“È come se fosse esplosa una bomba atomica”
Il coordinatore della squadra di soccorso elvetica in Indonesia mette in guardia sul fatto che la crisi umanitaria è lungi dall'essere sotto controllo.
Andreas Graf spiega a swissinfo le difficoltà che incontrano i soccorritori nella provincia di Aceh, nel nord dell’isola di Sumatra.
Aceh si trova vicino all’epicentro del terremoto del 26 dicembre, che ha raggiunto i 9 gradi sulla scala Richter.
Nel nord dell’Indonesia i morti sono più di 100’000, stando alle ultime stime, mentre i senzatetto sono circa 400’000.
Secondo le organizzazioni di assistenza, il numero delle vittime con ogni probabilità aumenterà a mano a mano che i soccorritori si avvicineranno a quelle aree finora rimaste inaccessibili.
La Svizzera ha inviato ad Aceh per via aerea materiale di prima necessità e il contingente elvetico sul posto, composto da cinque persone, sarà rafforzato nei prossimi giorni con l’arrivo di esperti di sistemi idrici.
Andreas Graf, che dalla città portuale di Medan coordina i lavori dell’unità elvetica, è giunto in Indonesia venerdì.
swissinfo: Le Nazioni Unite hanno affermato che il mondo comincia solo ora a rendersi conto delle dimensioni delle devastazioni ad Aceh…
Andreas Graf: Tutti i membri della nostra squadra hanno detto che qui è come se fosse scoppiata una bomba atomica. Tutto è stato spazzato via. A Banda Aceh (la capitale provinciale) e nella città di Meulaboh sono rimasti in piedi solo pochi edifici.
Interi villaggi sono andati completamente distrutti. La morfologia della costa è stata trasfigurata. È il peggior disastro naturale che ci si possa immaginare.
swissinfo: Come procedono i soccorsi?
A.G.: La nostra équipe sta disperatamente aspettando l’arrivo degli aerei carichi di materiale di prima necessità. Abbiamo finora rifornito di tende centinaia di migliaia di persone.
Uno dei principali problemi è il trasporto del materiale nelle zone colpite; la nostra speranza è che le cose vadano meglio con l’uso degli elicotteri. La città di Meulaboh non è accessibile via terra ed è difficile approvvigionare la popolazione.
swissinfo: Oltre alle difficoltà logistiche per la distribuzione, quali sono gli altri problemi ai quali sono confrontati le organizzazioni di soccorso e la popolazione indonesiana?
A.G.: Sul lungo termine uno dei problemi maggiori è rappresentato dal gran numero di orfani che lo tsunami ha lasciato dietro di sé. In molti casi, solo un membro di una famiglia è sopravvissuto. Ciò significa che vi sono moltissimi bambini che dovranno trovare un luogo dove vivere.
I giornali hanno riportato i primi casi di traffico di bambini. Non posso dirvi quale sia la dimensione di questo fenomeno, ma molte persone hanno paura.
Un’altra sfida importante sarà di ricostruire le infrastrutture essenziali. A Banda Aceh, ad esempio, il problema non è solo che l’acqua è inquinata. I piani del sistema idrico sono andati distrutti, ciò che rende estremamente difficile e costoso ripristinare le forniture d’acqua potabile.
swissinfo: I ribelli indipendentisti attivi nella provincia di Aceh sono in guerra con Jakarta dal 1979. Qual è l’impatto del conflitto sugli sforzi d’assistenza?
A.G.: Ho sentito che ci sono state delle scaramucce, ma in generale finora la ribellione non ha avuto un impatto importante. Il Governo indonesiano era riluttante a lasciar penetrare degli stranieri in questa regione chiusa. I membri delle organizzazioni non governative non avevano accesso alla provincia. All’inizio ciò ha impedito di verificare l’entità dei danni.
Secondo alcune persone, il maremoto potrebbe però essere un’opportunità, poiché potrebbe spingere ribelli e governo sulla via di un processo di riconciliazione.
Intervista di swissinfo, Ramsey Zarifeh
(traduzione di Daniele Mariani)
In Indonesia i morti sono più di 100’000.
Almeno 400’000 persone sono senzatetto.
Ad essere colpite dal maremoto sono state soprattutto le coste nord-occidentali dell’isola di Sumatra.
Attualmente una squadra di cinque persone inviate dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione è all’opera in Indonesia.
Nei prossimi giorni per dar loro man forte giungeranno sul posto degli esperti per ripristinare il sistema idrico.
La Svizzera sta inoltre inviando ad Aceh per via aerea medicinali e beni di prima necessità.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.