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La farmaceutica svizzera scommette sulla Slovenia

sito industriale slovenia
Mengeš, una città di 8'000 abitanti a circa 15 chilometri a nord della capitale slovena Lubiana, ospita il più grande sito produttivo globale di Novartis per gli ingredienti dei farmaci biologici. 24k-production / Alamy

Il colosso farmaceutico Novartis nel corso degli anni ha investito moltissimo in Slovenia, aiutando a trasformare il Paese in un centro globale per la produzione di farmaci generici. Mercato che però oggi è sempre più dominato dai concorrenti asiatici. Le compagnie svizzere vedono nel piccolo stato balcanico un partner importante per la transizione verso medicinali più complessi e dai prezzi più alti.

L’ascesa di Polonca Kuhar nell’industria farmaceutica slovena è speculare a quella del suo Paese, diventato in pochi anni un attore importante nella produzione globale di medicinali. Kuhar ha cominciato a lavorare come ricercatrice nel 2002, sviluppando farmaci generici per la compagnia Lek, che proprio quell’anno venne acquistata dal gigante farmaceutico svizzero Novartis. Da allora ha fatto carriera.

Il Covid-19 e poi le guerre in Ucraina e in Medio Oriente hanno accelerato una tendenza strutturale in atto da quando Donald Trump ha assunto la carica di presidente degli Stati Uniti nel 2017, ovvero quella di ridefinire la globalizzazione così come l’abbiamo vissuta negli ultimi tre decenni. Da un lato, i Paesi occidentali, stanchi degli effetti negativi di una politica di apertura commerciale, stanno ricorrendo a misure più protezionistiche, abbracciando parallelamente un discorso anti-cinese. Dall’altro, quello che viene definito il Sud globale vuole un altro tipo di globalizzazione, che ponga al centro i suoi interessi.

Questi cambiamenti stanno influenzando le politiche estere, il commercio, gli investimenti e il modo in cui le grandi aziende internazionali si posizionano in un mondo sempre più diviso, sullo sfondo del rallentamento della crescita cinese.

Tra queste, le numerose multinazionali svizzere che traggono vantaggio dall’approvvigionamento di materie prime da tutto il mondo ed esportano i loro prodotti ovunque. Esse dipendono dalla stabilità dei prezzi delle materie prime, dalla fluidità delle catene di approvvigionamento e dall’apertura dei mercati.

In questa serie analizziamo l’impatto di questa evoluzione geopolitica sulle maggiori aziende svizzere. Tra gli argomenti trattati: come la Cina è un mercato interessante per alcuni beni di nicchia di fascia alta, il reshoring dell’industria farmaceutica in Europa, l’India come la prossima Cina e il possibile aspetto di una globalizzazione più inclusiva.

Kuhar, farmacista di formazione, oggi è a capo di un team di oltre 500 persone a Mengeš, circa 15 chilometri a nord dalla capitale slovena Lubiana. In questa cittadina di 8’000 abitanti si trova il più grande sito globale di Novartis per la produzione di principi attivi per farmaci biologici.

“Il campus è cresciuto in modo organico in tutte le direzioni”, ha raccontato Kuhar a SWI swissinfo.ch, indicando la mappa dei cantieri disseminati nella sede di Mengeš. “Continuiamo a costruire ed espanderci, rinnovando le nostre competenze e adattandole alle esigenze del portfolio di Novartis”.

Le esportazioni farmaceutiche della Slovenia sono aumentate in modo vertiginoso negli ultimi vent’anni: da un valore di 2 miliardi di dollari statunitensi nel 2010 sono salite a 15 miliardi di dollari (circa 13 miliardi di franchi svizzeri) nel 2022. Nello stesso periodo l’industria farmaceutica ha raddoppiato il suo valore aggiunto lordo, e oggi rappresenta circa il 5% del PIL sloveno. Il settore impiega circa 12’000 persone in un Paese di 2 milioni di abitanti – una porzione della forza lavoro simile a quella Svizzera, dove circa 47’000 persone sono impiegate nel farmaceutico.

