Anche all’alba di un cambiamento epocale, Berna non cambia

I lavori parlamentari della sessione primaverile sono stati produttivi e costruttivi. Alla luce degli sconvolgimenti della situazione geopolitica globale, questa normalità può sembrare irreale, ma è una forza. Analisi.
A Berna il Parlamento ha i suoi ritmi, le sue priorità. Quando il Governo statunitense mette in subbuglio la geopolitica, creando un’onda d’urto in tutta Europa, sotto la cupola federale, i e le rappresentanti del popolo e dei Cantoni svizzeri cominciano a interrogarsi.
Cosa significa se gli Stati Uniti si allontanano dall’Europa? La Confederazione ha bisogno di alleanze più forti? O basta tener duro aspettando che la tempesta passi?
Nei corridoi di Palazzo federale, i politici e le politiche chiedono volentieri azioni rapide, anche nei periodi più tranquilli. Tuttavia, la politica svizzera non ha strumenti che permettano cambiamenti immediati.
Con la nostra app SWIplus, riceverete ogni giorno le notizie più rilevanti dalla Svizzera, le ultime edizioni delle trasmissioni d’informazione della RSI Telegiornale e Modem, nonché una panoramica personalizzabile dell’attualità dei Cantoni di vostra scelta. Qui trovate ulteriori informazioni sull’app.
Infatti, a Berna, qualsiasi iniziativa, grande o piccola che sia, passa prima di tutto da una commissione, e poi dall’una all’altra Camera del Parlamento, e a volte torna alla prima, per arrivare infine al Consiglio federale, che deve elaborare una proposta d’attuazione che tornerà in Parlamento molti mesi dopo. È anche per questo motivo che, durante questa sessione primaverile, i riflettori sono stati puntati su una delle sole cose che la politica elvetica riesce a realizzare rapidamente: l’elezione di un nuovo membro del Consiglio federale.
Questa volta si trattava di nominare colui che avrebbe preso il posto della ministra della difesa Viola Amherd, che aveva annunciato – un po’ a sorpresa – le sue dimissioni lo scorso 15 gennaio.
“Un buon segno per la democrazia”
L’elezione stessa si è svolta in modo poco spettacolare, senza giochi o intrighi. “Questo è un buon segno per la democrazia. Abbiamo anche potuto mostrare alla popolazione la nostra capacità di funzionare come Parlamento”, ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio nazionale Katja Christ. “In un mondo imprevedibile, la stabilità è un valore in sé”, ha commentato il quotidiano svizzero-tedesco Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno.

Martin Pfister è così diventato consigliere federale. Questo politico poco conosciuto, che non ha mai avuto un’esperienza a livello nazionale (era consigliere di Stato nel suo Cantone – Zugo – quando è stato eletto), colonnello dell’esercito e storico, considera la neutralità come uno strumento flessibile e vuole cooperare con la NATO, come ha ribadito il giorno della sua elezione. “Questa elezione dimostra che anche la Svizzera neutrale sente l’urgente necessità di rafforzare la propria difesa”, ha osservato il Financial TimesCollegamento esterno.
Più collegialità nel Governo
La maggior parte dei e delle parlamentari si fida di Martin Pfister anche per il suo impegno nel riportare più collegialità all’interno del Consiglio federale. Questa è stata messa a dura prova dalle ultime tempeste e dai dibattiti sull’economia. Ciò ha portato a indiscrezioni e giochi di potere.
La tensione si allenta. Siamo mercoledì pomeriggio, a metà delle tre settimane della sessione primaverile. Il nuovo consigliere federale è stato eletto in mattinata. Il trambusto che fino a poche ore prima contraddistingueva Palazzo federale è scomparso. Il sole splende attraverso le finestre, fuori tira aria di primavera. I pochi membri del Consiglio degli Stati (Camera alta) e del Consiglio nazionale (Camera bassa) che sono ancora lì lavorano in silenzio sui loro fascicoli. È il momento di concentrarsi.
Non decidere significa anche decidere
Lavorare nella politica svizzera significa spesso lasciare deliberatamente le cose in sospeso, “non entrare in materia” per dirla in gergo. Ci sono sempre cose che non cambiano, anche dopo lunghe esitazioni. In questa sessione, è stato il caso dell’agricoltura. Continuerà a ricevere sovvenzioni, anche se la Confederazione sta risparmiando in molti altri settori.
O ancora l’industria alberghiera: continuerà a beneficiare di un’aliquota IVA ridotta. Questa sovvenzione di 270 milioni di franchi all’anno, introdotta 20 anni fa come aiuto di emergenza, è stata prorogata per la settima volta, a tempo indeterminato.
L’UNRWA sempre sostenuta
Il Parlamento ha anche deciso di continuare a sostenere l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA). Questa controversa organizzazione dell’ONU, alla cui testa vi è da diversi anni uno svizzero, è da tempo oggetto di discussione a Palazzo federale. Il Parlamento aveva già ridotto la sovvenzione all’UNRWA da 20 a 10 milioni di franchi lo scorso anno e il Consiglio nazionale questa volta voleva eliminarlaCollegamento esterno.

