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Papa: genitori non sono amici né padroni vita figli

(Keystone-ATS) Non “amici né padroni della vita” dei figli, bensì custodi di questo “dono incomparabile” e educatori che “si preoccupino seriamente della crescita e della educazione dei propri figli, perché maturino come uomini responsabili e onesti cittadini”. Così il Papa disegna il ruolo dei genitori, di fronte alla folla multicolore che gremisce piazza San Pietro nel giorno della festa della Santa Famiglia. Un ruolo difficile, da non prendere alla leggera, ma che si può affrontare con gli esempi e la prospettiva giusti.

Benedetto XVI muove dal racconto di Luca di Gesù dodicenne che sfugge al papà e alla mamma, e dello smarrimento di questi quando, dopo due giorni di ricerche, lo ritrovano nel tempio di Gerusalemme “a colloquio con i maestri della Legge”. Probabilmente pensando alle preoccupazioni dei genitori di oggi di fronte all’arduo compito di educare le nuove generazioni che sociologi e media nostrani disegnano spesso come smarrite e prive di spina dorsale, il Papa incoraggia a non perdersi d’animo e a ispirarsi al “silenzio” di Giuseppe e all'”esempio” di Maria. Se a questo i genitori aggiungono l'”esempio della propria fede”, la famiglia risulterà luogo di “amore e gioia”. Come a dire, il compito è arduo ma non impossibile, se lo si affronta con le doti che ogni genitore può scoprire dentro di sé.

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Poi una preghiera per tutte le famiglie del mondo, rilanciata nei saluti nelle diverse lingue. In francese papa Ratzinger ricorda che “Dio ha voluto nascere in una famiglia”; in spagnolo, rivolgendosi in particolare ai madrileni radunati in piazza per la festa della Santa Famiglia, auspica che la famiglia sia “una speranza ferma per tutta l’umanità”. La riflessione di oggi su ruolo e timori dei genitori ricalca in parte quanto papa Ratzinger ha scritto nel terzo volume del suo libro su Gesù, dedicata ai vangeli dell’infanzia, partendo dallo stesso brano evangelico di Gesù dodicenne che parla davanti ai dotti di Israele.

Tutto il libro ratzigeriano sui vangeli dell’infanzia è anche una riflessione sul rapporto tra i genitori e un figlio complicato, che dà molte preoccupazioni e che capiranno essere immensamente più grande di loro. Maria e Giuseppe, – lei una “donna coraggiosa” e di “grande interiorità” che “tiene insieme il cuore e la ragione”,; lui un uomo “giusto”, capace di interpretare la legge attraverso le lenti dell’amore e che non rinuncia a tentare di leggere sogni e segni da Dio – spiega Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, ebbero successo nel loro compito di genitori. La loro preoccupazione, ha ricordato il Papa oggi all’Angelus, “è la stessa di ogni genitore che educa un figlio e lo introduce alla comprensione della realtà”.

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