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La Thailandia legalizza la coltivazione della cannabis

Brownies alla cannabis in vendita in un bar di Bangkok. KEYSTONE/EPA/DIEGO AZUBEL sda-ats

(Keystone-ATS) La Thailandia ha legalizzato la coltivazione e la vendita della cannabis, rimuovendo la marijuana dalla lista degli stupefacenti proibiti.

L’uso ricreativo rimane vietato, ma da oggi sarà possibile per i privati coltivare fino a sei piante di cannabis in casa, dopo essersi registrati presso le autorità. Anche le aziende potranno coltivare la marijuana, ottenendo una licenza.

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“Opportunità di guadagno”

I ristoranti potranno offrire piatti che contengono cannabis, anche se mantenendosi sotto il livello dello 0,2% di THC, e le cliniche la potranno prescrivere più liberamente come terapia. “È un’opportunità per le persone e per lo Stato di guadagnare dalla marijuana e dalla canapa”, ha affermato il vice primo ministro e ministro della Sanità thailandese, Anutin Charnvirakul, come riporta la Bbc.

La Thailandia è il primo Stato del Sud-Est asiatico ad adottare una politica del genere. Nel 2018, era stata il primo Paese nel continente a permettere l’uso terapeutico della cannabis.

Solo per i thailandesi

L’entrata in vigore della legge che depenalizza la produzione, la distribuzione e il consumo a scopi curativi è stata anche accompagnata dal rilascio di circa 3mila detenuti che scontavano sentenze relative alla marijuana, riferisce il Bangkok Post.

Secondo la nuova legge, la coltivazione di cannabis è permessa solo ai thailandesi e dietro registrazione presso le autorità, e le autorità hanno fatto capire che il consumo personale in privato sarà anche permesso. Fumare marijuana in pubblico rimarrà punibile con una pena di fino a tre mesi di reclusione e una multa di 25mila baht (700 euro).

Pene severe per droghe pesanti

L’approccio delle autorità di Bangkok al consumo di stupefacenti è cambiato in modo radicale negli ultimi cinque anni. Le pene relative allo spaccio e al consumo di droghe pesanti rimangono pesantissime, ma tra alcuni influenti uomini politici – tra cui il ministro della sanità Anutin Charnvirakul – si è fatta strada la volontà di sfruttare le potenzialità economiche della cannabis per scopi curativi.

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