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Messico: Galvez, la candidata presidente outsider temuta da Obrador

Il piano di pubblica sicurezza e di lotta alla droga proposto dalla esuberante parlamentare di opposizione va nella direzione contraria a quella difesa in questi anni dal presidente Andrés Manuel López Obrador. (Foto d'archivio) KEYSTONE/AP/Fernando Llano sda-ats

(Keystone-ATS) Combattiva, determinata, conservatrice quanto basta, ma anche femminista, favorevole all’aborto e simpatizzante della comunità Lgbt: le apparenti contraddizioni suonano come carte vincenti nelle mani della senatrice indigena Xochitl Galvez.

Lei è piombata quasi dal nulla sulla scena politica del Messico per infiammare la corsa elettorale in vista delle presidenziali del 2024. Sembra avere le idee chiare: “Niente abbracci” ai trafficanti, è uno degli slogan della sua candidatura alla presidenza per il Partito di azione nazionale (Pan, di centro-destra).

Il piano di pubblica sicurezza e di lotta alla droga proposto dalla esuberante parlamentare di opposizione va nella direzione contraria a quella difesa in questi anni dal presidente Andrés Manuel López Obrador, meglio noto come Amlo, e racchiusa appunto nel motto “Abbracci, non proiettili”.

Galvez (che con la sua ascendente popolarità è particolarmente temuta dalla coalizione di centro-sinistra attualmente al governo, Morena) ha dichiarato l’intenzione di recuperare alcune politiche dell’ex presidente Felipe Calderón, che durante il suo mandato (2006-2012) inaugurò la cosiddetta ‘Guerra ai narcos’, basata sulla discesa in piazza dei militari per contrastare la criminalità organizzata.

“Ci sono esperienze di successo nel governo di Calderón che potremmo riprendere”, ha detto Galvez, considerata ormai l’antitesi perfetta di Amlo, durante una conferenza stampa a Guanajuato, uno degli Stati messicani più colpiti dalla violenza dei cartelli. Tra le sue idee, quella di riabilitare la polizia federale a discapito della guardia nazionale creata da Obrador e da lei giudicata “inesistente”.

Con il suo piglio deciso, la politica sessantenne, che si definisce “una donna lavoratrice venuta dal basso”, non fa dormire sonni tranquilli all’attuale capo dello Stato, il quale infatti fino a poco tempo fa la attaccava quasi quotidianamente.

Galvez a sua volta non risparmia critiche all’amministrazione di Obrador e, per attirare l’attenzione dei media sul suo nome, nel corso degli ultimi mesi ha utilizzato insoliti stratagemmi. A dicembre, per esempio, si recò in parlamento vestita con un enorme costume da dinosauro e il cartello “Jurassic Plan” per protestare contro la riforma giudiziaria dell’esecutivo, da lei definita un “passo indietro”. A giudicare dai sondaggi, che la vedono in costante crescita, la strategia di Galvez almeno finora sembra funzionare.

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