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Ipoteche: “tassi rimarranno stabili, improbabili nuovi tagli”

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) I tassi d’interesse delle ipoteche di media e lunga durata rimarranno stabili sino a fine anno: un abbassamento del costo del finanziamento immobiliare non è da considerare probabile.

È quanto emerge da un’analisi periodica operata dalla piattaforma di confronto internet Comparis sul mercato in questione.

I tassi indicativi per i mutui a tasso fisso di 10 anni sono attualmente del 2,35%, 0,09 punti percentuali in più rispetto all’inizio dell’anno (2,26%). I costi di rifinanziamento delle banche (swap), fortemente diminuiti nell’ultimo anno, sono leggermente aumentati: lo swap di 10 anni si è attestato all’1,28%, in crescita rispetto all’1,16% di inizio gennaio. Anche il rendimento delle obbligazioni federali a 10 anni, il cosiddetto “tasso di interesse a pronti” della Banca nazionale svizzera (BNS), è progredito di 0,20 punti percentuali, passando dallo 0,68% a 0,88%.

“I lievi incrementi rispetto all’inizio del 2024 indicano che le stime che prevedevano rapidi tagli dei tassi non sono ora più così ottimistiche”, afferma Dirk Renkert, esperto Comparis in finanze, citato in un comunicato odierno. “Sebbene la BNS abbia abbassato i tassi prima del previsto, gli Stati Uniti non hanno fatto lo stesso e questo avrà verosimilmente ripercussioni sulla politica monetaria degli altri paesi: è quindi improbabile che assisteremo a nuovi tagli”.

Sino alla fine dell’anno Comparis si aspetta quindi una fase di lateralità dei tassi di interesse per le ipoteche a tasso fisso medio-lunghe. L’interesse del mutuo a 10 anni dovrebbe oscillare fra il 2,05% e il 2,40%.

Secondo Renkert quest’anno la BNS non procederà a ulteriori abbassamenti del tasso guida: la prossima decisione in merito è attesa il 20 giugno. L’inflazione di maggio in Svizzera si è attestata all’1,4%, ancora all’interno della fascia obiettivo tra lo 0% e il 2%. Rispetto al mese precedente, i prezzi sono però saliti dello 0,3%. A influire su questo rialzo sono stati soprattutto gli affitti, che sono progrediti dell’1,0% e che hanno contribuito a ben il 60% del rincaro rispetto ad aprile.

“Se la BNS deciderà di accelerare troppo i tempi e procedere con ulteriori tagli il franco potrebbe indebolirsi nuovamente e aumentare i costi delle merci importate”, fa presente lo specialista di Comparis. “Inoltre se le tensioni geopolitiche dovessero crescere ulteriormente e se, ad esempio, i prezzi dell’energia dovessero subire un netto rialzo l’inflazione potrebbe registrare una nuova impennata”, mette in guardia l’analista.

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