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Cosa c’è dietro la spinta svizzera per la segretezza sui prezzi dei farmaci?

Farmacia
Sempre più terapie vengono immesse sul mercato con prezzi superiori a 100'000 franchi svizzeri e prove cliniche limitate, creando nuove sfide per gli assicuratori sanitari. Keystone

Nel tentativo di ridurre i costi della sanità, l’Assemblea federale sta prendendo in considerazione misure sui prezzi dei farmaci che hanno suscitato le ire di diversi esperti ed esperte di salute pubblica. Che cosa c’è dietro e perché suscitano tante polemiche?

Nel corso dell’ultima sessione delle Camere federali il Consiglio degli Stati (camera alta del Parlamento elvetico) ha votato a favore di un ampio pacchetto di misure per arginare l’impennata dei costi sanitari. Tra queste, c’è una serie di proposte volte a ridurre il prezzo dei farmaci e a favorire l’accesso a nuove terapie ad alto costo.

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Il Governo federale e l’altra camera dell’Assemblea devono ancora pronunciarsi sull’ultima versione del pacchetto di contenimento dei costi, ma esperti ed esperte di salute pubblica e diritto stanno già lanciando l’allarme sulle proposte relative al prezzo di alcuni farmaci. Secondo loro, infatti, alcune misure, oltre a non riuscire a contenere i costi, potrebbero portare a un aumento del prezzo dei farmaci nel lungo termine e avere conseguenze sul loro costo a livello globale.

Che cosa c’è dietro questo dibattito? Scopriamolo insieme.

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Chi decide il prezzo dei farmaci e come

Questo contenuto è stato pubblicato al Il settore farmaceutico svizzero fornisce farmaci in tutto il mondo, ma non in tutti Paesi il cartellino del prezzo indica la stessa cifra. Ecco perché.

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Quali sono gli interventi proposti sui prezzi dei farmaci?

Una misura del pacchetto di contenimento dei costi prevede di inserire nella legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) dei cosiddetti modelli di prezzo, noti anche come accordi di accesso condizionato al mercato. Un modello di prezzo è un accordo tra l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e una casa farmaceutica, che stabilisce i termini e le condizioni per l’inserimento di un determinato farmaco nell’elenco delle specialità, condizione necessaria perché sia coperto dall’assicurazione sanitaria.

I modelli di prezzo possono essere di diversi tipi. Uno dei più comuni è lo sconto sul volume, in base al quale la casa farmaceutica offre sconti o rimborsi quando le vendite raggiungono una soglia concordata. Un altro si basa sulle prestazioni dei farmaci ed è spesso utilizzato nel caso di trattamenti innovativi e costosi, come le terapie geniche, per le quali esistono poche sperimentazioni cliniche a lungo termine. Secondo questo modello, l’assicurazione paga il produttore del farmaco solo se si raggiungono determinati risultati in termini di salute dei pazienti.

Le misure discusse dall’Assemblea federale porterebbero a sancire tali modelli di prezzo per legge, ma a condizione che i prezzi in questione restino riservati. In questo modo, il pubblico non avrebbe accesso né al prezzo finale del farmaco, né alle condizioni concordate.

Un’altra misura discussa nell’ambito del pacchetto di contenimento dei costi sanitari mira a mettere i farmaci a disposizione del pubblico più rapidamente. In questo modo, i pazienti potrebbero accedere alle terapie non appena ottenuta l’approvazione di Swissmedic, l’autorità svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti e dei dispositivi medici, invece di aspettare che l’Ufficio della sanità pubblica e la casa farmaceutica raggiungano un accordo su prezzi e condizioni. Le assicurazioni dovrebbero pagare il prezzo stabilito dalla casa farmaceutica fino a una data prestabilita. La misura è ispirata alla situazione della Germania, che offre accesso immediato alle cure.

La proposta arriva in un momento in cui le trattative si sono fatte più complesse a fronte di nuove terapie ad alto costo. Un’indagineCollegamento esterno condotta dalla Federazione Europea delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche ha rilevato che, nel 2023, sono trascorsi in media 301 giorni dall’approvazione normativa al momento in cui le nuove terapie sono state inserite nell’elenco delle specialità svizzero. Nel 2015 la media era stata di appena 42 giorni, e il limite legale sarebbe 60 giorni.

Sebbene questa mossa possa migliorare l’accesso alle cure, potrebbe però causare un aumento dei prezzi, avvertono esperti ed esperte. Alcuni studi hanno rilevato che è molto difficile rinegoziare i prezzi o rimuovere un farmaco dal mercato quando è già in uso. Ciò significa che il primo prezzo spesso diventa quello definitivo, afferma l’esperta di diritto medico Kerstin Noëlle Vokinger, dell’Università di Zurigo.

“Il modello tedesco non andrebbe seguito. Anche se può garantire un accesso più rapido ai farmaci, comporterebbe costi maggiori per il sistema sanitario svizzero e per le famiglie”, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch. Sulla base dei farmaci rimborsati tra il 2011 e il 2022, l’esperta ha calcolato che, adottando il modello tedesco, la Svizzera pagherebbe 655 milioni di franchi in più all’anno.

Inoltre, la Confederazione dispone già di un articolo della legge sanitaria (LAMal articolo 71) per l’uso off labelCollegamento esterno che consente ai medici di richiedere accessi speciali ai farmaci fuori trattativa.

Cosa spinge alla segretezza sui prezzi dei farmaci?

Il pacchetto di contenimento dei costi è stato propostoCollegamento esterno dal Governo nel 2022, nel tentativo di contenere i costi della sanità. Dopo che a giugno l’elettorato svizzero ha respinto due iniziative volte a contenere le spese sanitarie, la necessità di trovare una soluzione al crescente onere finanziario che grava sulle famiglie si è fatta ancora più urgente.

