Più di un milione di fan a Zurigo, pesa la morte di Muriel Furrer
(Keystone-ATS) Sono stati circa 1,2 milioni gli spettatori che la scorsa settimana hanno assistito alle gare dei Campionati mondiali di ciclismo di Zurigo. A pesare come un macigno sull’evento è stata però la morte della giovane ciclista elvetica Muriel Furrer.
Presentando oggi un primo bilancio della manifestazione, gli organizzatori non hanno voluto commentare le circostanze del tragico incidente. Spetta al Ministero pubblico condurre l’indagine, è stato spiegato.
Serve sistema di tracciamento GPS
In relazione all’incidente, gli organizzatori hanno però detto che intendono fare pressione sull’Unione ciclistica internazionale (UCI) affinché sia introdotto un sistema di localizzazione GPS.
“Alla luce dei numerosi incidenti mortali nel ciclismo, qualcosa deve cambiare”, ha detto Olivier Senn, direttore sportivo della manifestazione. Se l’indagine dovesse dimostrare che il comitato organizzatore ha commesso degli errori, “ci assumeremo le nostre responsabilità”, ha aggiunto.
Nel caso particolare, non c’erano i presupposti per annullare la gara a causa delle condizioni meteo, ha detto Senn. A differenza di altri passaggi del circuito della cronometro, il tratto in discesa dov’è avvenuto l’incidente non aveva del resto dato adito a critiche in vista della gara. Secondo il direttore sportivo, la sicurezza era al massimo livello. E il fatto che simili incidenti passino inosservati “non dovrebbe accadere, ma è purtroppo successo”.
Le gare sono continuate
Il responsabile del comitato organizzativo, Daniel Rupf, ha espresso le sue condoglianze alla famiglia di Muriel Furrer, sottolineando come le gare siano dovute continuare in una situazione così difficile.
“Non è facile tracciare un primo bilancio. Ma la gara maschile di domenica, in particolare, è stata uno spettacolo per il ciclismo”, ha detto Rupf. Anche in termini di inclusione, i Campionati mondiali di ciclismo hanno stabilito nuovi standard.