Disoccupazione giovanile: bomba a orologeria?
I sindacati si mobilitano contro l’aumento della disoccupazione giovanile, il padronato cerca di calmare il dibattito e il Governo propone un piano d’azione.
Questo importante tema figura anche nell’agenda degli incontri “von Wattenwyl”, che riuniscono venerdì una delegazione del Consiglio federale ed i capi dei partiti di governo.
“La disoccupazione giovanile è una bomba a orologeria. Non è tempo di dormire sugli allori, ma bisogna agire, e in fretta!”. Ad inizio settimana, per bocca del suo segretario centrale, la federazione sindacale Travail.Suisse ha picchiato i pugni sul tavolo.
Già lo scorso fine settimana, la sezione dei giovani di Unia – il più grande sindacato svizzero – ha tenuto la prima conferenza nazionale a Losanna. Forte di 35’000 membri, Unia Giovani ha annunciato per la prossima primavera il lancio di azioni choc volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e le forze politiche al problema della disoccupazione e alla protezione dei giovani lavoratori.
Lunedì, la pubblicazione delle statistiche relative alla disoccupazione nel mese di gennaio ha mostrato un nuovo aumento delle persone senza impiego in età compresa tra i 20 ed i 24 anni. Il tasso in questione raggiunge il 6,8%, mentre quello per l’insieme della popolazione attiva si attesta al 4,1%.
Se si contano anche gli studenti alla ricerca di un’attività accessoria, l’indicatore sale fino al 7,7%. “Anche se i metodi di calcolo possono variare, si tratta tuttavia di un valore più alto rispetto a quattro anni fa”, commenta con preoccupazione Jean-Christophe Schwaab, segretario centrale di Unia Giovani.
Carenza di posti d’apprendistato
Schwaab ritiene che il numero di posti d’apprendistato e stage debba essere aumentato: “Mentre vi sono oltre 200’000 apprendisti, altri 20’000 giovani aspettano un posto di lavoro, con il rischio di finire nella precarietà di piccoli impieghi non qualificati”.
Un altro argomento che suscita inquietudine è il progetto di revisione della legge sul lavoro, trasmesso dal Governo al Parlamento. Tale progetto prevede di abbassare l’età limite per la protezione dei lavoratori.
Di conseguenza, gli apprendisti e i giovani impiegati rischiano di dover presto lavorare la notte e la domenica già a partire da 18 anni, invece di 20.
Giovani troppo esigenti ?
All’Ufficio federale della formazione professionale (UFFP), Hugo Barmettler non condivide questi timori : «Vi è circa il 10% di posti vacanti, vale a dire quasi l’equivalente dei giovani in attesa: ciò significa che alcuni di loro sono troppo esigenti e non desiderano cambiare orientamento”.
Ma l’UFFP ha comunque previsto nuove misure, su richiesta del Ministro dell’economia Joseph Deiss. “Con il sostegno dell’assicurazione disoccupazione, svilupperemo dei semestri di motivazione destinati ai giovani: l’offerta salirà a 10’000 impieghi e il numero di posti di stages per quest’anno sarà raddoppiato, raggiungendo quota 6’000”, aggiunge Barmettler.
Il collaboratore dell’UFFP sottolinea inoltre che, a partire dal 2006, diminuirà il numero di allievi in fine di scolarità obbligatoria, e di conseguenza anche quello degli apprendisti.
Il padronato relativizza i problemi
Dal canto suo, l’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM) non si scompone. Nel corso dell’annuale conferenza stampa di giovedì a Berna, l’organizzazione delle piccole e medie imprese ha ribadito che “non vi sono ragioni per allarmarsi”.
Pierre Triponez, direttore dell’USAM, ritiene che non si debba “confondere la disoccupazione con i posti d’apprendistato”.
“Il problema è reale nella fascia tra i 20 ed i 24 anni, in cui il tasso di disoccupazione è molto elevato. Ciò significa che il problema si presenta alla fine dell’apprendistato o degli studi”, riconosce comunque Triponez, secondo il quale la durata del periodo di disoccupazione per i giovani è più corta rispetto a chi è più anziano.
Per quanto concerne l’apprendistato, invece, il direttore dell’USAM annuncia che nel prossimo mese di agosto saranno disponibili 71’500 posti, vale a dire 1’500 in più rispetto al 2004.
In che maniera interessare un numero maggiore d’imprese a formare i giovani? Solo una sue tre – o addirittura su cinque secondo i sindacati – propongono posti di apprendistato. Pierre Triponez risponde ricordando che “il 99% delle imprese svizzere sono di piccole dimensioni, composte soltanto da poche persone. Esse non hanno quindi la possibilità, e spesso nemmeno la capacità, di formare dei giovani”.
Il “Piano d’azione” di Joseph Deiss
Nell’ambito dei tradizionali incontri nella residenza von Wattenwyl, tra i membri del governo e i rappresentanti dei principali partiti svizzeri, Joseph Deiss presenta venerdì il suo piano d’azione volto a migliorare l’apprendistato, in risposta alle richieste degli ambienti politici.
Jean-Chrisophe Schwaab ha salutato il fatto che il Ministro dell’economia abbia già espresso la propria preoccupazione: “È quanto ci ha detto già lo scorso 3 febbraio, mentre in precedenza tendeva a sdrammatizzare la situazione”.
In merito alla proposte elaborate dall’UFFP e presentate da Joseph Deiss, Schwaab le giudica “deboli”. “È sicuramente positivo aumentare i posti di stage, ma se ciò non viene associato ad una vera prospettiva professionale, questo rischia di allungare semplicemente la lista d’attesa”, aggiunge, prima di concludere con una nota positiva: “Si parla sempre di più dei problemi dei giovani, e questo rappresenta un grande progresso”.
swissinfo, Isabelle Eichenberger
(traduzione: Andrea Clementi)
Le persone tra 15 e 24 anni (30’494) restano quelle proporzionalmente più colpite dalla disoccupazione in Svizzera, con un tasso del 5,5% (4,1% nella fascia 25-49).
Mentre vi sono 200’000 apprendisti, altri 20’000 giovani sono ancora alla ricerca di un posto di lavoro. Un numero equivalente di impieghi resta però vacante nelle imprese.
In Svizzera (che conta 99,7% di PMI), circa il 30% delle ditte offre dei posti d’apprendistato – una su cinque secondo i sindacati.
Con i suoi 35’000 membri che hanno meno di 30 anni, Unia giovani rappresenta il più grande movimento politico giovanile in Svizzera.
Il gruppo sindacale, che ha tenuto la sua prima conferenza lo scorso fine settimana a Losanna, lancerà delle azioni contro la disoccupazione nella prossima primavera.
Unia Giovani intende inoltre opporsi al progetto di revisione della Legge sul lavoro, che preconizza l’abbassamento dell’età limite di protezione da 20 a 18 anni.
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