I prezzi dei farmaci sono considerati una fonte importante di risparmio. Sempre più terapie vengono immesse sul mercato con prezzi superiori a 100’000 franchi svizzeri e sperimentazioni cliniche limitate, creando nuove problematiche per le assicurazioni sanitarie.

Molti Paesi, soprattutto in Europa, hanno introdotto dei modelli di prezzo per rendere disponibili nuove terapie riuscendo però a gestirne il rischio finanziario. Secondo un sondaggioCollegamento esterno, circa 28 dei 41 Paesi ad alto reddito e dell’Unione Europea utilizzano accordi di accesso condizionato al mercato.

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La Svizzera ha già accettato dei modelli di prezzo per singoli farmaci, ma un’applicazione più regolare richiede un’adeguata base giuridica.

Le aziende farmaceutiche sono sempre più disposte ad accettare sconti e altri modelli di prezzo, a condizione che non vengano resi pubblici. A quanto pare, infatti, la riservatezza consente loro di adattare le strategie di prezzo alle esigenze dei vari Paesi.

“Mantenere segreti i modelli di prezzo è essenziale per continuare a offrire farmaci innovativi”, ha dichiarato al Senato la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. “Senza questa riservatezza, i prezzi potrebbero essere più alti, cosa che graverebbe significativamente sui premi”. Inoltre, si rischia che le aziende non introducano nuove terapie in Svizzera o che lo facciano con un certo ritardo.

Secondo le stime del Governo, l’applicazione di sconti sui volumi potrebbe consentire un risparmio di circa 400 milioni di franchi. Un sondaggioCollegamento esterno condotto nel 2017 in 11 Paesi che applicavano i modelli di prezzo ha mostrato che i nuovi farmaci ricevevano sconti compresi tra il 20 e il 29%.

Perché la proposta suscita polemiche?

L’esperta di diritto medico Kerstin Noëlle Vokinger, dell’Università di Zurigo, sostiene che modelli di prezzo e appalti retribuiti non sono un problema, in certe situazioni, ma che a preoccupare è la crescente segretezza. Anche la Germania sta discutendo se inserire gli sconti confidenziali nella propria legge sanitaria.

“Siamo di fronte a una sorta di dilemma del prigioniero”, ha dichiarato Vokinger a SWI swissinfo.ch all’inizio dell’anno.  “Se un Paese pensa solo a sé stesso perché crede che la segretezza lo aiuti a ottenere prezzi più bassi, l’intero sistema crolla, perché poi anche gli altri Paesi non avranno più ragione di seguire una politica di trasparenza”.

La Svizzera ha uno dei sistemi di determinazione dei prezzi dei farmaci più trasparenti al mondo: una volta che l’UFSP e la casa farmaceutica giungono a un accordo, i relativi prezzi vengono pubblicati nell’elenco delle specialità. Ciò consente a qualsiasi Paese di utilizzarli come riferimento nelle trattative con le aziende produttrici. A sua volta, la Svizzera si basa sui prezzi di un gruppo di Paesi di riferimento per le proprie trattative.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fortemente sconsigliato gli sconti confidenziali, ammonendo che possono portare a una distorsione del prezzo dei farmaci. Nel 2019, la Svizzera ha appoggiato una risoluzione dell’OMS che esortava i Paesi a condividere informazioni sui prezzi netti e a sostenere una migliore condivisione dei dati.

La crescente segretezza è in netto contrasto con tutto questo. Inoltre, mette i governi in una posizione di debolezza nei confronti delle case farmaceutiche, ha dichiarato Patrick Durisch, responsabile delle politiche sanitarie dell’ONG svizzera Public Eye. “Abbiamo bisogno di più trasparenza, non meno. Con gli sconti confidenziali è l’industria farmaceutica a vincere, perché può mantenere i prezzi di listino dei nuovi farmaci brevettati alti ovunque”, ha scritto Durisch in un’e-mail.

Uno studio guidato da Vokinger ha rilevato che in Svizzera il numero di farmaci scontati è aumentato da uno nel 2012 a 51 nell’ottobre 2020. Tra questi, 14 non dispongono di informazioni pubbliche riguardo all’ammontare dello sconto o al prezzo pagato ai produttori.

Senza trasparenza, è difficile sapere se l’UFSP stia davvero facendo un buon affare. A ribadirlo è Flavia Wasserfallen, membro del Consiglio nazionale per il Partito Socialdemocratico, durante il dibattito in Senato. “Alla fine, non è chiaro se il potenziale di risparmio dichiarato si realizzi davvero”, ha detto.

Uno studio osservazionaleCollegamento esterno pubblicato a dicembre sugli accordi per l’accesso condizionato al mercato in Italia, che è stato uno dei primi Paesi ad adottarli, ha trovato poche prove che tali modelli portino a una riduzione della spesa farmaceutica.

Uno dei motivi principali, suggerisce Vokinger, è che le case farmaceutiche spesso iniziano le trattative con prezzi più alti di quelli che proporrebbero se vigesse una maggiore trasparenza. Inoltre, tendono a prolungare le trattative, ritardando l’ingresso di nuovi farmaci.

L’Incaricato federale della protezione dei dati (IFPDT) si è già espresso contro la riduzione della trasparenza, affermando che è in netto contrasto con il principio dell’accesso pubblico. In definitiva, secondo Vokinger, è tutta questione di responsabilità: “I pazienti e la società in genere hanno il diritto di conoscere i costi delle singole terapie”.

A cura di Balz Rigendinger/ts.

Traduzione: Camilla Pieretti

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