Approvato l’inasprimento della legge sull’asilo
Dopo tre anni di dibattiti, il Parlamento ha accettato le controverse proposte di inasprimento della legge sull'asilo. La sinistra ha già annunciato un referendum.
In futuro, in caso di rifiuto della domanda di asilo, i richiedenti non avrebbero più diritto agli aiuti sociali. La detenzione in attesa di espatrio verrebbe estesa fino a 18 mesi.
Secondo la volontà della maggioranza del Parlamento, la legge sull’asilo, già inasprita a più riprese negli ultimi anni, dovrebbe diventare ancora più severa.
Nonostante l’opposizione della sinistra, venerdì il Consiglio nazionale ha adottato le nuove disposizioni legali con 108 voti contro 69, mentre la Camera alta si è espressa in favore con 33 voti contro 12.
La revisione della legge sull’asilo, già criticata dall’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati e dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, sarà quasi sicuramente combattuta da un referendum.
Drastici cambiamenti
Se le nuove disposizioni legali saranno accettate dal popolo, in futuro saranno ammessi provvisoriamente in Svizzera, in attesa di una decisione definitiva, soltanto i richiedenti l’asilo la cui esistenza è minacciata nel loro paese di origine.
Coloro che entrano in Svizzera senza documenti d’identità validi, avranno due giorni di tempo per presentare i documenti richiesti o per motivare in modo credibile la mancanza di queste prove.
Saranno inoltre soppressi gli aiuti sociali per tutte le persone che hanno ricevuto una risposta negativa e non intendono lasciare la Svizzera.
I candidati all’asilo che richiedono gli aiuti d’urgenza devono perlomeno dimostrare la loro disponibilità a collaborare con le autorità.
Coloro che rifiutano di cooperare con le autorità potranno essere imprigionati fino a 2 anni. La detenzione preventiva è stata infatti estesa da 3 a 6 mesi, mentre la detenzione in attesa di rinvio forzato è stata prolungata da 9 a 18 mesi.
Spetterà in futuro ai Cantoni decidere in merito alla sorte dei candidati all’asilo che vivono in Svizzera già da 5 anni e che sono da considerare ben integrati.
I richiedenti l’asilo accolti provvisoriamente avranno più facilmente accesso al mercato del lavoro. Tre anni dopo la loro ammissione potranno far venire in Svizzera anche le loro famiglie.
Aspre critiche
Prima di procedere alle votazioni finali alle Camere, alcuni rappresentanti dei gruppi parlamentari hanno tenuto a ribadire con fermezza le rispettive posizioni.
Schermaglie che hanno il sapore di preliminari in visita della battaglia che i partiti si daranno nella campagna per lo scrutinio popolare, dal momento che la sinistra intende questa volta combattere con un referendum il progetto sostenuto dalla maggioranza borghese del Parlamento.
Fra coloro che hanno contestato il nuovo giro di vite, figura anche il rappresentante del Partito liberale Claude Ruey, che ha riassunto la situazione con l’immagine dell’uccellino a cui vengono progressivamente ridotti spazio e luce: continua a vivere, ma non canta più.
«Con l’ossessione di eseguire la legge, alla fine è stata eseguita la sentenza capitale della tradizione umanitaria», ha affermato il deputato liberale vodese, biasimando l’omissione di misure necessarie, quali gli accordi di riammissione con i Paesi d’origine.
Un’analisi condivisa da socialisti ed ecologisti che hanno denunciato le violazioni dei diritti umani e delle convenzioni internazionali.
La consigliera nazionale del Partito ecologista Cécile Bühlmann ha ironicamente suggerito di sopprimere la legge, «dato che, secondo la maggioranza, non sono mai le persone giuste che domandano l’asilo».
Tra repressione e tradizione umanitaria
Seguendo l’Unione democratica di centro (UDC), paladina della lotta contro gli «abusi» e i «falsi rifugiati», la stragrande maggioranza dei deputati del Partito liberale radicale (PLR) e del Partito popolare democratico (PPD) ha replicato che il Parlamento è riuscito a conciliare repressione e tradizione umanitaria.
«La protezione di coloro che ne hanno bisogno non è stata minimamente ridotta», ha dichiarato il consigliere nazionale del PLR Felix Gutzwiller.
Al capogruppo liberale radicale ha fatto eco la vicepresidente del gruppo parlamentare del PPPD Brigitte Häberli, la quale ha rilevato che l’aiuto urgente è stato mantenuto e che l’ammissione provvisoria è stata migliorata.
Quanto all’annuncio di un referendum, il rappresentante dell’UDC Hans Fehr ha avvertito i promotori che non avranno il compito facile: stando al democentrista zurighese, si scontreranno con l’incomprensione popolare.
Contestata anche la legge sugli stranieri
Pure al centro delle critiche, la legge sugli stranieri, adottata venerdì dalla Camera del popolo con 106 voti contro 66 e dal Consiglio degli Stati con 33 voti contro 8.
La sinistra ha rilevato che il testo non tiene conto né della realtà né dei bisogni dei diretti interessati.
La legislazione non risponde neppure alle esigenze degli svizzeri che hanno sposato stranieri, poiché questi saranno trattati meno bene dei cittadini dell’Unione europea, ha affermato la deputata socialista Vreni Hubmann.
Questa legge getta l’ombra del sospetto sulle coppie miste, ha aggiunto il consiglere nazionale del Partito ecologista Ueli Leuenberger.
I delegati del Partito socialista hanno già dato il nullaosta al lancio del referendum contro la legge sull’asilo. I Verdi si sono associati.
Gli ecologisti intendono impugnarlo anche contro la legge sugli stranieri, in collaborazione con altre formazioni politiche e organizzazioni.
swissinfo e agenzie
Fino al mese di novembre 9256 persone hanno presentato una richiesta di asilo (31% in meno rispetto allo stesso periodo del 2004).
1’313 domande sono state accolte (-8%).
6’349 richieste sono state respinte (-32%).
1’190 persone sono state espatriate (-45%).
13’009 dossier sono stati chiusi (-29%).
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