Hans Küng: tra rigore intellettuale e ricerca spirituale
A 80 anni, compiuti proprio in questi giorni, il teologo dissidente rimane una delle menti più progressiste e critiche all'interno Chiesa cattolica.
Prete, docente e autore di numerose pubblicazioni, Hans Küng si è fatto conoscere sia per il suo contributo al Concilio ecumenico vaticano II che per aver rimesso in questione il dogma dell’infallibilità del papa.
Ordinato prete nel 1954 e nominato docente nel 1960 presso l’università di Tubinga, in Germania, Hans Küng è uno degli ultimi grandi teologi ancora viventi ad aver influenzato il Concilio ecumenico vaticano II (1962-1965).
Il cittadino svizzero, figlio di un ciabattino di Sursee, nel canton Lucerna, fece una brillante carriera in Vaticano, prima di finire sulla lista nera della Santa sede per aver, tra l’altro, rimesso in discussione il dogma dell’infallibilità papale.
Nel 1979 gli venne così revocata dal Vaticano la missione canonica per insegnare. Küng è tuttavia rimasto professore: per permettergli di continuare ad impartire corsi di teologia ecumenica, l’Università di Tubinga trasformò il suo istituto in facoltà di teologia cattolica.
Negli anni seguenti, la diocesi di Rottenburgo-Stoccarda si impegnò a lungo per una riconciliazione tra il teologo e il papa. Ma Hans Küng non ha perso di certo il suo spirito critico.
Da perito conciliare a dissidente
Diventare un “anti-papa” non era però mai stata la sua vocazione. “Signore lascia che in ogni cosa possa guardare al pontefice”, scrisse Küng a 21 anni nel suo diario.
Dopo aver studiato teologia presso l’Università gregoriana di Roma ed aver ampliato la sua formazione alla Sorbona e nell’Istituto cattolico di Parigi, Küng venne nominato nel 1962 consulente teologico del Concilio vaticano II da papa Giovanni XXIII. Diventò così il più giovane perito conciliare insieme a Joseph Ratzinger, che ha un anno di età in più del teologo svizzero.
Negli anni Sessanta e Settanta, Hans Küng si impegnò nel processo di rinnovamento liturgico e di apertura della Chiesa cattolica al mondo moderno. Scrisse opere lette ben al di fuori della cerchia di esperti – come “Essere cristiani”, “Dio esiste?”, “Vita eterna?” – ed elaborò la sua “Teologia per gli uomini” in un minuzioso e critico confronto con le espressioni più avanzate dell’ateismo, del nichilismo, della laicità e della scienza.
Sguardo critico e aperto
Basandosi sulla sua ricerca storico-teologica, il teologo elvetico sostenne una revisione delle “strutture” della Chiesa, ritenendole inadeguate per i tempi attuali. Sono state le sue critiche all’infallibilità papale a metterlo in rottura con la linea vaticana. Così nel 1979 Küng venne privato dell’autorizzazione a insegnare in nome e per conto della Chiesa Cattolica.
Successivamente si espresse contro le posizioni romane in materia di morale sessuale, di ordinamento della Chiesa cattolica e anche sulla questione del papato. Il teologo lucernese continuò comunque a vedere il futuro della Chiesa nell’impegno verso la direzione indicata da Giovanni XXIII e Paolo VI: dialogo e apertura alla società.
Ancora attualmente mette in questione l’infallibilità papale, si batte per l’abolizione del celibato dei parroci e il divieto di ordinare donne prete e per l’accettazione della pianificazione famigliare.
Subito dopo la nomina a papa, il 2 aprile 2005, del cardinale Joseph Ratzinger – che come prefetto della Congregazione per la dottrina delle Fede lo aveva messo sotto inchiesta per le sue posizioni e che lui stesso aveva attaccato più volte – Küng aveva espresso “gigantesca delusione” per l’esito del conclave, ma aveva tuttavia invitato a dare una chance a Benedetto XVI per “la possibilità che egli imbocchi un corso moderato”.
Riconciliazione?
La sera del 23 settembre 2005 Benedetto XVI ha parlato per quattr’ore (la più lunga udienza privata concessa finora) con il teologo lucernese “ribelle”, per un incontro che lo stesso Küng aveva chiesto per anni a Wojtyla e non era riuscito ad ottenere.
“L’incontro si è svolto in un clima amichevole. Entrambe le parti erano d’accordo che non avesse senso entrare, nel quadro dell’incontro, in una disputa circa le questioni dottrinali persistenti tra Küng e il magistero della Chiesa Cattolica”, spiegò l’allora direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls.
Qualche settimana dopo, in un’intervista al settimanale francese “Le Point”, lo stesso Küng ebbe a precisare: “Il papa e io abbiamo messo tra parentesi tutti i soggetti di discordia che ci oppongono. Lui li conosce, tutto è chiaro tra noi ed è lui ormai che deve occuparsi di questi soggetti, che io agito da decenni”.
Nell’intervista il teologo dissidente non aveva comunque dimenticato le sue convinzioni: “Non si può costringere la gente a pensarla tutti nello stesso modo. Si devono tollerare, tra il popolo dei cristiani, pareri divergenti sui punti rispetto ai quali i Vangeli non hanno dato una linea chiara”.
swissinfo e agenzie
1928: Hans Küng nasce a Sursee, nel canton Lucerna.
Studia filosofia e teologia cattolica a Roma e in numerose altre città europee, tra cui Parigi, Amsterdam, Berlino e Londra.
1955: ordinazione sacerdotale.
1960: nomina a professore ordinario dell’università di Tubinga, dove insegna fino al 1996.
1962-1965: consulente ufficiale del Concilio vaticano II insieme a Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI.
1979: il Vaticano gli ritira il diritto d’insegnamento a causa della sua messa in dubbio dell’infallibilità del papa.
Dal 1995: presidente della Fondazione Etica mondiale.
Hans Küng, autore di una cinquantina di libri, è stato insignito di diversi premi e dottorati honoris causa.
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