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Il repentino aumento di esportazioni e importazioni registrato a partire dal 2018 è in gran parte da attribuire all’apertura del centro di distribuzione farmaceutico Kuehne+Nagel, avvenuta proprio quell’anno. Molti prodotti attraversano i confini sloveni, ma non sono necessariamente utilizzati dalla manifattura del Paese.

La Svizzera ha svolto un ruolo fondamentale in questa crescita, in particolare tramite le azioni di Novartis e della sua divisione per i farmaci generici, Sandoz, che da ottobre 2023 è diventata una compagnia indipendente. Senza contare l’acquisizione di Lek, negli ultimi vent’anni Novartis e Sandoz hanno investito più di 3,5 miliardi di franchi in Slovenia, rendendo il piccolo stato balcanico un partner cruciale per due delle maggiori compagnie farmaceutiche svizzere.

Un legame che continua a rafforzarsi. Nel 2022, infatti, Novartis ha annunciato un investimento da 350 milioni di dollari destinati alle sedi slovene, mentre nel 2023 Sandoz, quando era già una compagnia separata, si è impegnata per 400 milioni di dollari. Sono tra i maggiori investimenti di queste aziende negli ultimi due anni, a livello globale. I fondi di Sandoz verranno destinati alla produzione di farmaci biosimilari, ovvero versioni alternative, ma molto simili, di medicinali già approvati. Si tratta del più grande finanziamento mai effettuato da un attore estero nella storia del Paese.

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Novartis prosegue la sua forte crescita

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Da gigante dei farmaci generici…

L’industria farmaceutica slovena nacque alla fine della Seconda guerra mondiale, quando vennero fondate due compagnie – Lek e Krka – per la produzione di farmaci generici e dei loro principi attivi, destinati soprattutto all’Europa orientale. I farmaci generici (o equivalenti) sono copie più economiche di medicine il cui brevetto è scaduto. Novartis comprò Lek per 876 milioni di euro (1,3 miliardi in franchi con il cambio dell’epoca) nel 2002, quando il mercato dei generici era in forte espansione, colmando così una precedente lacuna del suo portfolio aziendale.

“La capacità di Lek di sviluppare farmaci equivalenti era uno dei fiori all’occhiello della compagnia a quei tempi”, racconta Gregor Makuc, responsabile degli affari societari e membro del consiglio di amministrazione dell’azienda, che oggi fa parte di Sandoz. SWI swissinfo.ch ha incontrato Makuc a Lubiana, presso la sede originaria di Lek.

La compagnia divenne in poco tempo una delle consociate Novartis di maggior successo, sviluppando e producendo per il mercato statunitense medicinali molto venduti. Tra questi, un generico a base di omeprazolo per il trattamento delle ulcere (dai farmaci di riferimento Losec e Prilosec). Lek sviluppò anche un antibiotico a base di amoxicillina e acido clavulanico.

Furono i bassi costi operativi della Slovenia, oltre alla competenza nella produzione di generici, ad attrarre gli investimenti esteri: nel 2002 lo stipendio medio annuoCollegamento esterno (a parità di potere d’acquisto) era meno di 35’000 dollari, rispetto a 65’000 dollari in Svizzera. Una differenza importante, visto che la produzione di generici in Europa cominciò presto a dover competere con i costi ancora più bassi di diverse compagnie asiatiche.

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Novartis ricevette un’ottima accoglienza in Slovenia. Il Paese aveva ottenuto l’indipendenza dalla Jugoslavia pochi anni prima e stava attraversando un periodo di profonda trasformazione, da economia socialista concentrata sul mercato interno ad attore del commercio internazionale. I massicci investimenti della compagnia furono fondamentali per facilitare questa transizione.

Dopo l’acquisizione di Lek, Novartis contribuì a rafforzare sia le infrastrutture che le competenze scientifiche lungo tutta la filiera farmaceutica slovena. Vennero costruiti uno stabilimento per il riempimento di fialette, una fabbrica per la produzione di pillole e capsule, diversi laboratori per lo sviluppo di farmaci biologici, e anche un impianto di imballaggio nella città di Lendava, nell’est della Slovenia, che è oggi il più grande di tutta Sandoz e rifornisce oltre 120 Paesi.

