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Le farmacie svizzere si preparano alla deregolamentazione

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Le farmacie sono parti essenziali dei sistemi sanitari e dispensano farmaci, consigli e molto altro a milioni di pazienti ogni anno. Keystone / Gaetan Bally

In molti Paesi le farmacie locali stanno scomparendo, vittime dell’aumento dei costi e della competizione dei rivenditori online. Finora in Svizzera sono rimaste indenni, ma cresce la spinta al cambiamento.

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In Svizzera le persone sono abituate ad andare in farmacia non solo per ritirare o acquistare medicinali, ma anche per chiedere un consiglio su disturbi di salute comuni, come eruzioni cutanee o problemi digestivi. Negli Stati Uniti le farmacie si trovano all’interno di negozi al dettaglio che vendono anche caramelle e biglietti di auguri, mentre nella Confederazione assomigliano più a strutture mediche.

Al di là di queste differenze, le farmacie fisiche rappresentano da sempre una parte essenziale del sistema sanitario. In molti Paesi, però, sono in crisi. I costi sono aumentati, dal prezzo dell’energia agli stipendi del personale, mentre le e i pazienti, le assicurazioni e le autorità cercano modi di risparmiare, vista la crescente spesa sanitaria. Nel frattempo i rivenditori online conquistano una quota di mercato sempre maggiore.

“C’è molta pressione sulle farmacie, non solo come attività commerciale ma soprattutto come primo punto di contatto tra i pazienti e il sistema sanitario”, ha dichiarato Ilaria Passarani, segretaria generale della European Community of Pharmacists (PGEU). “Le farmacie, che sono già a corto di personale, offrono sempre più servizi ai pazienti per alleviare la pressione su medici e infermieri. Ma questi servizi non vengono remunerati in modo adeguato”.

Di fronte a queste sfide, sempre più farmacie sono state costrette a chiudere in diverse parti del mondo. Walgreens, una delle più grandi catene di farmacie negli Stati Uniti, a giugno ha annunciatoCollegamento esterno che chiuderà il 25% dei suoi 8’600 punti vendita nei prossimi tre anni.

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In Germania il numero di farmacieCollegamento esterno è passato da circa 21’500 nel 2000 a poco più di 17’000 oggi. In Giappone 22 farmacie hanno dichiaratoCollegamento esterno bancarotta nella prima metà del 2024, quasi il triplo rispetto all’anno precedente, nonché il numero più alto mai registrato in sei mesi. Nel Regno Unito hanno chiuso 700 delle circa 14’000 farmacie negli ultimi due anniCollegamento esterno, secondo l’associazione nazionale delle farmacie.

In Svizzera si stanno accumulando pressioni simili, anche se finora il settore è riuscito a evitare chiusure di massa. Dal 2008 il numero di farmacie è rimasto stabile, intorno alle 1’800 unità. Ma le cose potrebbero presto cambiare: le autorità si preparano ad allentare i controlli sulle farmacie online, il che porterebbe a maggiore concorrenza.

Con il termine generico “farmacia online” (chiamata anche farmacia su internet o farmacia per corrispondenza) ci si riferisce ai rivenditori che  forniscono informazioni sui loro prodotti e servizi su internet e distribuiscono farmaci con prescrizione o da banco inviandoli per posta ai pazienti. Rientrano in questa categoria le catene di vendita al dettaglio che operano online (come Amazon), le farmacie online che esistono esclusivamente su internet e le farmacie fisiche che dispongono anche di una presenza online.
FonteInternational Pharmaceutical Federation Collegamento esterno

Una forte tradizione

In Svizzera le farmacie finora sono state al riparo da grandi sconvolgimenti, soprattutto grazie al modo in cui il settore è regolato e strutturato e anche al valore che la società ha sempre attribuito a queste strutture e ai loro servizi.

Le farmacie elvetiche traggono anche vantaggio dal fatto che nel Paese i prezzi dei medicinali siano altamente regolamentati. Per i medicinali rimborsati dalle assicurazioni, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) stabilisce un costo massimo che include un importo fisso per le farmacie, al fine di coprire le spese logistiche e i servizi svolti, come il controllo delle etichette dei prodotti.

