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«Il popolo svizzero è stato ingannato»

I musulmani in Svizzera si considerano bene integrati Keystone

Una chiara maggioranza di svizzeri si è detta contraria ai minareti. L'esito della votazione di domenica ha stupito anche Ismael Amin, l'ex presidente dell'Associazione delle organizzazioni islamiche di Zurigo, per il quale è stata condotta una campagna aggressiva e ingannevole.

Il popolo elvetico ha accettato l’iniziativa che vieta la costruzione di nuovi minareti nella Confederazione con il 57,5% delle preferenze.

swissinfo.ch: A sorpresa i cittadini si sono espressi chiaramente contro l’edificazione di nuovi minareti in Svizzera. Si attendeva un risultato così netto?

Ismael Amin: Assolutamente no. Non immaginavo affatto che l’iniziativa venisse accettata. Mi aspettavo un “no”, seppur di misura. Per me è stata una giornata triste.

swissinfo.ch: Come hanno reagito i musulmani in Svizzera?

I.A.: Non sono molto a conoscenza delle reazioni. Domenica ho parlato con un paio di amici al telefono: tutti sono estremamente indignati e delusi.

swissinfo.ch: Sei svizzeri su dieci si sono detti contrari alla costruzione di minareti. Come interpreta questo voto?

I.A.: La campagna è stata condotta in modo duro e aggressivo. Si è parlato più dell’Islam che dei minareti, e questo utilizzando argomenti ingannevoli.

Si è così parlato dei matrimoni forzati, peraltro vietati esplicitamente dalla Sharia. Si è parlato delle escissioni delle donne, quando tutti gli esperti di diritto vi si oppongono. Lo stesso si può dire del burqa. Ma in Svizzera non si è mai visto nessuno indossare il burqa…

Sono poi state sollevate questioni che non hanno nulla a che vedere con i minareti. È stata sfruttata e strumentalizzata la paura e l’ignoranza della popolazione. Un modo di agire che spiega il risultato della votazione.

Non voglio ad ogni modo criticare il popolo svizzero: la gente è stata ingannata.

swissinfo.ch: Il risultato scaturito dalle urne è forse legato a lacune nell’integrazione dei musulmani in Svizzera?

I.A.: Non credo che i musulmani siano male integrati nella società elvetica. La maggior parte dei musulmani è al contrario ben inserita e pratica la propria religione senza problemi.

swissinfo.ch: Si può invece parlare di una certa paura, di diffidenza?

I.A.: Dopo il crollo dell’Unione sovietica si è cercato un nuovo nemico nell’Islam. Da allora l’immagine dell’Islam veicolata dai media si è degradata. Per questa ragione è stato possibile manipolare la gente e approfittare di una certa mancanza di conoscenza [della cultura islamica].

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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swissinfo.ch: Parlando di mancanza di conoscenza, intende dire che la comunità musulmana dovrebbe essere più presente nella società e cercare contatti più stretti con il popolo svizzero?

I.A.: Esatto. Dobbiamo dare maggiore rilievo alla nostra presenza in Svizzera. Non dobbiamo rimanere in secondo piano, come se non facessimo parte della società.

La comunità musulmana non gode di una solida posizione sociale. Non ha quindi potuto condurre una sua compagna, come invece ha fatto l’Unione democratica di centro.

swissinfo.ch: In Svizzera vivono circa 400’000 persone originarie dei paesi musulmani. Per loro quali saranno le conseguenze della votazione?

I.A.: È difficile fare previsioni. Credo comunque che si tenterà di discutere e di valutare come proseguire nel nuovo contesto.

swissinfo.ch: Secondo lei come si andrà avanti?

I.A.: Anche da quello che ho constatato sui giornali, sarà difficile implementare l’iniziativa. Non si sa nemmeno se potrà essere messa in pratica. Non è da escludere un intervento della Corte europea per i diritti umani di Strasburgo. Come e in che modo, non lo so.

Gaby Ochsenbein, swissinfo.ch
(traduzione dal tedesco di Luigi Jorio)

Ismael Amin ha origini egiziane e vive in Svizzera dal 1960.

L’esperto di Islam e mondo arabo è stato presidente dell’Associazione delle organizzazioni islamiche di Zurigo.

Nella Confederazione vivono circa 400’000 musulmani.

Nel 2000 rappresentavano il 4,26% della popolazione svizzera. Si tratta della principale comunità religiosa del paese dopo i cattolici e i protestanti.

Tra il 1990 e il 2000 la popolazione musulmana dall’ex Yugoslavia in Svizzera è triplicata. Con una proporzione del 56,4%, i musulmani provenienti dai Balcani costituiscono la comunità islamica più grande della Confederazione.

Nel 2000, il 20% dei musulmani in Svizzera proveniva dalla Turchia, l’11,7% aveva un passaporto rossocrociato e il 6% era di origini africane (principalmente Magreb).

In Svizzera ci sono quattro moschee dotate di minareto: Zurigo, Ginevra, Winterthur (Zurigo) e Wangen (Soletta).

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