Il Consiglio degli Stati non ha però seguito la Camera bassa, e la Svizzera non ha quindi rinunciato simbolicamente all’UNRWA. Il dibattito ha avuto dei meriti: a parte Israele, nessun altro Paese ha discusso così intensamente dell’UNRWA. Uno dei risultati di queste lunghe discussioni è stata la formulazione dell’esigenza che il Consiglio federale si occupi di trovare una soluzione alternativa all’organizzazione.
I e le parlamentari hanno anche discusso a lungo dell’eliminazione di una discriminazione che colpisce gli svizzeri e le svizzereCollegamento esterno. Quando vogliono portare nella Confederazione i loro familiari provenienti da Paesi terzi, ad esempio i nonni che vivono nello Sri Lanka o in Brasile, hanno meno diritti rispetto ai cittadini alle cittadine dei Paesi dell’UE e dell’AELS che risiedono in Svizzera.
La discriminazione riguarda potenzialmente anche le cittadine elvetiche all’estero che ritornano in patria. L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) ha quindi chiesto un adeguamento della legge. Il Parlamento ha tuttavia scelto la strada che sembrava più sicura: non cambiare nulla, e quindi non avere sorprese con quella che da destra è stata definita una possibile immigrazione incontrollata.
La politica dei piccoli passi
Infine, il vero e proprio cuore del lavoro delle Camere è costituito da molti piccoli passi. La decisione del Consiglio degli Stati di rendere imprescrittibili l’omicidio e l’abuso sessuale su minoriCollegamento esterno è uno di questi. Il Consiglio nazionale dovrà a sua volta esaminare il progetto.
Una piccola decisione è stata presa anche per quanto riguarda la 13esima rendita AVS: dovrebbe essere pagata per la prima volta nel dicembre 2026. Ma la questione deve ancora superare un grande ostacolo, poiché il modo in cui finanziare questa rendita supplementare non è ancora stato determinato.
Non è stata risolta neppure la questione relativa a come la Svizzera intenda gestire i casi in cui altri Stati acquistano società elveticheCollegamento esterno. Una “Lex China” per controllare tali investimenti è sul tavolo da anni. Il Consiglio degli Stati ha almeno deciso che vuole discuterne.
Inasprimento dell’asilo
Nell’ambito di questa sessione si è tenuta nuovamente una seduta speciale sull’asilo, su richiesta dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Quello dell’asilo è uno dei principali cavalli di battaglia del partito, ma preoccupa sempre più anche le altre formazioni borghesi. Philipp Burkhardt, responsabile della redazione politica federale della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF, osserva a questo proposito un “cambiamento di atteggiamento del Parlamento a favore di nuovi inasprimenti”.
Im Parlament findet im #AsylCollegamento esterno– und Ausländerbereich zunehmend ein Umdenken in Richtung weitere Verschärfungen statt.
— Philipp Burkhardt (@BurkhardtPhilip) March 13, 2025Collegamento esterno
Wie am Montag der Nationalrat hat heute auch der #StänderatCollegamento esterno eine Reihe von entsprechenden Vorstössen angenommen – gegen den Widerstand des Bundesrates. (1/7) pic.twitter.com/XeoKOYekGLCollegamento esterno
Infatti, in questo settore, i numerosi piccoli passi si sommano a poco a poco per formare un’azione leggibile. Il Consiglio nazionale e quello degli Stati hanno deciso di limitare la libertà di movimento delle persone richiedenti l’asilo con un passato criminale e di escluderle dalla procedura di asilo.
Il ministro della giustizia Beat Jans ha cercato invano di mettere in guardia contro il rischio che il Tribunale federale annulli queste decisioni. Anche le frontiere devono essere controllate più intensamente e i soggiorni illegali registrati in modo più sistematico.
Il Parlamento rafforza la regolamentazione bancaria
Il Parlamento ha anche esaminato il rapporto sul tracollo di Credit Suisse. La Commissione d’inchiesta parlamentare ha condotto un’indagine approfondita e ha proposto un catalogo preciso di misure da applicare alle banche di importanza sistemica, adottato dalle Camere. Il lobbismo delle banche non ha potuto nulla in questo caso.
Bisogna ancora spendere due parole sulle grandi linee della politica internazionale. Come abbiamo detto, in Svizzera nulla viene deciso in fretta e comunque la politica estera è di competenza del Consiglio federale. Quindi al Consiglio nazionale è rimasto solo un mezzo, una dichiarazione non vincolanteCollegamento esterno, approvata con 115 a 66, che dichiara che “un’Europa basata su regole e sovranità” è necessaria per la pace e la sicurezza. La Confederazione dovrebbe contribuirvi “nell’ambito dei suoi obblighi di neutralità”.
Articolo a cura di Samuel Jaberg
Traduzione con l’aiuto di Deepl/mar

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.