La Svizzera non è l’unico Paese a regolare i prezzi dei medicinali, ma si tratta di una pratica molto diversa rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti, dove il loro mercato è per lo più libero e caratterizzato da scarsa trasparenza sui prezzi. Le farmacie statunitensi sono alla mercé di compagnie assicurative e di intermediari come i “Pharmacy benefit managers”, che pagano “prezzi stracciati, spesso inferiori a quanto pagato dalla farmacia al proprio distributore per quel prodotto”, ha dichiarato Michael Hogue, CEO dell’American Pharmacists Association, in un’email inviata a SWI.

Rispetto ad altri Paesi economicamente sviluppati, la Svizzera ha relativamente poche farmacie: circa 21 ogni 100’000 abitanti, sotto la media UE di 32. In alcuni cantoni il rapporto è ancora più basso perché ai medici è consentito dispensare farmaci. L’ondata di espansione che ha interessato il Regno Unito e gli Stati Uniti negli anni Novanta, quando Walgreens raddoppiò il numero di negozi in poco più di un decennio, non è mai arrivata nella Confederazione.

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In parte ciò è dovuto ai requisiti stringenti necessari per aprire una farmacia, sia fisica che online. Per poter dispensare medicinali su prescrizione e vendere la maggior parte di quelli da banco, infatti, una farmacia deve ricevere l’autorizzazione dall’agenzia svizzera dei medicinali Swissmedic, superare l’ispezione dalle autorità cantonali e poi essere supervisionata da un farmacista abilitato. Inoltre, le informazioni sui prodotti devono essere fornite nelle tre lingue nazionali – tedesco, francese e italiano.

Per vendere farmaci online ci sono ulteriori obblighi. Nel 2016 la Svizzera ha introdotto una legge che vieta la vendita online di medicinali da banco (come creme disinfettanti, sciroppi per la tosse e ibuprofene) senza prescrizione, rendendo così obbligatoria una consultazione con il medico. In più nella Confederazione non vengono ancora utilizzate le ricette elettroniche, aggiungendo complessità logistiche e costi. La Germania ha introdotto questo sistema nel 2024, mentre altri Paesi, come la Danimarca, hanno effettuato una transizione completa alle prescrizioni elettroniche già da anni.

Molte di queste normative sono state introdotte a tutela della sicurezza dei pazienti, soprattutto di fronte al crescente problema dei farmaci contraffatti venduti su internet. Ma hanno anche avuto l’effetto di soffocare la concorrenza per le farmacie fisiche. I siti di e-commerce che vendono farmaci, come Amazon o Alibaba, stanno prosperando in molti Paesi, tra cui Cina, India, Stati Uniti e Brasile.

Nel 2023 le farmacie per corrispondenza hanno rappresentato il 7% degli 8 miliardi di franchi spesi per i medicinali coperti dall’assicurazione obbligatoria, secondo PharmaSuisse, l’associazione dei farmacisti svizzeri. In Cina alcuni dati mostrano che circa il 30% dei medicinali da bancoCollegamento esterno viene acquistato online, e dal 2022 nel Paese anche i farmaci su prescrizioneCollegamento esterno possono essere venduti su internet. Negli Stati Uniti circa il 37% del fatturatoCollegamento esterno dei medicinali su prescrizione proviene dalle farmacie per corrispondenza.

Costi in aumento e carenza di personale

Finora il sistema svizzero ha funzionato bene sia per i pazienti che per le farmacie locali. Adesso però cominciano a emergere le prime difficoltà.

“Le farmacie svizzere sono sotto pressione sia dal punto di vista finanziario che in termini di personale”, ha dichiarato Gregory Nenniger, responsabile della comunicazione digitale per PharmaSuisse.

I farmacisti intervistati da SWI hanno riferito che l’aumento dei costi energetici e degli stipendi sta erodendo i loro profitti. Secondo un farmacista di Berna sta diventando sempre più difficile trovare personale qualificato che voglia lavorare in una farmacia, per non parlare di rilevarne una esistente.

Per risparmiare e quindi evitare la chiusura, molte farmacie indipendenti (che rappresentano circa i due terzi di tutte le farmacie fisiche in Svizzera) si sono unite a reti come Dr. Gurtner Gruppe o TopPharm. Facendo parte di una rete, infatti, possono accedere ad acquisti collettivi, formazione del personale congiunta e condizioni di credito più vantaggiose. Le farmacie hanno inoltre cominciato a diversificare i loro servizi, e oggi molte offrono vaccinazioni, test per le allergie e consulenze nutrizionali, con l’obiettivo di ottenere entrate aggiuntive e rendere la professione più attraente per i farmacisti.

