il 1532.
Dal 28 settembre 2006 al 7 gennaio 2007 anche il Tate Britain di Londra rende omaggio a Holbein. Saranno presentate le opere realizzate dall’artista durante il suo soggiorno inglese, tra il 1532 e il 1543.

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