Alle Camere tiremmolla sull’oro e sui soldi
La sessione invernale delle Camere federali di quest’anno sarà ricordata soprattutto per le controversie sul preventivo 2005 della Confederazione
I leader dei principali partiti stilano un bilancio tutto sommato positivo, malgrado i dibattiti talvolta burrascosi.
“Il Consiglio nazionale dice sì, quello degli Stati dice no…” e così via. Nelle ultime tre settimane da Berna i messaggi antitetici si sono succeduti a una rapidità frenetica. Le due Camere del Parlamento hanno guerreggiato soprattutto sulla chiave di ripartizione dei ricavati dell’oro in esubero della Banca nazionale svizzera e sul preventivo 2005.
I dibattiti sono diventati sempre più febbrili con l’approssimarsi della fine della sessione invernale 2004. Il budget è passato più volte da un ramo del Parlamento all’altro. Per risolvere la vertenza, giovedì il dossier è stato trasmesso alla conferenza di conciliazione. La proposta che ne è scaturita è stata accettata dal Nazionale, ma bocciata dal Consiglio degli Stati.
Il motivo della contesa era la riduzione delle sovvenzioni alla Fondazione per la cultura svizzera Pro Helvetia, al centro delle critiche per aver finanziato una controversa esposizione a Parigi. La “sanzione”, come l’hanno definita gli ambienti culturali, era stata voluta dal Consiglio degli Stati ed ha rischiato di far cappottare il preventivo 2005 nel suo insieme.
Un sistema superato?
Il sistema della democrazia diretta è ormai antiquato, si chiede l’opinione pubblica. Oppure sono i due rami del Parlamento che nella loro nuova composizione si bloccano mutuamente?
“Il Parlamento lavora”, dichiara a swissinfo il politologo Andreas Ladner. “Si è potuti andare avanti, si sono trovate delle soluzioni e importanti temi sono stati condotti in porto”. Per Ladner il bilancio è migliore di quello che ci si sarebbe potuto aspettare.
Anche il consigliere nazionale Ueli Maurer, presidente del Unione democratica di centro (UDC), è soddisfatto del modo in cui si è lavorato. “E’ una forza del Parlamento e non una debolezza”. Dimostra che “vi sono delle discussioni e ciò lo considero positivo”.
Sessione agitata
“E’ stata una sessione molto febbrile”, afferma dal canto suo Doris Leuthard, consigliera nazionale e presidente del Partito popolare democratico (PPD). “Sono state raccontate anche molte assurdità, che non concordavano con la documentazione”. Ciò ha purtroppo influito sulla qualità.
“La pianificazione non sempre è stata ottimale”, critica il consigliere nazionale Hans-Jürg Fehr, presidente del Partito socialista (PS). Il momento più significativo è stato “l’inqualificabile esercizio punitivo” nei confronti di Pro Helvetia. Da non dimenticare però l’approvazione degli accordi bilaterali con l’Unione Europea, un tema “trattato in maniera più veloce del previsto”.
Anche la deputata Marianne Kleiner, presidente ad interim del Partito liberale radicale, è molto contenta per il sì agli accordi bilaterali. “Si tratta di un buon segnale per la Svizzera e per la piazza economica elvetica”. Si può parlare di successo pure per il preventivo: “Quello approvato è conforme alla legge sul freno all’indebitamento”.
Disputa per l’oro
Il bilancio è positivo anche per Doris Leuthard: “Abbiamo vinto due grossi dibattiti durante questa sessione, i bilaterali bis e l’oro della Banca nazionale”.
Le discussioni su come ripartire i ricavi derivati dalla vendita di 1’300 tonnellate di riserve auree della Banca nazionale svizzera andavano avanti da sette anni. Il Consiglio degli Stati ha alla fine deciso di non entrare in materia e di applicare il sistema di ripartizione attualmente in vigore. Gli utili andranno così nella misura dei 2/3 ai cantoni e di 1/3 alla Confederazione.
La soluzione non è però stata gradita né dalla maggioranza del Consiglio nazionale, né dal Governo, che propendevano per altre soluzioni, ad esempio favorendo l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS).
Commentando la decisione dei senatori, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha avuto parole assai dure, definendola “un triste spettacolo politico”.
Sugli utili della BNS pende un’iniziativa
Il dibattito sulla chiave di ripartizione degli utili della Banca nazionale è comunque lungi dall’essere concluso.
Verosimilmente nell’autunno del prossimo anno, il popolo dovrà esprimersi su un’iniziativa della sinistra che chiede che tutti gli utili dell’istituto centrale siano versati all’AVS, salvo un miliardo ai cantoni.
“Col suo rifiuto d’entrare in materia, il Consiglio degli Stati si è lasciato sfuggire un’occasione per elaborare assieme al Consiglio nazionale e ai promotori dell’iniziativa una controproposta adeguata”, ha dichiarato il socialista Hans-Juerg Fehr.
Ueli Maurer, il cui partito era favorevole a versare gli utili della BNS nelle casse dell’AVS, è pure sorpreso: “Con la decisione del Consiglio degli Stati saremo ora molto probabilmente obbligati a sostenere l’iniziativa della sinistra”.
Swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione e adattamento di Daniele Mariani)
I grossi temi della sessione invernale 2004:
Preventivo 2005
Accordi bilaterali bis con l’UE
Ripartizione dell’utile ricavato dalla vendita dell’oro della BNS
Raccordo alla rete ferroviaria europea ad alta velocità
Programma d’armamento 2004
La sessione invernale del Parlamento è stata marcata soprattutto dalla riduzione di un milione di franchi dei finanziamenti accordati a Pro Helvetia e dall’accettazione degli accordi bilaterali II con l’Unione Europea.
I ricavi della vendita dell’oro in esubero della Banca nazionale svizzera finiranno nella misura di 2/3 nelle casse dei cantoni e di 1/3 in quelle della Confederazione.
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