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Gli Stati Uniti scrutano la Svizzera per la riforma sanitaria

Keystone

Il sistema sanitario svizzero è lungi dall'essere perfetto, ma gli Stati Uniti lo stanno comunque esaminando come modello per la loro riforma, spiega Thomas Zeltner, direttore dell'Ufficio federale della sanità.

Dall’elezione di Barack Obama, i contatti tra i responsabili del settore sanitario elvetico e i loro omologhi americani si sono intensificati.

Il presidente statunitense ha fatto della riforma sanitaria una priorità della sua legislatura. L’obiettivo principale è di offrire una copertura assicurativa a tutti gli americani, anche a quei 46 milioni di cittadini che ne sono privi. La riforma è fortemente osteggiata dai repubblicani, ma sembra godere dell’appoggio di una maggioranza della popolazione (il 53% la ritiene necessaria, secondo l’ultimo sondaggio). Obama spera di riuscire a far approvare il progetto dal Congresso entro la fine del 2009.

Thomas Zeltner, che si ritirerà alla fine dell’anno dopo 19 anni passati alla testa dell’Ufficio federale della sanità, a partire da gennaio darà un corso sul sistema sanitario svizzero all’Università di Harvard.

swissinfo.ch: Com’è nato questo interesse da parte degli Stati Uniti per il sistema sanitario elvetico?

Thomas Zeltner: Il tutto è partito da un paio d’articoli scritti cinque o sei anni fa dalla professoressa di Harvard Regina Herzlinger, la quale affermava che il sistema svizzero era uno dei più interessanti dal punto di vista americano.

Negli ultimi due anni ci sono stati molti contatti tra la prestigiosa università statunitense e specialisti svizzeri. Diversi membri della facoltà sono molto interessati al modello di mercato regolato, applicato principalmente in Svizzera e nei Paesi Bassi.

In agosto una delegazione del Congresso americano ha incontrato esperti dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Io stesso ho avuto dei colloqui con rappresentanti dell’amministrazione Obama e in particolare con il responsabile del segretariato della sanità Bill Corr. Il tema ha suscitato interesse anche tra i media americani.

swissinfo.ch: Che lezioni possono trarre gli Stati Uniti per la riforma del loro sistema sanitario?

T.Z.: In Svizzera siamo riusciti ad introdurre una copertura universale. Attualmente il 99% circa della popolazione ha un’assicurazione. Anche gli immigrati illegali sono coperti se devono ricorrere a cure mediche.

Gli Stati Uniti devono far fronte a molti degli stessi problemi a cui siamo stati confrontati noi prima della riforma della Legge sull’assicurazione malattie, entrata in vigore nel 1996. All’epoca non avevamo un sistema di assicurazione obbligatoria, le compagnie potevano limitarsi ad assicurare le persone con meno rischi e offrire un catalogo di prestazioni ridotto. Inoltre in alcune regioni era assicurato solo chi aveva un lavoro.

Gli Stati Uniti hanno esaminato diversi modelli e si sono soffermati su quello svizzero poiché potrebbe permettere loro di risolvere alcuni dei loro problemi, in particolare associando al sistema delle compagnie private.

swissinfo.ch: Non è un po’ presuntuoso voler esportare un modello che è molto criticato in Svizzera, in particolare per il continuo aumento dei costi della salute e dei premi dell’assicurazione malattia?

T.Z.: Non vogliamo assolutamente nascondere che anche il nostro sistema è confrontato a delle difficoltà ed è lungi dall’essere perfetto. Per questa ragione abbiamo anche discusso delle conclusioni critiche contenute nel rapporto realizzato nel 2006 dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

I costi sono sicuramente un problema. Ma se li analizziamo da un punto di vista internazionale la Svizzera non registra dei risultati così pessimi come spesso si crede. Ad esempio, negli ultimi 10 anni i costi della salute sono cresciuti del 2,1% all’anno, una cifra inferiore alla media dell’OCSE.

Spendere l’11% del prodotto interno lordo per la sanità è sicuramente tanto, ma se si analizzano le prestazioni ricevute e il livello di soddisfazione del pubblico non siamo messi così male.

swissinfo.ch: Perché il sistema statunitense non funziona?

T.Z.: I prezzi sono molto elevati: medicinali, salari dei dottori, degenze in ospedale…

Inoltre vi sono notevoli carenze dovute all’insufficiente copertura. Chi non ha un’assicurazione non va dal medico o ci va troppo tardi, ciò che genera costi ancora più elevati.