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Novartis: Sandoz in borsa dal 4 ottobre

Questo contenuto è stato pubblicato al Il colosso farmaceutico Novartis ha programmato l’autonomia e la quotazione in borsa della sua divisione di generici e biosimilari Sandoz per il 4 ottobre. L’operazione sarà discussa in occasione dell’assemblea generale straordinaria del 15 settembre. Sandoz è stata fondata dal chimico Alfred Kern e dal commerciante Edouard Sandoz nel 1886 quale fabbrica di prodotti chimici…

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Per supportare il flusso crescente di prodotti farmaceutici nel 2018 la compagnia svizzera di logistica Kuehne+Nagel aprì un centro di distribuzione a soli 5 minuti di macchina dall’aeroporto di Lubiana. Il centro misura circa tre campi da calcio ed è il più grande di questo tipo in Europa.

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…a motore dell’innovazione

Nel 2015, dopo anni di forte crescita, il ruolo della Slovenia nella produzione globale di farmaci generici cominciò a essere minacciato. Il numero di brevetti che raggiungevano la scadenza diminuì, mentre si intensificava la competizione da parte di altri Paesi – soprattutto asiatici – con bassi costi di produzione. Molte tra le case farmaceutiche più grandi e prestigiose decisero di vendere la divisione che si occupava dei generici o di esternalizzare la loro produzione a compagnie terze, per concentrarsi su medicine con margini di profitto più alti.

Oltre alla scissione di Sandoz, Novartis ha effettuato una profonda ristrutturazione all’interno della compagnia negli ultimi due anni. L’attenzione dell’azienda si è spostata sulla medicina innovativa: terapie cellulari e geniche per il trattamento di malattie complesse, utilizzando sostanze non ancora approvate. Una strategia che potrebbe portare a un maggior ritorno economico.

Sandoz, numero uno in Europa e tra le prime cinque compagnie al mondo per la produzione di farmaci equivalenti, sta concentrando i suoi investimenti su nuovi medicinali generici e biosimilari più complicati da produrre e venduti a prezzi più alti. Il suo primo farmaco biosimilare è stato lanciato nel 2006 e da allora la compagnia ne ha commercializzati altri sette, mentre altri 25 sono in diverse fasi di sperimentazione.

Ritratto di Gregor Makuc, responsabile degli affari aziendali e membro del consiglio di amministrazione di Lek, una società di Sandoz.
Oltre il 90% delle persone che lavorano nelle grandi aziende farmaceutiche in Slovenia sono slovene, afferma Gregor Makuc, responsabile degli affari aziendali e membro del consiglio di amministrazione di Lek, una società di Sandoz. swissinfo.ch

I farmaci generici hanno ceduto il passo ad altre priorità nei piani delle farmaceutiche europee, e il cambio di rotta avrebbe potuto portare a conseguenze catastrofiche per l’industria slovena. Ma il Governo del Paese è prontamente intervenuto per evitarlo. Tra le varie iniziative, sono stati offerti incentivi per attrarre investimenti esteri volti ad aggiornare le competenze del settore sloveno e assicurarsi che rimangano al passo con i tempi.

“La Slovenia oggi è un fornitore affidabile e competente, ma l’ambizione è quella di diventare una forza innovatrice”, dice a SWI swissinfo.ch Matevž Frangež, segretario di Stato sloveno per l’economia. “Il settore farmaceutico gioca un ruolo fondamentale in questa trasformazione”.

La Slovenia negli ultimi dieci anni ha investito molto nell’istruzione, soprattutto delle materie scientifiche, racconta Frangež, che cita la Svizzera come modello. Sono stati attivati diversi incentivi per chi vuole investire nel Paese, tra cui deduzioni fiscali per l’innovazione.

L’ultimo stanziamento di Sandoz include 90 milioni di dollari destinati a un centro per lo sviluppo di farmaci biosimilari a Lubiana, e altri 400 milioni per la loro produzione a Lendava. Entrambi gli impianti entreranno in funzione entro il 2026. Il Governo sloveno contribuisce con 50-55 milioni di euro per il sito di Lendava.

“È stato un grande sollievo quando Sandoz ha annunciato gli ultimi investimenti”, commenta Makuc. “È un segnale forte che la compagnia prende sul serio le sue operazioni in Slovenia”.

