Joël Dicker: “è un libro sul mio rapporto al mondo”

L'autore di best seller ginevrino Joël Dicker torna con un nuovo romanzo, "La catastrofica visita allo zoo" (La nave di Teseo), nel quale la suspense continua a farla da padrone ma in cui i protagonisti sono bambini.
(Keystone-ATS) Una riflessione su come gli adulti e la società debbano rimettersi in questione.
Nel nuovo libro, meno voluminoso dei precedenti e scritto in caratteri più grandi, i protagonisti sono sei bambini di una scuola speciale, fra cui Josephine, che narra i fatti.
Una serie di vicende porteranno alla catastrofica visita allo zoo del titolo, pochi giorni prima di Natale. I bambini “speciali” indagheranno per scoprire il responsabile di una prima catastrofe che ha colpito la loro scuola. Il libro, rivolto ad un pubblico vasto e pensato per essere letto ad alta voce e condiviso, come lo stesso autore auspica in una nota finale, scorre veloce ed è divertente. Contrariamente ai suoi libri precedenti non si svolge in un luogo particolare.
Diversi livelli di lettura
“È un libro che si allinea ai precedenti nell’idea e nello stile”, spiega Joël Dicker in un’intervista a Keystone-ATS nell’ufficio della sua casa editrice, Rosie & Wolfe, a Ginevra. “La catastrofica visita allo zoo”, in apparenza scritto per un pubblico più giovane, offre in realtà diversi livelli di lettura, precisa l’autore.
“C’è il livello di lettura per i bambini che capiranno una storia in cui ci sarà un’inchiesta”, dice, c’è poi quello “degli adulti, genitori o non, che è quello dell’indagine, dei personaggi e soprattutto dello sguardo che viene posto sugli adulti e sull’assurdità del mondo che stiamo costruendo, dei nostri comportamenti, della democrazia”.
Nel libro troviamo anche designazioni create dalla società come “bambini speciali” e “bambini normali”, ciò “pone la questione della differenza”, spiega. “Oggi abbiamo l’impressione che la differenza sia una disfunzione”.
“Il problema della letteratura è che l’abbiamo talmente intellettualizzata, abbiamo cercato di comprendere il tutto e creare dicotomie, che non sappiamo più cosa sia un buon libro” spiega Dicker. “Ciò che è importante è l’effetto generale, l’effetto del libro sul lettore come essere umano”.
Nonostante le numerose distrazioni a cui siamo sottoposti, “sono molto ottimista sul futuro della letteratura e della lettura”, dice. “So che tutti amano leggere ma non tutti lo sanno ancora”. Avido lettore, l’autore sta leggendo una trilogia di Greg Iles, il cui primo tomo è “L’affare Cage” (Piemme, 2015).
Democrazia spiegata agli adulti
Nel romanzo viene spiegato il concetto di democrazia, di primo acchito sembra che l’autore lo definisca per farlo capire ai bambini ma in realtà “è per farlo capire agli adulti”, dice, facendo riferimento alla scarsa partecipazione al voto in Svizzera, che si aggira attorno al 30-40%.
“Spero che questa spiegazione sensibilizzerà i giovani lettori a comprendere la democrazia e spingerà gli adolescenti quasi in età di voto ad andare a votare e rendersi conto a che punto ogni voce conta”, dice. “Ma mi rivolgo principalmente agli adulti, ai cittadini che in maggioranza hanno rinunciato a votare”.
Gli chiediamo se sia una critica rivolta alla società. “Non penso che lo scrittore o la letteratura abbiano la vocazione di criticare in maniera dogmatica, ma piuttosto di porre delle domande”, dice. “È un libro sull’interrogarsi, che dovrebbe essere l’essenziale del nostro quotidiano”, aggiunge. “I bambini nel romanzo passano il tempo a porsi delle domande sugli adulti che sono impantanati in queste questioni”.
Dicker, che è padre di due bambini, spiega che il libro tratta del suo rapporto al mondo. “Quello che mi interessava nell’impiegare una bambina come narratrice era di permettere un’osservazione da un prisma diverso” offrendo “una griglia di lettura interessante agli adulti per loro stessi”, precisa.
Successo in Italia e traduzione
L’autore ginevrino, classe 1985, ha un gran successo sia in Svizzera sia in Francia. Ma anche in Italia, dove il suo precedente romanzo, “Un animale selvaggio” (La nave di Teseo, 2024), è stato il libro più letto lo scorso anno. “Penso ci sia una relazione molto forte con il pubblico italiano, io stesso ho un grande legame con questo Paese di cui è originaria mia nonna”, dice.
I libri di Dicker, fra cui il più noto è “La verità sul caso Harry Quebert” (2012), sono tradotti in più di 40 lingue. Con i traduttori ha “in generale pochi legami”. “Trovo che sia positivo. Vuol dire che si appropriano il loro testo”, spiega. “Ho editori in Italia, Spagna e Germania che sono francofoni e quindi possono fare da interfaccia con i traduttori”.
Nel libro ci sono diversi giochi di parole, “sono curioso di vedere come il traduttore affronterà queste questioni e questi giochi di parole, richiede un lavoro di lingua che è interessante e che rende omaggio e giustizia ai traduttori, che sono interpreti”, dice.
Dicker compirà 40 anni a giugno, l’occasione per stilare un bilancio? “Spero di non aver atteso i miei quarant’anni per fare un bilancio”, dice ridendo. “In principio il bilancio è giornaliero, mi pongo molte domande, mi piace avere rimpianti, rivivere le cose, ho questo difetto”. Il libro uscirà il 17 marzo, un periodo in cui gli piace pubblicare, perché “la primavera è la promessa di ciò che arriverà”.