In Italia è guerra di numeri fra Pd e Movimento 5 Stelle
(Keystone-ATS) In Italia dopo l’exploit dei 5 Stelle a Roma e Torino è guerra di numeri tra il Pd e il M5s sull’esibizione delle vittorie elettorali mentre parte subito la caccia di voti in vista del ballottaggio.
Lo spettro del “biscotto” M5s-Lega in chiave anti-Pd inizia a prendere forma e pure se i 5 Stelle negano a gran voce, qualche contatto informale c’è già stato a opera di pontieri a livello locale. Per un Matteo Salvini che apertamente “consiglia” i suoi elettori a non votare Pd ma di “mettere alla prova” il M5s a Roma e Torino, sperando evidentemente in un analogo endorsement in vista del ballottaggio a Milano e soprattutto a Bologna, ci sono infatti molte altre realtà territoriali dove uno scambio di voti tra 5 Stelle e Carroccio farebbe la differenza per combattere il nemico comune.
Oggi proprio in vista del voto del 19 giugno ci sono stati contatti tra le candidate M5S Virginia Raggi e Chiara Appendino in occasione di una riunione che si è svolta stamani al Senato tra l’avvocatessa romana e la manager torinese, collegata via Skype, e alcuni parlamentari cinquestelle tra cui Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. I quali si sperticano a negare “biscotti” e seminano cautela sui prossimi risultati. “Lo dico non per scaramanzia ma non siamo già certi di vincere a Roma” anche se sarà “l’umiltà la qualità che ci porterà a vincere sia a Roma che a Torino” afferma Di Battista.
A cantare vittoria, per i risultati già ottenuti, ci pensa invece il blog di Beppe Grillo: “Con 956.552 voti il M5s si afferma come la forza politica nazionale più votata alle amministrative. Al secondo posto, in via di estinzione, c’è il Pd con 953.674 voti, un risultato ben lontano da quello vaneggiato nel magico mondo di Renzie”. E proprio Beppe Grillo dà del “cialtrone” al segretario del Pd che nella sua analisi del voto aveva rivendicato di aver portato a casa quasi mille sindaci. Per il leader pentastellato, Renzi “l’ha sparata gigantesca, ha alterato un dato in maniera clamorosa e grottesca come fa con la disoccupazione”. Ma a frenare gli entusiasmi dei 5 Stelle ci pensa invece l’Istituto Cattaneo, citato a man bassa dagli esponenti Pd. Stando ai calcoli fatti dall’istituto, centrosinistra e centrodestra sono risultati in calo rispetto alle precedenti amministrative ma in crescita rispetto alle politiche del 2013, mentre i pentastellati sarebbero in calo rispetto al 2013. Lo stesso istituto ha inoltre notato che non è vero che il M5s riporta al voto gli astenuti: si nutre ormai di elettori fedeli e, in alcune città, di transfughi del centrosinistra. Un fatto non irrilevante in vista del ballottaggio.
“Parlare di vittoria sembra del tutto fuori luogo” conclude quindi l’esponente della segreteria Pd Ernesto Carbone. “Grillo spara i numeri al lotto, dovendo difendere un dato innegabile, e cioè l’arretramento dei Cinque Stelle”, gli fa eco il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini, pronto a snocciolare i dati dei comuni capoluogo dove – dice – “il Partito Democratico prende 940.348 voti, mentre il M5S 866.793. Se a questi si aggiungono tutti i comuni minori – dove il Pd si presenta sia con il proprio simbolo, sia con i simboli delle civiche ad esso riferite – il vantaggio si allarga ulteriormente, con buona pace dei geni del blog”, conclude.
Resta in ogni caso il valore simbolico del successo avuto intanto dai 5 Stelle a Roma. Grillo ne va orgoglioso: “Tutti i giornali del mondo hanno riportato notizia del risultato storico a Roma”. Insomma, “Il mondo ci guarda!”.