L’industria oltre ai generici

Anche Novartis sta investendo in tecnologie innovative, e il sito di Mengeš ne è un esempio: il team di Kuhar sta svolgendo ricerche su 10 sostanze che potrebbero raggiungere la fase di sperimentazione clinica o la produzione commerciale. Si tratta di possibili farmaci biologici per malattie come la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide.

“Questo stabilimento esiste solo dal 2019, ma da allora è già stato ampliato tre volte, e l’anno prossimo ci sarà un’altra espansione”, racconta Kuhar, in piedi di fronte a uno degli otto bioreattori industriali del sito – al suo interno colture cellulari vive ondeggiano su e giù. Questi macchinari producono biomolecole: composti chimici come proteine e lipidi che si trovano all’interno di organismi viventi. Nella sede di Mengeš lavorano più di 500 persone. Circa 100 sono state assunte nel 2023, ed entro la fine di quest’anno si prevedono altre 150 assunzioni. Più del 90% dei e delle dipendenti viene dalla Slovenia.

Sempre a Mengeš, Novartis sta costruendo un laboratorio per la ricerca e lo sviluppo di terapie cellulari e geniche, e un centro di produzione per vettori virali (virus che servono per trasportare geni alle cellule), l’unico della compagnia al di fuori degli Stati Uniti.

Foto di Polonca Kuhar, direttrice della produzione delle sostanze farmaceutiche biologiche di Novartis con una collega nel laboratorio di produzione.
Polonca Kuhar (a sinistra), che dirige la produzione di sostanze farmaceutiche biologiche di Novartis a Mengeš, ha lavorato per tutta la sua carriera presso Lek, Sandoz o Novartis. Jessica Davis Plüss / SWI swissinfo.ch

“Il lavoro che svolgiamo qui è in linea con la direzione che la compagnia sta seguendo a livello globale”, afferma Aumeric Royere, presidente di Novartis Slovenia. Prima di assumere questo incarico, un anno fa, Royere ha lavorato per Novartis a Basilea, in Belgio, in Francia e in Australia. “La Slovenia sta velocemente diventando un centro di eccellenza per i farmaci biologici complessi”.

Novartis e Sandoz contribuiranno alla creazione di oltre 650 posti di lavoro nei prossimi due anni, secondo le previsioni attuali, e la maggior parte di questi saranno in collaborazione con le università. La forza lavoro delle due compagnie supererebbe così i e le 7’000 dipendenti nel Paese.

L’allineamento della Slovenia con la strategia aziendale di Novartis e Sandoz evidenzia la sfida che l’Europa si trova ad affrontare: favorire l’innovazione continuando al tempo stesso a produrre un livello sufficiente di farmaci che sono essenziali, ma molto economici.

Quasi il 70%Collegamento esterno dei farmaci distribuiti in Europa sono generici, il cui utilizzo viene incoraggiato dai Governi per gestire il crescente costo della sanità. Ma soddisfare la domanda con farmaci prodotti all’interno del continente sta diventando sempre più difficile. Già oggi solo il 25%Collegamento esterno dei generici-equivalenti distribuiti in Europa è stato prodotto al suo interno, contro il 77% delle medicine sotto brevetto. Anche in Slovenia, dove il salario medio è un terzo rispetto alla Svizzera, è difficile giustificare da un punto di vista economico la produzione di farmaci che sono ormai sul mercato da diverso tempo e hanno prezzi bassi.

Il 22 dicembre 2023 Sandoz ha chiuso una fabbrica di antibiotici a Prevalje, nel nord della Slovenia, annunciando di voler consolidare la produzione in Austria. Il Governo austriaco ha offerto un incentivo di 28,8 milioni di euro per aggiornare l’impianto – l’ultimo rimasto in Europa per la produzione di penicillina.

Questo articolo fa parte di una collaborazione con l’emittente pubblica slovena RTV Slovenija. Miha Zavrtanik (RTV) ha contribuito alla stesura.

A cura di Nerys Avery

Traduzione dall’inglese: Vittoria Vardanega. Revisione: Sara Ibrahim

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