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Nestlé ha paura dei farmaci anti-obesità? No, vende integratori

Nestlé è convinta di poter compensare i volumi di vendita anche se i consumatori seguiranno diete farmacologiche e avranno meno appetito. KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Nestlé potrebbe essere in pericolo sulla scia dei nuovi farmaci anti-obesità, che tolgono alle persone lo stimolo a consumare dolciumi e altro cibo, grandi fonti di ricavi per la multinazionale?

Non necessariamente, visto che il colosso alimentare pensa di aiutare chi segue una dieta proponendogli integratori alimentari.

Nelle ultime settimane diversi investitori hanno cominciato a ritirare i loro soldi dai titoli borsistici dei giganti dell’alimentazione, per paura degli effetti dei medicamenti in questione. All’origine del fuggi-fuggi vi sono state le dichiarazioni di un dirigente della catena di supermercati americana Walmart, che ha detto come la sua azienda si stia accorgendo del minor appetito dei clienti.

Non sembra però avvenire lo stesso presso Nestlé. “Finora non c’è stato un impatto quest’anno”, ha indicato il presidente della direzione Mark Schneider in una teleconferenza, commentando i dati dei primi nove mesi. “Ma monitoreremo attentamente gli sviluppi”, ha promesso il manager. Secondo il Ceo al momento sono ancora aperte importanti variabili. Ad esempio, la questione del numero di persone che utilizzeranno le nuove terapie. “E poi, naturalmente, quanto durerà il trattamento e come sarà esattamente concepito”.

Schneider ha sostenuto che la maggior parte delle attività di Nestlé non sarà influenzata dai farmaci per la riduzione dell’appetito, a partire dai due principali comparti di crescita, i mangimi per animali e il caffè. Le iniezioni dimagranti avrebbero un impatto maggiore su categorie quali i dolciumi, i surgelati e i gelati: ma in questi tre segmenti le cose sono andate bene nei primi nove mesi del 2023. I dolciumi sono cresciuti organicamente del 10,1%, grazie certo ad aumenti di prezzo, ma anche ai maggiori volumi di vendita del 2,2%; la categoria dei cosiddetti piatti pronti e ausili per la cottura, che comprende pizze surgelate e simili, è progredita del 5,3%; i prodotti lattiero-caseari e i gelati del 6,6%. In queste ultimi due segmenti i volumi di vendita sono diminuiti, ma Nestlé ha più che compensato ritoccando al rialzo i prezzi.

Stando all’azienda anche se queste categorie dovessero indebolirsi in futuro a causa dei prodotti dimagranti l’impatto sull’attività complessiva sarebbe secondario: i comparti in questione rappresentano infatti solo il 15% circa delle vendite di Nestlé a livello globale e il 20% circa negli Stati Uniti.

Intanto però con la sua divisione dedicata alla salute, Nestlé Health Science, il gruppo offre anche diversi prodotti per supportare i consumatori in un’eventuale dieta dimagrante. Anche quando si mangia meno c’è infatti bisogno di vitamine, minerali e integratori, fa presente l’impresa. “Inoltre si vuole sostenere la perdita di peso e assicurarsi che la perdita di massa muscolare sia limitata”, ha osservato Schneider. “E naturalmente, dopo il trattamento, bisogna assicurarsi che il peso non torni a salire rapidamente. Tutti questi aspetti possono essere supportati dai prodotti di accompagnamento che stiamo elaborando nel nostro portafoglio”.

Il terzo manager più pagato della Svizzera per quanto riguarda le aziende quotate in borsa (10,3 milioni di franchi nel 2022) si è detto convinto che Nestlé riuscirà quindi a compensare le eventuali perdite sul fronte alimentare con prodotti alternativi o innovazioni legate ai farmaci dimagranti.

Meno fiduciosa sul futuro sembra essere la borsa: dopo due ore di contrattazioni il titolo Nestlé a Zurigo perdeva oltre il 2%, in un mercato peraltro già negativo nella misura dell’1,3% a causa dei timori legati alla situazione in Medio Oriente. Dall’inizio dell’anno l’azione del colosso fondato nel 1866 è arretrata del 5%.

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