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L’energia verde di Greta Gysin

Greta Gysin swissinfo.ch

La parlamentare ticinese Greta Gysin – classe 1983 – è stata recentemente nominata coordinatrice nazionale dei Giovani Verdi: swissinfo.ch l'ha intervistata in merito al suo percorso personale e alle sfide che attendono gli ecologisti.

Incontriamo Greta Gysin a Berna, nel suo ufficio poco distante da Palazzo federale. Perfettamente bilingue, la 26enne divide il proprio tempo tra Zurigo – dove studia –, la capitale federale e il Ticino, in cui ricopre diverse cariche ufficiali e fa parte del parlamento cantonale.

swissinfo.ch: Da dove nasce la tua passione per la politica? Perché hai scelto di impegnarti attivamente?

Greta Gysin: Si tratta di una decisione originata dalla mia passione per la cosa pubblica – segnatamente le grandi domande concernenti la società e il ruolo dello Stato – e da una componente di casualità. Infatti, ho cominciato a occuparmi di politica a livello comunale [a Rovio] grazie a un vicino di casa, il quale mi ha chiesto di candidarmi al consiglio comunale. L’ho fatto senza particolari aspettative… e invece sono stata eletta.

Quell’esperienza mi è piaciuta, e di conseguenza ho continuato l’avventura anche al livello cantonale, fino all’elezione in Gran Consiglio nel 2007. Anche quel risultato, comunque, non è il risultato di una precisa pianificazione di carriera. Sono stata infatti convinta con fatica dalle persone a me vicine a candidarmi per il governo, ciò che mi ha dato la visibilità necessaria a entrare il parlamento.

swissinfo.ch: In Svizzera, e non solo, i movimenti ecologisti stanno riscuotendo consensi sempre maggiori. Come spiegare questa tendenza?

G. G.: Le conoscenze scientifiche – e di riflesso della popolazione – concernenti le tematiche ambientali sono aumentate. A titolo di esempio, la questione del riscaldamento climatico è diventata di stretta attualità. Pertanto – anche se non c’è motivo di esultare – questa situazione ha dato un grande impulso allo sviluppo della coscienza ecologica.

Bisogna inoltre far notare che persino negli Stati Uniti, dove l’interesse per queste tematiche è sempre stato limitato, le questioni ambientali sono diventate un argomento centrale, basti pensare alla campagna elettorale di Barack Obama.

In generale, i tempi sono fortunatamente cambiati: 35-40 anni or sono, i primi militanti verdi erano infatti praticamente considerati alla stregua di pazzi. Noi giovani ecologisti che ci avviciniamo alla politica abbiamo in questo senso “vita facile” rispetto ai nostri predecessori.

swissinfo.ch: Talvolta si ha l’impressione che il discorso politico dei Verdi si limiti a questioni ambientali e allo sviluppo sostenibile. Da cosa risulta tale percezione?

G. G.: Il fatto di essere interpellati soltanto quando si discute di questioni ambientali è effettivamente uno dei nostri maggiori problemi, che dipende anche dai media i quali ci riconoscono competenze unicamente in questo settore.

Nel contempo, è pur vero che ciascuno contribuisce a crearsi la propria immagine. Dobbiamo quindi profilarci maggiormente sugli altri temi, anche perché rispetto al passato siamo più presenti nei parlamenti e negli esecutivi. Possiamo quindi permetterci di occuparci di questioni non prettamente ambientali.

swissinfo.ch: Quale sono i rapporti tra i Giovani Verdi e il partito “degli adulti”?

G. G.: Noi siamo una formazione autonoma, pur avendo ovviamente moltissimi elementi comuni con i Verdi, non da ultimo l’ufficio qui a Berna. Ciononostante, decidiamo noi di quali temi occuparci, e di come farlo. Abbiamo numerosi eletti nei parlamenti comunali e cantonali; inoltre, siamo l’unico partito giovanile che è riuscito a lanciare con successo un’iniziativa popolare [quella “Per veicoli a misura d’uomo”], prima ancora dei Verdi.

