Giovani disoccupati: servono nuove soluzioni
In continuo aumento, la disoccupazione giovanile costringe i cantoni svizzeri ad andare alla ricerca di soluzioni innovative per invertire la tendenza.
La situazione più grave si registra in Ticino: il tasso di disoccupazione tra i giovani che hanno tra i 20 e i 24 anni sfiora il 10%.
L’impennata della disoccupazione giovanile mobilita da tempo gli uffici del lavoro cantonali. Il Ticino, la Svizzera romanda e quella tedesca combattono il problema con concetti innovativi, che stanno dando i primi frutti.
Secondo il Segretariato di Stato dell’economia (seco), l’anno scorso il tasso di disoccupazione giovanile superava nettamente, con il 5,1%, la media generale del 3,9%. A preoccupare particolarmente è il forte aumento registrato dal 2001, quando il tasso si situava intorno all’1,8%.
Quadro non omogeneo
Notevoli variazioni sussistono fra le varie regioni linguistiche. L’anno scorso nella Svizzera italiana il tasso di disoccupazione dei 15-24enni era del 6,6%. Nella Svizzera francese si arrivava al 6,2% e nella Svizzera tedesca al 4,7%. Particolarmente toccati i giovani che finivano il tirocinio.
Per combattere efficacemente la disoccupazione giovanile, il consigliere federale Joseph Deiss ha proposto in febbraio un piano d’azione che prevede una stretta collaborazione fra Confederazione e cantoni. I concetti variano però leggermente da una regione linguistica all’altra.
Modello romando
I responsabili romandi hanno elaborato un percorso formativo che riunisce gli aspetti teorici e pratici di una formazione continua, volto a preparare i giovani al mondo del lavoro. Questo modello è stato denominato semestre di motivazione (SEMO).
I SEMO mescolano lavori pratici e corsi, per esempio sotto forma di lezioni di recupero in francese o in matematica. Pioniere è stato il Canton Vallese, che ha lanciato il primo SEMO già nel 1994. Tutti i cantoni romandi hanno adottato in seguito questo modello. Il Vallese vanta oggi il tasso più basso di disoccupazione giovanile in Romandia.
Piano in sette punti per il Ticino
In Ticino sono soprattutto i giovani fra i 20 e 24 anni ad avere difficoltà nel trovare un impiego. Il loro tasso di disoccupazione raggiunge il 9,8%.
Per il Partito popolare democratico (PPD), le cause della disoccupazione giovanile sono da ricercare nella bassa congiuntura e nella libera circolazione delle persone. Per questo all’inizio di marzo ha inoltrato una mozione al Parlamento ticinese, che propone di contrastare la situazione con un piano in sette punti. Fra l’altro vengono chiesti contratti di occupazione fra il cantone e le grandi ditte nonché degli stage per i giovani in Svizzera tedesca e all’estero.
Il Dipartimento dell’economia ticinese analizza la situazione in modo diverso. Secondo Sergio Montorfani, capo dell’Ufficio cantonale del lavoro, in periodi dove la disoccupazione è generalmente alta, sono sempre i giovani ad essere toccati maggiormente. Sarebbe ininfluente invece, la libera circolazione delle persone, come prova la lunga esperienza con i pendolari italiani.
La Svizzera tedesca sceglie il coaching
Nella Svizzera tedesca i cantoni si concentrano su misure quali il mentoring e il coaching. Nel caso del mentoring, una persona con esperienza accompagna un giovane prima o durante il tirocinio. Un lavoro non di rado assunto da pensionati. L’accompagnamento dei giovani che entrano nel mondo del lavoro prende invece il nome di coaching.
Dieci cantoni svizzero-tedeschi hanno lanciato l’iniziativa AMOSA (Arbeitsmarktbeobachtung Ostschweiz, Aargau und Zug), volta a facilitare ai giovani l’entrata nel mondo del lavoro. Una conferenza prevista per inizio aprile permetterà di fare un primo bilancio.
swissinfo e agenzie
Nel 2001, il tasso di disoccupazione dei giovani svizzeri tra i 15 e i 24 anni era dell’1,8%.
Nel 2004, il tasso è passato al 5,1%, una percentuale al di sopra della media generale, comprendente tutte le categorie d’età, che si attesta al 3,9%.
Diverso l’impatto della disoccupazione giovanile nelle tre regioni linguistiche: 6,6% in Ticino, 6,2% nella Svizzera francese, 4,7% nella Svizzera tedesca.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.