Megafurto di quadri a Parigi, otto anni a “Spider-man”
(Keystone-ATS) Otto anni di carcere e 200’000 euro da pagare per Vjeran Tomic detto “Spider-man” per aver rubato dal Museo d’Arte Moderna di Parigi 5 capolavori di Picasso, Matisse, Modigliani, Braque e Leger per un valore di 104 milioni di euro.
Sette anni di carcere, invece, per l’antiquario che ha organizzato il furto, Jean-Michel Corvez, 150’000 euro di multa e casa confiscata, e 6 anni a Yonathan Birn con 150’000 euro di multa, che ha tenuto nascosti i capolavori.
E tutti e 3 condannati a pagare 104 milioni alla città di Parigi, proprietaria delle 5 opere, per aver sottratto questi tesori che fanno parte del “patrimonio culturale dell’umanità”. Puniti così i protagonisti di quello che fu chiamato “furto del secolo”, avvenuto il 20 maggio del 2010, in piena notte, nel museo dell’Arte moderna di Parigi: protagonista assoluto, Tomic, 49 anni, originario della Bosnia, che si definisce una sorta di “ladro gentiluomo”. Arsenio Lupin, però, non si arrampicava sui palazzi. Lui sì: la sua specialità, infatti, è il “furto con scalata”.
Quella notte Tomic riesce a introdursi nel museo in pochi minuti, senza che nessuno lo veda, smontando una vetrata dalla parte della Senna. Poi fa il suo shopping senza problemi, perché incredibilmente l’allarme del museo è… rotto! Lo racconterà lui stesso in un’intervista al settimanale VSD: “Avrei potuto prenderne 30 di tele! Ma ho preferito lasciarle al museo. Cinque erano sufficienti”.
La sua “generosità” non rende la sua fedina penale migliore. La Polizia lo conosce bene: è stato arrestato diverse volte e ha passato 15 anni in prigione, per furti vari di gioielli e opere d’arte. Tomic ha fatto del suo corpo lo “strumento” del suo lavoro, anche se ora ha ammesso sempre a VSD di “aver preso 10 chili”. È capace di arrampicarsi a mani nude o con il solo aiuto di una corda anche per 10 piani di un edificio; ha un equipaggiamento da professionista per l’arrampicata; per essere all’altezza della situazione si allenava anche due ore al giorno al Bois de Boulogne facendo jogging e scalando nella foresta di Fontainebleau. Nel 2000 però è caduto dopo aver fatto “visita” a due appartamenti che si trovavano al settimo piano.
Ora il vero dilemma è capire dove sono finiti i quadri rubati, introvabili. Birn anche oggi, in preda a una crisi di nervi, ha ripetuto al giudice, che li ha distrutti, temendo di essere scoperto. La versione non convince gli inquirenti, che credono piuttosto a una vendita delle opere all’estero, né Tomic che ha dichiarato: “Credo che i quadri riappariranno dopo il processo”.