L’atteggiamento dei Verdi nei nostri confronti è molto positivo: siamo presi sul serio, senza nessun tipo di paternalismo. Non ci considerano come germogli da innaffiare e concimare fino al raggiungimento della maturità.

swissinfo.ch: Ai Verdi, e più in generale ai movimenti ambientalisti, viene spesso rimproverato una sorta di ostracismo che impedisce lo sviluppo di progetti importanti, per esempio lo stadio Hardturm di Zurigo. Come replicare?

G. G.: Ci capita effettivamente spesso di opporci a determinati progetti. È tuttavia necessaria un’osservazione: anche noi abbiamo dei progetti interessanti e contemporaneamente sostenibili a livello ambientale, ma non disponiamo di una forza politica tale da portarli avanti.

Spesso, quindi, i progetti che poggiano su una maggioranza di consensi sono promossi da schieramenti che hanno scarsa coscienza ecologica, e pertanto noi ci troviamo a combatterli o a combatterne determinati elementi. Peccato: basterebbe coinvolgerci sin dall’inizio per costruire un progetto basato sul consenso.

Anche da questo punto di vista, tuttavia, ci sono dei miglioramenti: in Ticino, per esempio, tutti gli stabili pubblici dovranno d’ora in poi essere costruiti conformemente allo standard MINERGIE.

swissinfo.ch: Quali sono le priorità per i Verdi in Svizzera durante i prossimi anni?

G. G.: Il cantiere principale è una riconversione in senso ecologico dell’economia, proprio nell’ottica dell’attuale crisi economica. Si tratta di una via che molti paesi hanno già scelto di percorrere: in America, Obama ha fatto dipendere gli aiuti alle case automobilistiche dalla presentazione di progetti innovativi a livello ambientale.

Accanto a questo tema, vi è il discorso energetico: la conversione a energie rinnovabili, la rinuncia all’energia atomica e il risparmio energetico.

swissinfo.ch: A quando il primo ecologista nel governo elvetico?

G. G.: Speriamo nel 2011! In realtà, i numeri per aspirare a questo risultato li avremmo già ora, ma si tratta di cambiamenti istituzionali che necessitano di tempo. Se continueremo a crescere come stiamo facendo, e i partiti storici continueranno a perdere consensi, questo scenario diventerà realtà.

Andrea Clementi, swissinfo.ch

Nata a Locarno il 6 ottobre 1983, Greta Gysin è cresciuta a Rovio, un comune del Luganese. Dopo aver ottenuto la maturità scientifica al liceo di Mendrisio, è attualmente studente in scienze politiche presso l’Università di Zurigo.

A partire dal 2004 Greta Gysin fa parte del consiglio comunale di Rovio; due anni più tardi è entrata nel comitato cantonale dei Verdi, in cui – dal 2006 e al 2009 – ha lavorato come membro di direzione. Nel 2007 è stata eletta nel parlamento cantonale. Dal 2008 al 2009 si è inoltre occupata attivamente dei Giovani Verdi ticinesi.

A partire dal mese di ottobre del 2009, Greta Gysin è stata nominata coordinatrice dei Giovani Verdi a livello nazionale. Tale impiego la occupa nella misura del 30%.

Fondati nel 2005, i Giovani Verdi svizzeri contano sedici sezioni cantonali, una decina di deputati nei parlamenti cantonali e un consigliere nazionale (Bastien Girod, uno dei più giovani deputati elvetici).

I Giovani Verdi sono un partito autonomo, che spesso ricorre ad azioni spettacolari per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica in merito a determinati temi, in particolare la sostenibilità ambientale e l’equità sociale.

A titolo di esempio, nel 2007 è stata organizzata una protesta in costume… adamitico contro i metodi giudicati eccessivamente repressivi della polizia zurighese.

I Giovani Verdi hanno inoltre lanciato con successo – come prima formazione partitica giovanile – l’iniziativa popolare “Per veicoli a misura d’uomo”, per limitare l’utilizzo dei fuoristrada e dei veicoli più inquinanti.

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