Pakistan: una devastazione infinita
Oltre 15 milioni le persone colpite, 800mila le abitazioni distrutte. L'ampiezza del flagello delle inondazioni nel nord del Pakistan, ha scosso la comunità internazionale, che si sta mobilitando per i soccorsi. La Catena della solidarietà conta sulla generosità degli svizzeri.
“La risposta iniziale è stata lenta e deludente. Ma poi c’è stata una presa di coscienza dell’estensione della catastrofe” e la comunità internazionale ha reagito, ha commentato martedì in una conferenza stampa a Ginevra l’ambasciatore del Pakistan presso le Nazioni Unite Zamir Akram.
L’ONU aveva lanciato la settimana scorsa un appello per raccogliere 460 milioni di dollari da destinare agli aiuti urgenti. Martedì mattina, il conteggio faceva stato di 182 milioni di dollari versati all’ONU e 43 milioni di dollari di promesse pervenute. A questi si aggiungono 229 milioni di aiuti bilaterali diretti alle autorità pachistane e a enti come la Mezzaluna Rossa.
“È un buon segnale”, ha osservato la portavoce.dell’Ufficio degli affari umanitari dell’ONU Elisabeth Byrs, pur rilevando che “la situazione non è perfetta”. Benché la meta dei 460 milioni sia ancora lontana, l’aumento esponenziale registrato nelle ultime 24 ore fa ben sperare, ha spiegato.
L’insufficienza degli aiuti internazionali è stata denunciata da quegli enti che sono intervenuti per distribuire acqua potabile, cibo e aiuti medici urgenti ai sinistrati. Grosse difficoltà si segnalano anche nell’accesso ai sinistrati. Molte zone sono isolate. Il Programma alimentare mondiale (PAM) ha potuto distribuire le razioni d’emergenza solo un milione di persone, allorché il numero di coloro che ne avrebbero bisogno è valutato a sei milioni.
L’UNICEF ha lanciato l’allarme per le sorti di 3,5 milioni di bambini: se non riceveranno rapidamente acqua potabile e assistenza sanitaria, rischieranno epidemie di malattie quali colera, diarrea e dissenteria. Finora l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non ha ancora individuato alcuna epidemia, ma il pericolo è in agguato.
Grande come l’Inghilterra
Nel Balucistan “la gente ha bisogno di tutto: ripari, cibo, acqua potabile, assistenza medica e igienica”, ha detto dal canto suo Andrej Mahecic, portavoce dell’Alto comitato dell’ONU per i rifugiati, sottolineando che la situazione sta peggiorando. Le piogge infatti continuano e il numero delle vittime è raddoppiato nel fine settimana.
Le difficoltà di raggiungere le vittime sono anche legate all’estensione dell’area colpita, che è “pari alla superficie dell’Inghilterra”, ha puntualizzato l’ambasciatore Akram. Le alluvioni hanno spazzato via interi villaggi, ponti e strade. Le vie di comunicazioni che non sono andate completamente distrutte, sono sommerse e dunque inagibili.
Soltanto “l’esercito e grandi organizzazioni umanitarie che dispongono di elicotteri” possono raggiungere le zone isolate, spiega Rolf Stocker, responsabile dell’aiuto umanitario presso l’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (ACES). L’organizzazione umanitaria elvetica ha iniziato la distribuzione di aiuti di emergenza per 30mila persone nel nord-ovest del Paese.
Aiuti elvetici
La Svizzera ha deciso di rafforzare il proprio aiuto al Pakistan. La Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) aveva inizialmente stanziato 6,7 milioni per il paese asiatico. Nel frattempo ha aggiunto 4 milioni per gli aiuti di emergenza.
La Confederazione ha inviato nella regione sinistrata sei esperti per determinare le necessità urgenti e preparare un progetto di aiuto a medio termine. Altri cinque specialisti della DSC sono sul posto per coordinare gli aiuti d’emergenza. Diverse organizzazioni umanitarie elvetiche sono operative in Pakistan e hanno rafforzato gli aiuti.
La Catena della solidarietà organizza mercoledì una giornata nazionale di raccolta di fondi per le vittime delle inondazioni in Asia. Alla vigilia della grande colletta, la portavoce Priska Spörri si è detta ottimista sulla solidarietà della popolazione svizzera.
Come all’ONU, anche alla Catena della solidarietà si è registrato un forte aumento delle donazioni. Alla luce delle impressionanti dimensioni della catastrofe, la gente si dimostra generosa.
Inizialmente gli aiuti sono arrivati lentamente, ma nell’arco di una sola giornata l’organizzazione benefica ha raccolto più di un milione di franchi, raggiungendo un totale di 3,1 milioni. “È un buon risultato”, ha commentato la Spörri.
Donazioni non andranno in mani sbagliate
La portavoce non nega che alcune persone sono restie a versare soldi per il Pakistan, a causa delle notizie che hanno associato il paese a corruzione, malgoverno e terrorismo islamico. L’ambasciatore pachistano all’ONU a Ginevra ha voluto fugare questi timori, assicurando che i fondi andranno esattamente alle persone cui sono destinati e che non c’è alcun rischio che finiscano in mano a movimenti fondamentalisti islamici.
“Lavoriamo con le Nazioni Unite, le agenzie specializzate e il Comitato internazionale della Croce Rossa. È un esercizio molto trasparente”, ha detto il diplomatico.
Per la ricostruzione si calcola che occorreranno 2,5 miliardi di dollari e anni di lavori, ha aggiunto il diplomatico pachistano. Si tratta indubbiamente della peggior catastrofe naturale nella storia del paese. Secondo le cifre finora in possesso dell’ONU, dovrebbe aver fatto circa 1’600 morti. Ma per valutare meglio tutta la portata della catastrofe occorreranno ancora diversi giorni, ha detto Zamir Akram.
Simon Bradley, swissinfo.ch
(Traduzione e adattamento: Sonia Fenazzi)
Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per raccogliere 460 milioni di dollari di aiuti in favore delle vittime delle inondazioni in Pakistan.
Le piogge torrenziali che si sono abbattute nelle ultime tre settimane in diverse regioni del Paese hanno provocato almeno 1’600 morti.
Le persone colpite dalle inondazioni sono più di15 milioni.
La Catena della solidarietà organizzerà mercoledì 18 agosto, tra le sei del mattino e mezzanotte, una giornata nazionale di raccolta in favore delle vittime delle inondazioni in Pakistan e nelle zone limitrofe.
Le donazioni possono essere effettuate sul conto postale 10-15000-6 (menzione “Inondazioni in Asia”).
L’appello della Catena della solidarietà è lanciato in collaborazione con 8 organizzazioni di aiuto: Caritas Svizzera, Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere, Terre des hommes Aiuto all’infanzia, Croce rossa svizzera, Handicap International, Esercito della salvezza, CBM Svizzera e Soccorso operaio svizzero.
Queste organizzazioni hanno già iniziato a distribuire gli aiuti d’urgenza sul terreno tramite i loro partner locali.
Donazioni all’Unicef: conto postale 80-7211-9 (menzione “Aiuto d’urgenza al Pakistan”).
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.