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“Anche Trenitalia si tutelerà contro i disservizi del Cisalpino”

Il nuovo modello del Pendolino non è ancora entrato in servizio. Ex-press

Sulla Cisalpino e i noti disservizi del pendolino, che opera in Svizzera e in Italia, piovono anche le critiche di Trenitalia. Sulla vicenda si esprime per la prima volta Vincenzo Soprano, amministratore delegato della società italiana.

In una lettera inviata negli scorsi giorni alla direzione della Cisalpino – la società di proprietà delle Ferrovie federali svizzere e di Trenitalia che gestisce il traffico tra Svizzera e Italia – la direzione di Trenitalia dichiarava di “essere pronta ad avviare tutte le azioni utili a tutelare la nostra azienda e la nostra reputazione sul mercato”.

Una bordata che segue di pochi giorni l’ultimatum dell’Ufficio federale dei trasporti che esige dalla Cisalpino, entro fine febbraio, un convincente rapporto su come intende ristabilire “un servizio di trasporto efficiente”. In caso contrario le autorità elvetiche potrebbero ritirare alla Cisalpino la concessione per il trasporto di passeggeri.

Come mai, Trenitalia ha ammonito la società Cisalpino SA?

Vincenzo Soprano: Nella fase attuale stiamo lanciando il trasporto ad alta velocità, che del resto sta già riscuotendo un grande successo: ebbene, le recenti vicende del Cisalpino rischiano di avere un effetto negativo sull’immagine del nostro prodotto.

Perché avete reagito solo dopo l’intervento delle autorità elvetiche?

V.S.: Per quanto ci riguarda è solo negli ultimi tempi che, anche attraverso quanto riportato dalla stampa, abbiamo cominciato a preoccuparci. Cisalpino è una joint-venture tra le ferrovie italiane e quelle svizzere. Una partnership a cui noi teniamo moltissimo”.

Ma proprio questo è uno degli aspetti più incomprensibili: siete comproprietari di una società su cui ora, all’unisono, muovete delle forti critiche.

V.S.: Certo, si tratta di doverose precisazioni nei confronti del management della Cisalpino…

Ma, visto che le cose si trascinano da tempo, i due proprietari non avevano forse la possibilità di intervenire e di imporre un cambiamento?

V.S.: Questa è una cosa che faremo nel brevissimo periodo e lo faremo in un prossimo incontro con il nostro partner svizzero. Del resto gli eventi sono precipitati in quest’ultimo periodo, anche per la mancata consegna del nuovo materiale rotabile, e questo fatto ha avuto un peso notevole.

Devo insistere: ma perché aspettare così a lungo? Tanto è vero che anche Trenitalia parla di “ulteriore aggravamento” dei problemi organizzativi, economici e di servizio ai passeggeri. Qualcuno potrebbe anche pensare a una sorta di scaricabarile.

V.S.: Purtroppo , e le parlo da manager, in questi casi le responsabilità sono solo del management del Cisalpino: non si può pensare che, una volta accettato un incarico, si possa ribaltare sugli azionisti ciò che accade.

Eppure, anche i manager di Trenitalia e delle FFS dovevano controllare, quindi ci si può chiedere se possano sfilarsi da ogni tipo di responsabilità.

V.S.: Noi siamo i soci, noi dobbiamo sì vigilare sull’attività, ma soprattutto vedere risultati e profitti, e negli ultimi anni i risultati di Cisalpino sotto l’aspetto del servizio e della redditività erano stati positivi. Credo di poter parlare anche a nome delle Ferrovie Federali, e devo ripetermi: la responsabilità è del management della Cisalpino per tutte quelle che sono le decisioni adottate all’interno di quella società.

Trenitalia si dice determinata a tutelare la propria immagine e i propri interessi. Fino a che punto siete disposti ad andare? Al limite condividendo l’idea di un ritiro della concessione del trasporto passeggeri?

V.S.: Questa è una decisione che sarà eventualmente presa dalla Confederazione, e noi non abbiamo titolo per intervenire. Se essa verrà adottata, ovviamente dovremo prendere le nostre contromisure, insieme al nostro socio svizzero, cioè le Ferrovie Federali: a cui, lo ribadisco, siamo strettamente legati. È una sorta di matrimonio.

E in quanto soci, se non fossimo d’accordo con quella decisione, dovremmo anche decidere se fare ricorso, perché una cosa è certa: come azionisti noi dobbiamo, insieme, tutelare il valore dell’azienda.

Ma la prospettiva ventilata dall’Ufficio federale dei trasporti di un ritiro della concessione alla società Cisalpino è per voi troppo radicale?

V.S.: Questo rientra nella libera scelta di uno Stato sovrano, quindi lungi da me l’idea di muovere critiche. Comunque una cosa ci preoccupa moltissimo: lo ritengo un fatto estremamente grave, sul quale dobiamo riflettere, in passato non era mai avvenuta una cosa del genere, e quindi a maggior ragione Trenitalia e FFS devono fare piena chiarezza sulla situazione, sapendo che Cisalpino è una “controllata paritetica” da due partner, e ogni azione va assolutamente condivisa.

Potreste decidere di sfiduciare l’attuale dirigenza di Cisalpino?

V.S.: Tutto è possibile, già una volta in passato c’è stato un cambiamento di management, ma non posso dire di più proprio perché le decisioni le dobbiamo prendere con i colleghi svizzeri. Una cosa la posso senz’altro anticipare: ferrovie svizzere e italiane faranno di tutto per salvare la società Cisalpino. E infatti per quanto ci riguarda ci siamo attivati per fare in modo che un
incontro al vertice possa avvenire ancor prima di fine mese.

swissinfo, Aldo Sofia, Roma

Cisalpino SA è una società composta dalle Ferrovie dello Stato (con Trenitalia) e dalle Ferrovie Federali Svizzere (FFS), che effettua collegamenti rapidi in treno tra Firenze, Trieste, Venezia, Milano, Livorno, Zurigo, Ginevra e Basilea.

Da dicembre 2005 Cisalpino ha preso in gestione la totalità del traffico (escluso quello notturno) fra l’Italia e la Svizzera.

A metà 2004 sono stati commissionati 14 nuove composizioni di treni ad assetto variabile, che dovrebbero entrare in servizio nel corso del 2009. I nuovi convogli, denominati ETR 610, sono stati commissionati a Alstom (ex Fiat Ferroviaria).

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