Il modello svizzero di tirocinio in pericolo
Una ditta zurighese ha proposto in questi giorni posti di tirocinio d'informatica, per 50'000 franchi. A carico però dell’apprendista.
L’iniziativa, che ha sollevato molte reazioni e discussioni, rimette in evidenza il problema della penuria di posti di apprendistato in Svizzera.
Invece di offrire un modico, ma consueto salario, la società Global Communication Technology (GCT), chiedeva agli apprendisti di sborsare 50’000 franchi per la loro formazione, sull’arco di 4 anni.
Seppure lanciata pochi giorni prima dell’inizio dei tirocini 2004/05, l’iniziativa della ditta zurighese stava quasi per avere successo: le autorità cantonali avevano dato il loro benestare e vi erano anche diversi candidati.
“Per finire ci sono mancate solo due candidature con il profilo giusto per dare avvio ai tirocini”, comunica Max Holliger, il fondatore e direttore della GCT.
Progetto solo rinviato
Accusato di voler far soldi sulle spalle dei giovani, approfittando della penuria di posti di apprendistato, l’informatico zurighese rimane convinto della validità della sua iniziativa. Il progetto verrà quindi soltanto rinviato all’anno prossimo.
“Molte piccole e medie aziende che occupano degli apprendisti non hanno le competenze o le possibilità per offrire una formazione di qualità. Per fare questo bisogna dedicare molto tempo ai giovani”, afferma il promotore dell’iniziativa.
“La GCT garantirebbe invece una formazione al di sopra della media, permettendo poi ai giovani di trovare facilmente un buon posto di lavoro”.
Formazione “a due velocità”
Tra le critiche lanciate contro l’iniziativa di Holliger vi è soprattutto quella di voler introdurre una formazione professionale “a due velocità”, in cui un apprendistato di qualità sarebbe accessibile soltanto ai giovani delle classi sociali più favorite.
“Sono scandalizzato dal fatto che questo progetto sia stato accettato dalle autorità di Zurigo“, insorge Jean-Christophe Schwaab, co-presidente del Comitato svizzero contro la disoccupazione dei giovani (Cscj).
“In questo modo si vuole snaturare il sistema svizzero di apprendistato, che si basa finora su due pilastri: l’insegnamento teorico, garantito dalle scuole cantonali, e la formazione pratica, presa a carico dalle aziende stesse”.
Il modello svizzero
L’iniziativa dell’informatico zurighese non rappresenta una novità assoluta. In Svizzera esistono già da anni scuole professionali private che offrono una formazione qualitativa a caro prezzo.
Il progetto di Holliger tocca però un modello, quello del tirocinio, che assicura la formazione di ben il 70% dei giovani svizzeri. Un modello considerato inoltre esemplare, studiato con attenzione anche da altri paesi europei.
In Svizzera, subito dopo la scuola dell’obbligo, gli apprendisti vengono assunti dalle aziende per seguire i 3 o 4 anni di tirocinio. E spesso rimangono al loro servizio anche dopo la fine dell’apprendistato.
A questo modello viene attribuito in buona parte il basso tasso di disoccupazione giovanile, pari a circa il 5%.
Nei paesi membri dell‘Unione europea, dove i giovani accedono generalmente al mondo del lavoro al termine di una formazione professionale prevalentemente scolastica, questo tasso supera il 18%.
Sistema in crisi?
Ma negli ultimi tempi anche il modello svizzero ha lasciato apparire alcune crepe. Il numero delle ditte che offrono dei tirocini è diminuito e i giovani faticano maggiormente, rispetto a pochi anni fa, a trovare il posto di apprendistato desiderato.
“Troppe ditte si deresponsabilizzano dai loro compiti di formazione. Si limitano ad assumere personale già qualificato, lasciando sopportare ad altri gli oneri dell’apprendistato”, osserva Chantal Galladé, consigliera nazionale socialista ed esperta di formazione professionale.
Le ragioni non sarebbero da ricercare soltanto nella debolezza economica degli ultimi anni, che ha spinto diverse aziende a tagliare le spese anche nel campo della formazione professionale.
“Molte aziende manifestano semplicemente una visione a corto termine. In Svizzera operano inoltre sempre più ditte straniere che non conoscono neppure il modello elvetico di tirocinio”, ritiene la parlamentare socialista.
Rischio di emarginazione
Sia Chantal Galladé che Jean-Christophe Schwaab chiedono alle autorità di far pressione sul mondo economico, allo scopo di introdurre rapidamente le nuove disposizioni previste dalla Legge sulla formazione professionale, entrata in vigore all’inizio del 2004.
In particolare la creazione in tutti i rami professionali di fondi speciali, destinati a sostenere le aziende che assumono apprendisti. Il finanziamento di questi fondi spetta alle ditte che non offrono posti di tirocinio.
“In Svizzera, la disoccupazione giovanile è forse meno forte che in altri paesi europei. Ma non è questa una ragione per non combatterla”, sostiene Schwaab.
“Un giovane che comincia la sua vita professionale quale disoccupato, perde rapidamente le sue competenze e la sua motivazione. Un passo pericoloso verso la precarietà e l’emarginazione”.
Scelta troppo ristretta
Dall’anno scorso, la Confederazione e i Cantoni hanno già lanciato diverse iniziative con gli operatori del mondo del lavoro per offrire un numero sufficiente di posti di apprendistato.
Secondo l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (Ufft) la situazione sarebbe già migliorata e oggi non si può più parlare di una penuria quantitativa di posti di tirocinio.
Per Andreas Merk, portavoce dell’Ufft, molti giovani non sfruttano ancora tutti gli sbocchi professionali disponibili e si limitano a cercare un apprendistato nell’ambito di solo 2 o 3 mestieri.
“Purtroppo, non tutti possono diventare informatici o impiegati di banca. Molti giovani sembrano ignorare che in Svizzera esistono possibilità di tirocinio in 300 professioni diverse, altrettanto interessanti”, afferma Andreas Merk.
swissinfo, Armando Mombelli
Dopo la scuola dell’obbligo, solo il 20% dei giovani svizzeri seguono studi liceali.
Il 70% dei giovani optano invece per un tirocinio professionale.
Secondo il barometro nazionale dell’apprendistato, nel giugno 2004 mancavano 1’500 posti di tirocinio in Svizzera.
Nel 2003 il popolo svizzero ha respinto un’iniziativa che proponeva di ancorare nella Costituzione il diritto per tutti i giovani ad una formazione professionale.
Sempre l’anno scorso, la Confederazione, i Cantoni, il padronato e sindacati hanno creato un “task force” per garantire un numero maggiore di posti di apprendistato.
La nuova Legge sulla formazione professionale, entrata in vigore all’inizio del 2004, prevede di introdurre diverse incentivi nei prossimi 3 o 4 annni per aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro.
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