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Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero, 

dopo 5'000 anni di una tecnica rimasta praticamente immutata, è stata ideata in Svizzera una nuova procedura per la chiusura delle ferite che non ha più bisogno di ago e filo. Scienziate e scienziati del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA) e del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) hanno messo a punto una procedura che permette di chiudere le ferite grazie a nanoparticelle e a una brasatura laser.  

Se il dottor Frankenstein avesse avuto a disposizione questa tecnologia il suo mostro sarebbe stato forse meno mostruoso…  

Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno. 

viola amherd
© Keystone / Laurent Gillieron

La presidente della Confederazione Viola Amherd ha aperto oggi, martedì, il Forum economico mondiale (WEF) di Davos e nel suo discorso di apertura ha ricordato il motto dell’evento “Ricostruire la fiducia”. Un motto che sottolinea, ha detto, come “in seno alla comunità internazionale la fiducia reciproca sia attualmente in grave pericolo”. 

Il pericolo, ha detto, è rappresentato dalle élite imprenditoriali che promuovono il populismo e l’ascesa del totalitarismo: “Sempre più spesso le regole condivise vengono messe in discussione. Ideologie autoritarie, se non addirittura totalitarie, sono talvolta accettate come se gli insegnamenti del XX secolo fossero stati dimenticati”.  

Ripristinare la fiducia dei cittadini non è solo compito dei Governi, ha evidenziato, ma anche delle imprese. “Quando la cosiddetta élite si celebra come una casta superiore mentre molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, la diffidenza aumenta”, ha avvertito. I Governi a quel punto non vengono più “né ascoltati, né capiti”

La Svizzera sta facendo la sua parte, ha ricordato: si sta adoperando per ricostruire questa fiducia attraverso i suoi tradizionali buoni uffici o come membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Nonostante la dilagante mentalità orientata al blocco, la Svizzera vuole contribuire alla ricerca di soluzioni, ha assicurato. “Possiamo spezzare le tendenze negative, mettiamoci al lavoro”, è stato il suo incitamento. 

volodymyr zelensky
Keystone / Radek Pietruszka

Arrivato lunedì in Svizzera per presenziare al WEF di Davos, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha elogiato la Svizzera per la sua posizione nel conflitto con la Russia: “Il mondo vi osserva e tiene conto della vostra posizione”, ha detto. Il capo di Stato ucraino, che ha incontrato l’omologa elvetica Viola Amherd, ha dichiarato che quello che la Svizzera sta svolgendo è “un ruolo importante nel ripristino di una pace giusta”, prima di aggiungere che “essere neutrali non significa ignorare la realtà. Voi siete dalla parte della morale“. 

La Svizzera si è detta dal canto suo pronta a organizzare una conferenza sul processo di pace nell’ex Paese sovietico. Conferenza che ci sarà “quando ci saranno le condizioni giuste”, ha detto Amherd dal canto suo. I lavori preparatori di questo evento sono iniziati già oggi e sarà il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a occuparsene. 

Zelensky a Davos ha anche incontrato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg: “Abbiamo discusso di questioni importanti: la situazione sul fronte, l’ho informato dei recenti attacchi aerei della Russia e ho sottolineato la necessità di rafforzare ulteriormente la difesa aerea dell’Ucraina”, ha scritto su X (ex Twitter).  

Il presidente ucraino si è anche intrattenuto, come ha fatto sapere sempre tramite dei post su X, anche con il premier del Lussemburgo e con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, con la quale ha discusso delle priorità per l’ammissione di Kiev all’Unione europea. 

treno tilo
© Keystone / Gaetan Bally

Le gallerie di base del San Gottardo e del Monte Ceneri hanno permesso di aumentare il trasporto passeggeri e merci su ferrovia e accelerato lo sviluppo economico e territoriale, secondo l’ultimo rapporto del Monitoraggio dell’Asse del San Gottardo (MAG) dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE). 

Nel periodo precedente la pandemia (dal 2016 al 2019) il numero di passeggeri della ferrovia è aumentato del 28% e al contempo è calato del 2% il numero di viaggiatori che ha varcato il San Gottardo su strada (galleria stradale e strada di valico), precisa un comunicato. Dopo la pandemia, nel 2022, il traffico viaggiatori è ulteriormente aumentato sulla linea del San Gottardo. La crescita è stata particolarmente marcata per la ferroviaria, che ha registrato 4’000 passeggeri in più al giorno rispetto al 2016, pari a un +48%. Su strada si sono registrati 2’000 viaggiatori in più al giorno rispetto al 2016 (+8 %), una crescita dovuta principalmente al traffico turistico, afferma l’ARE.  

Per quanto riguarda il trasporto merci la linea del San Gottardo ha contribuito al trasferimento dalla strada alla ferrovia non solo del traffico di transito, ma anche del traffico merci ferroviario regionale tra il Ticino e la Svizzera tedesca. Dopo l’apertura della galleria di base del San Gottardo (2016) e, soprattutto, di quella del Ceneri (2021), tutti i terminal ticinesi hanno registrato un aumento del numero di container trasbordati. Il volume complessivo dal 2016 è aumentato di circa il 38%. 

Il nuovo asse ferroviario ha anche accelerato lo sviluppo economico e territoriale, afferma la nota. In Ticino i centri urbani risultano rafforzati. Il rapporto sottolinea che la crescita economica e demografica è particolarmente visibile nelle aree intorno alla stazione ferroviaria di Bellinzona, che hanno beneficiato maggiormente dell’apertura della galleria del Ceneri. Nel Cantone di Uri, la nuova stazione ferroviaria di Altdorf ha permesso la crescita degli insediamenti nella pianura della Reuss e aumentato i flussi di pendolari in direzione nord, verso i centri della Svizzera tedesca. 

cartello stradale FRONTALIERI
© Keystone / Gaetan Bally

L’associazione delle industrie ticinesi (AITI) ha inviato una lettera alla direttrice del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Karin Keller-Sutter e al capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis per chiedere chiarimenti sulla “tassa sulla salute” a carico dei “vecchi” frontalieri italiani.  

“Abbiamo scritto a Berna chiedendo di verificare se il contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria italiana sia in conflitto o meno con la disposizioni del nuovo accordo fra Svizzera e Italia sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri“, ha conferma al Corriere del Ticino il direttore di AITI, Stefano Modenini. 

Una richiesta analoga è stata fatta negli scorsi giorni a Roma dalle organizzazioni sindacali italiane CGIL, CISL e UIL, contrarie a questa tassa che sarebbe di fatto una doppia imposizione, espressamente vietata dal nuovo accordo.   

AITI si dice preoccupata perché una tassa come questa avrebbe conseguenze negative sulla competitività delle aziende, “tenuto conto che queste ultime faticano sempre più a trovare manodopera qualificata”. La Confederazione deve ora stabilire se si tratta di una violazione dell’accordo.  

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