La prevenzione deve pure essere una priorità. Una delle sfide più grandi è la lotta all’obesità: i casi di diabete e di malattie cardiovascolari rappresentano un fardello sempre più pesante per tutto il sistema.

swissinfo.ch: Pensa che il principio della solidarietà, che costituisce il pilastro della Legge sull’assicurazione malattie, abbia un senso negli Stati Uniti?

T.Z.: La questione della solidarietà e di cosa deve fare la comunità nel caso in cui qualcuno si ammali è percepita in modo diverso.

Ogni volta che parliamo di solidarietà, i nostri interlocutori americani ci guardano con un certo stupore. Negli Stati Uniti le persone più povere e gli anziani possono beneficiare dei programmi Medicare e Medicaid. Tuttavia il concetto di solidarietà in questo ambito è qualcosa di estraneo. Nessuno ne parla.

In Svizzera l’accesso alle cure è garantito dalla legge, che attribuisce molte responsabilità ai governi cantonali e a quello federale. Negli Stati Uniti la salute è soprattutto una questione individuale e dei datori di lavoro. Il ruolo dello Stato è perciò molto inferiore.

swissinfo.ch: Pensa che Obama riuscirà a far passare la sua riforma?

T.Z.: Gli statunitensi che incontro, anche quelli di fede repubblicana, dicono che questo tema ‘is too big to fail’, è troppo importante per fallire.

Qualcosa sicuramente verrà fuori. Bisognerà ora vedere cosa e quanto. Abbandonare la proposta di un’assicurazione statale potrebbe essere un compromesso per convincere i repubblicani. Obama ha bisogno di una soluzione che possa essere accettata dai due schieramenti.

È una questione di primaria importanza. È impossibile aprire un giornale o accendere la televisione senza leggere o ascoltare qualcosa sulla riforma sanitaria. È una delle priorità dell’amministrazione Obama e per questa ragione deve riuscire a raggiungere un risultato.

Simon Bradley, swissinfo.ch

Nel suo discorso sulla riforma della sanità pronunciato davanti al Congresso, il presidente statunitense si è detto pronto a scendere a compromessi, ma non a rinunciare al principio di una copertura globale.

In particolare Barack Obama potrebbe rinunciare alla cosiddetta opzione pubblica, che metterebbe in concorrenza un’agenzia governativa con le assicurazioni, uno dei punti più contestati dall’opposizione repubblicana.

Obiettivo principale della riforma è di fornire una copertura assicurativa anche ai 46 milioni di americani che ne sono sprovvisti.

Negli ultimi anni i costi della salute negli Stati Uniti sono saliti in maniera vertiginosa. Entro il 2018 potrebbero rappresentare più del 20% del prodotto interno lordo. Il bilancio federale è intaccato pesantemente dalle spese per finanziare i programmi Medicare e Medicaid, destinati agli anziani e ai più poveri.

Le spese mediche sono inoltre la causa principale della bancarotta individuale.

I primi tentativi di creare un’assicurazione malattia obbligatoria in Svizzera risalgono alla fine del XIX secolo. Nel 1899 una legge in tal senso, ispirata al modello tedesco, fu bocciata in votazione popolare.

Nel 1912 una nuova normativa riuscì invece a superare lo scoglio del referendum. Questa nuova legge rendeva in sostanza obbligatoria l’assicurazione contro gli infortuni per i lavoratori, mentre per l’assicurazione malattia sussisteva il principio della libera adesione.

In seguito fallirono diversi tentativi di revisione, ad eccezione di un piccolo ‘lifting’ nel 1964.

Per una riorganizzazione completa del settore si dovette attendere il 1994, con la Legge sull’assicurazione malattia, entrata in vigore due anni dopo. La nuova normativa comprende un’assicurazione di base obbligatoria, premi assicurativi senza nessuna distinzione per sesso, il pagamento di sussidi agli assicurati di condizione economica modesta e la possibilità di cambiare la cassa malati senza nessun ostacolo burocratico.

La Svizzera è al terzo rango mondiale per quanto concerne le spese sanitarie. Attualmente, i costi equivalgono al 10,8% del prodotto interno lordo, una percentuale inferiore solo a quella di Stati Uniti (16%) e Francia (11%).

Ogni anno in media una persona in Svizzera spende 4’417 dollari (4’760 franchi) per la sanità. Negli Stati Uniti la media è di 7’290. La Svizzera si situa ben al di sopra della media dei paesi dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica.

In Svizzera vi è un’alta densità di persone che lavorano nel settore sanitario, con 3,9 dottori e 14,9 infermieri ogni 1’000 abitanti.

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