Swisscom pronta a entrare sul mercato italiano dell’energia
Swisscom, l'azienda elvetica di telecomunicazione, potrebbe vendere elettricità in Italia. L'annuncio è giunto in concomitanza con la presentazione dei risultati annuali. Si tratterebbe probabilmente di entrare sul mercato italiano dell'energia con la sua controllata italiana Fastweb.
A metà febbraio il Ceo di Swisscom Christoph Aeschlimann ha annunciato a Zurigo che l’azienda elvetica controllata dalla Confederazione sta valutando la possibilità di entrare sul mercato italiano dell’energia. In Italia il mercato è completamente liberalizzato e, sempre secondo Aeschlimann, sussistono opportunità interessanti.
Non è una novità per una azienda di telecomunicazione in Italia entrare nel mondo dell’energia. Lo ha già fatto nel passato, per esempio, TIM e lo sta facendo attualmente WindTre. “Le aziende – ci racconta Andrea Cacciatore del Boston Consulting Group – cercano tutte di guadagnare quote di mercato in settori il più possibile adiacenti. E attualmente per gli operatori telefonici questi sono i servizi basati sulla sottoscrizione di abbonamenti, come ad esempio fornire energia”.
L’Italia non è un Paese straniero
Una cosa è certa. Per Swisscom l’Italia non è un Paese “straniero o sconosciuto” perché l’azienda elvetica controlla dal 2013 FastwebCollegamento esterno, società italiana attiva nel mondo delle telecomunicazioni, specializzata nella telefonia terrestre e nelle connessioni a banda larga. Secondo l’esperto Telco (termine che nasce dalla contrazione di due vocaboli: (tel)ecomunications + (co)mpany) Andrea Cacciatore, sembra logico che “Swisscom vorrà entrare nel mondo dell’energia tramite la sua controllata italiana Fastweb, appoggiandosi magari a Enel”.
“Swisscom vorrà entrare nel mondo dell’energia tramite la sua controllata italiana Fastweb, appoggiandosi magari a Enel”
Andera Cacciatore, Boston Consulting Group
Perché questa voglia di investire in settori che non fanno parte del core business di un’azienda? Da un lato, si è spinti sicuramente dalla necessità della diversificazione (del rischio). Ma c’è soprattutto la voglia delle aziende di trasformarsi nelle cosiddette multiservice company (azienda multiservizi), che oggi sembra essere il futuro delle società che offrono servizi.
In questo modo si fidelizza la clientela: “In un mercato liberalizzato, molto competitivo, dove ci sono tanti operatori che si fanno la guerra – sottolinea Andrea Cacciatore – il modo migliore per ridurre il churn rate, ovvero il tasso di abbandono dei clienti, è cercare di legare a sé i clienti proponendo in un solo pacchetto gas, luce, telefonia, internet, assicurazioni e in futuro chissà quale altro servizio”. La clientela in questo modo si sente più legata a quella data azienda e ha meno incentivi per andare via e cercare in più operatori gli stessi servizi.
Proprio quello che già oggi fa in Italia la società WindTreCollegamento esterno (azienda di telecomunicazioni che appartiene alla multinazionale con sede a Hong Kong CK Hutchison Holdings dopo diverse vendite e acquisizioni) che ha l’ambizione di diventare una multiservice company. WindTre ha infatti già fatto un accordo con Acea Energia, storico fornitore di luce e gas di Roma ma attivo in tutta Italia.
Niente di nuovo per Fastweb
Fastweb ha già fatto in passato un accordo di co-marketing con Enel Plenitude. Ma l’intesa era diversa da quanto vuole fare ora Swisscom: allora Fastweb aveva un accordo con il quale vendeva l’energia di Enel Plenitude ma il cliente riceveva a casa due fatture separate, una di Enel per l’energia (gas o luce) e l’altra di Fastweb (per la fibra ottica).