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Ma la carenza di medicinali sta peggiorando la situazione. A ottobre 2024 in Svizzera risultavano indisponibili più di 1’000 farmaci, per lo più generici a basso costo, rispetto ai 450 registrati a maggio 2021, secondo il sito drugshortages.ch.

“I colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento causati da crisi globali rappresentano una grande sfida per le farmacie: è un lavoro ulteriore per cui i farmacisti non vengono affatto compensati”, ha dichiarato Gregory Nenniger. La European Community of Pharmacists, di cui fa parte anche PharmaSuisse, stima che le farmacie impieghino in media 10 ore in più a settimana per cercare alternative ai farmaci non disponibili, un servizio aggiuntivo che attualmente non viene rimborsato. Alcune farmacie svizzere producono in proprio una piccola quantità di medicinali, un ulteriore costo che deve poi essere negoziato con le compagnie assicurative.

La mancanza di medicinali compromette anche la credibilità delle farmacie. “I pazienti sono insoddisfatti e perdono fiducia nei loro farmacisti”, ha spiegato Ilaria Passarani. “In passato riuscivano sempre a trovare ciò di cui avevano bisogno, ora se ne vanno a mani vuote”.

Nel frattempo cresce la pressione per ridurre la spesa sanitaria, e le farmacie non ne sono immuni. La Svizzera ha già il secondo sistema sanitario più costoso al mondo dopo gli Stati Uniti. Con l’invecchiamento della popolazione e l’arrivo sul mercato di trattamenti innovativi e costosi, la spesa sta aumentando vertiginosamente sia per i pazienti che per gli assicuratori. L’istituto economico KOF del Politecnico federale di Zurigo (ETH) stima che la spesa sanitaria nel 2026 raggiungerà i 106 miliardi di franchi, il 7% in più rispetto al 2024.

L’Assemblea federale e il governo stanno discutendo la possibilità di consentire la vendita online di medicinali da banco, per ridurre i prezzi e rispondere alla crescente domanda di praticità da parte dei clienti. C’è anche un forte sostegno a favore delle prescrizioni elettroniche e di altre misure di digitalizzazione.

Un nuovo tipo di farmacia

Non è ancora chiaro che cosa significhi tutto questo per il futuro delle farmacie in Svizzera. Le grandi catene stanno assorbendo sempre più farmacie fisiche e si preparano a conquistare una quota maggiore del mercato online.

Galenica, una catena di farmacie svizzera quotata in borsa, ha acquisito o aperto tra i 7 e i 15 punti vendita all’anno in Svizzera. Attualmente gestisce 374 farmacie in tutto il Paese, un numero quattro volte superiore rispetto alla seconda catena più grande. Ha anche chiuso un piccolo numero di negozi non redditizi.

Il principale rivenditore del Paese, Migros, lo scorso anno ha acquistato le operazioni svizzere di una delle più grandi farmacie online d’Europa, Zur Rose (ora chiamata Doc Morris). Poco dopo, Galenica ha formato una joint venture con la più grande farmacia per corrispondenza d’Europa, Redcare (precedentemente Shop Apotheke Europe).

Secondo Gian Marco Werro, analista del settore sanitario presso la Zürcher Kantonalbank, il lento raggruppamento delle farmacie fisiche continuerà, riducendone così il numero complessivo. Le modifiche alle normative sui medicinali da banco “aumenteranno la pressione sulle farmacie fisiche, poiché sarà più facile per i consumatori confrontare i prezzi e scegliere quelli più convenienti”, ha dichiarato.

Finora ci sono pochi segnali che le farmacie fisiche verranno sostituite dai rivenditori online, ma potrebbero assumere una forma diversa. “Ci si aspetta che le farmacie rafforzino il loro ruolo come punto di contatto primario e di facile accesso per ottenere consigli sanitari”, ha dichiarato a SWI Andreas Petrosino, portavoce di Galenica. L’azienda sta introducendo nuovi servizi che collegano le piattaforme online alle farmacie di quartiere. “Per quanto possibile, ci stiamo adattando per andare incontro ai nostri clienti ovunque si trovino”.

Articolo a cura di Nerys Avery/Benjamin von Wyl/ts

Traduzione di Vittoria Vardanega

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