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Photomontage sur le terrorisme

La Svizzera rafforza l’arsenale giuridico contro il terrorismo

La Svizzera non ha mai subito attentati su larga scala sul suo territorio. Ma questo non significa che i terroristi non siano presenti. E le autorità ne sono consapevoli.

Negli ultimi anni, decine di giovani svizzeri si sono uniti alle fila di organizzazioni terroristiche come Al Qaeda e lo Stato islamico. La Svizzera ha quindi scelto di rafforzare il suo arsenale legislativo e giudiziario per combattere il terrorismo e prevenire la radicalizzazione dei giovani. I giudici disporranno presto di una nuova legge che si iscrive nel quadro di un piano nazionale globale.

Le misure proposte in tale piano si concentrano sull’allarme preventivo, la riabilitazione dei trasgressori e la formazione degli esponenti della comunità come insegnanti, imam e allenatori sportivi. L’obiettivo del governo è quello di contrastare la propaganda che incita all’estremismo violento, qualunque ne siano le motivazioni.

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Finora la Svizzera è stata risparmiata dagli attentati che hanno colpito l’Europa e diverse regioni del mondo. Nel confronto internazionale, sarebbe persino uno dei paesi più sicuri al mondo. Ciononostante, il governo svizzero è determinato a intensificare le misure di lotta al terrorismo. A tal fine, nel 2019 ha lanciato il disegno di legge che prevede sanzioni più severe contro i terroristi e coloro che li sostengono. Un progetto che già allora preoccupava alcune ONG.

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Un poliziotto

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Nuove misure contro il terrorismo preoccupano le Ong

Questo contenuto è stato pubblicato al Al vaglio del parlamento svizzero vi sono misure di prevenzione contro il terrorismo che allarmano varie organizzazioni umanitarie.

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Le nuove misure sostituirebbero l’interdizione temporanea delle organizzazioni terroristiche, tra cui Al-Qaeda e lo Stato islamico, con una nuova legislazione mirata che rende perseguibili penalmente il reclutamento di militanti e l’addestramento o la partecipazione a missioni all’estero con finalità terroristiche.

Tuttavia, queste misure, che sono state ben accolte dal Parlamento – soprattutto dalla Camera del popolo in prima lettura – suscitano preoccupazione presso le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani, sia in Svizzera che all’estero, in quanto vedono un reale rischio di deriva.

Secondo un avvocato penalista, “invece di punire l’atto terroristico, si arriva quasi a punire l’intenzione”. Altri esperti fanno riferimento alla vaghezza della nozione di organizzazione terroristica, citando l’esempio dei movimenti di liberazione democratica, considerati terroristici dalle potenze autoritarie contro cui combattono

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Oggi, politici, avvocati e media concordano sulla necessità di rafforzare l’arsenale giuridico nella lotta contro questo flagello. E se l’estremismo islamico fa più paura, perché si manifesta in maniera più violenta, è verso l’estrema sinistra che tende la maggioranza delle persone radicalizzate in Svizzera. Quanto alla prevenzione, essa consiste, come dice uno specialista, nel “rafforzare il pensiero critico, l’empatia, il rispetto e la convivenza”.

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