“Fastweb è un’azienda solida che è cresciuta continuamente negli ultimi 20 trimestri”
Andrea Cacciatore, Boston Consulting Group
Oggi invece Swisscom (più di 11 miliardi di euro di fatturato netto nel 2023), tramite Fastweb, vuole fungere direttamente da distributore di energia. “Con questa operazione – racconta Cacciatore – non si prevedono grandi guadagni. Fastweb è un’azienda che è cresciuta continuamente negli ultimi 20 trimestri, è solida, e ora vuole tenersi ben stretta la propria base di clienti. Allo stesso tempo, non disdegna la possibilità di allargarsi ai business adiacenti (energia nel nostro caso) dove può fare degli ulteriori guadagni, seppur minimi. Visto da questo punto di vista la strategia di Swisscom ha molto senso”.
La giungla del mercato energetico
Swisscom non atterrerà in una terra vergine. Oggi sul mercato dell’energia liberalizzato italiano sono attivi 697 fornitori di gas e 800 di elettricità. In verità si tratta di una marea di piccole società che operano in un orizzonte territoriale molto ristretto. “Posso immaginare che il mercato dell’energia sarà sempre più una giungla e anche il churn rate aumenterà gioco forza”, rileva l’esperto del Boston Consulting Group. L’utenza, che fino a pochi mesi fa non si era mai dovuta interessare a quale distributore abbonarsi (vigeva il monopolio), han dovuto giocoforza chinarsi sul problema
Succederà probabilmente quanto accade in Svizzera con l’assicurazione sanitaria: “È ipotizzabile – profetizza infatti Cacciatore – che ogni anno molte persone cambieranno operatore per scegliere quello meno caro del momento. Già oggi nel mondo dell’energia il 15% degli utenti cambia ogni anno il proprio fornitore”.
Perché sono le telco a entrare nel mondo dell’energia e non viceversa?
Non sono però solo le compagnie di telecomunicazione a cercare nuovi sbocchi nel settore dell’energia. Succede anche il contrario. Ad esempio, racconta Cacciatore, “SorgeniaCollegamento esterno che opera nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, con circa 500’000 clienti su tutto il territorio italiano, è entrata nel mondo delle telecomunicazioni”. Anche in questo caso Sorgenia sfrutta la sua rete di contatti e funge da rivenditore della fibra ottica basandosi su un operatore Telco e le sue infrastrutture.
Oggi sul mercato dell’energia liberalizzato italiano sono attivi 697 fornitori di gas e 800 di elettricità
In generale, però, “le Telco – continua Cacciatore – sono storicamente attive in un mercato molto regolato ed estremamente competitivo, in particolar modo in Italia. Hanno così avuto prima delle compagnie energetiche un bisogno di rendersi il più possibile efficienti, digitali e pronte per diventare eventualmente una compagnia multiservizio. Sono inoltre molto più attente alla clientela e ai suoi bisogni. Per questi motivi attualmente le Telco sono avvantaggiate rispetto agli operatori energetici”.
Perché entrare nel mercato dell’energia?
Fastweb è un caso particolare in Italia. Si è focalizzata sulla rete fissa, sulla banda larga e oggi è sicuramente una delle aziende Telco più solide in Italia. Fastweb è obbligata ad entrare in questi mercati adiacenti per sopravvivere?
Ci risponde ancora Andrea Cacciatore: ” Stiamo vivendo un primo vero tentativo di tutte queste aziende di entrare nei mercati adiacenti. WindTre mostra come l’energia e le assicurazioni hanno portato solo delle noccioline all’azienda. Fastweb può restare in piedi da sola senza dover per forza entrare in un mercato adiacente. Fornire energia non risolve problemi di fatturato, può però essere una soluzione per ridurre la churn rate.
“Il futuro di Fastweb, che è una delle Telco più solide in Italia, non dipenderà dall’entrata o meno sul mercato dell’energia – conclude Cacciatore –, dipenderà invece da come riuscirà a sgomitare e mantenere un suo spazio nel mondo delle Telco italiano che è un mercato super competitivo”.
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