115’000 firme contro i minareti in Svizzera
L'iniziativa popolare contro la costruzione dei minareti è stata depositata martedì, corredata da 115'000 firme. Il governo ha già fatto sapere che chiederà a popolo e parlamento di respingerla.
Il comitato promotore dell’iniziativa denominata “contro la costruzione di minareti” è composto soprattutto da rappresentanti dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) e dall’Unione democratica federale (UDF, partito di matrice cristiano-riformata molto conservatore).
I minareti non sono costruzioni a carattere religioso, hanno sottolineato, ma “il simbolo apparente di una rivendicazione di un potere politico-religioso che rimette in causa i diritti fondamentali. Colui che pone la religione al di sopra dello Stato, come avviene nell’Islam, si trova in totale contraddizione con la Costituzione federale”.
Religione senza minareti
I promotori hanno assicurato che l’iniziativa non prende di mira i mussulmani residenti in Svizzera, che “hanno sempre potuto praticare la loro religione in modo perfettamente libero, ma senza minareti”.
Tuttavia, ha osservato il parlamentare giurassiano Dominique Baettig (UDC), nei paesi tolleranti per tradizione, come l’Olanda, l’integrazione non funziona più. I fondamentalisti non esitano a minacciare i difensori della libertà d’espressione, che osano resistere a una cultura religiosa “sicuramente rispettabile, ma violenta, arcaica, sessista e omofoba”.
L’iniziativa ha ricevuto sostegni soprattutto nella Svizzera tedesca ed è stata lanciata in piena polemica attorno a diversi progetti di costruzione, in particolare a Wangen (canton Soletta) e a Langenthal (Berna).
Il governo dice no
Fin da quando è iniziata la raccolta delle firme, l’iniziativa ha suscitato numerose reazioni, anche a livello internazionale. L’Organizzazione della conferenza islamica, ad esempio, aveva espresso inquietudine.
Martedì, del resto, il governo non ha esitato a prendere immediatamente posizione, fatto che accade assai di rado quando è depositata un’iniziativa.
“Non vi è dubbio che il Consiglio federale inviterà il parlamento e il popolo a respingerla”, scrive in un comunicato il presidente della Confederazione Pascal Couchepin, ricordando che i diversi membri dell’esecutivo nazionale si sono già espressi pubblicamente contro il divieto di costruzione dei minareti.
La ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey si era in particolare interrogata sulla compatibilità dell’iniziativa con la Costituzione. L’ex giudice federale Giusep Nay aveva da parte sua invitato il parlamento a non sottoporre il testo a votazione popolare, ritenendo che l’iniziativa sia inapplicabile e violi la libertà di religione.
Un punto di vista criticato martedì dall’ex consigliere nazionale Ulrich Schlüer (UDC, Zurigo), secondo cui la libertà religiosa può essere invocata come norma applicabile a tutta l’umanità solo se è rispettata dappertutto, in primis nei paesi mussulmani.
swissinfo e agenzie
Altri sviluppi
Iniziativa popolare
La consegna di questa iniziativa non significa che i minareti saranno vietati in Svizzera.
Nel sistema politico elvetico, un’iniziativa popolare permette a chiunque di proporre una modifica della Costituzione, a patto di aver raccolto almeno 100’000 firme di cittadini svizzeri a sostegno del progetto.
Il governo e il parlamento prendono in seguito posizione sull’iniziativa e propongono al popolo di respingerla o di accettarla.
Nei fatti, è molto raro che il popolo accetti un’iniziativa. Dall’introduzione di questo diritto popolare, nel 1893, in media solo due iniziative su cento hanno ricevuto l’avallo dei cittadini.
I mussulmani in Svizzera sono circa 340’000.
Il 12% possiede il passaporto rossocrociato.
La maggior parte di loro proviene dalla regione dei Balcani o dalla Turchia.
Molti di loro sono giunti nella Confederazione negli ultimi anni.
Nel 1990 erano il 2,2% della popolazione, nel 2000 il 4,3%.
Più di tre quarti della popolazione elvetica è di religione cristiana (42% cattolici, 35% protestanti e 2,2% altre religioni cristiane).
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.