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A Moutier, la “Bernxit” s’impone dopo una grande suspense

Una folla che sventola bandiere giurassiane davanti al municipio di Moutier.
Vincitori della votazione popolare del 18 giugno 2017, i separatisti nel tardo pomeriggio si sono riuniti davanti al municipio per festeggiare il passaggio di Moutier dal canton Berna a quello del Giura. swissinfo.ch

Moutier cambierà cantone: con il 51,72% di sì, i votanti del comune di 7'700 abitanti hanno deciso domenica di aderire al Giura e dire addio a Berna. Un voto storico che dovrebbe mettere fine al più vecchio conflitto politico-territoriale della Svizzera del secondo dopoguerra.

La suspense è durata tutto il pomeriggio. Inizialmente previsto intorno alle 15:00, il risultato per finire è stato proclamato solo alle 17:20. La posta in gioco e un tasso di partecipazione molto elevato – quasi il 90%, ossia circa il doppio della proporzione solitamente registrata nelle votazioni popolari in Svizzera – hanno costretto i 32 collaboratori del seggio a lavorare intensamente.

Per cautela, una parte dei voti è stata ricontata. Complessivamente, sono stati individuati meno di dieci casi litigiosi: per esempio persone decedute che figuravano ancora nel catalogo elettorale.

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Dopo un’attesa estenuante, gli attivisti pro-Giura, riuniti a migliaia nella piazza della stazione, hanno potuto dare libero sfogo alla loro felicità. Con urla liberatorie e lacrime di gioia hanno salutato il risultato, che per 137 voti – 2067 sì, contro 1930 no – ha segnato la vittoria separatista.

Tra loro, il sindaco di Moutier, Marcel Winistoerfer, che faticava a contenere l’emozione. “Questo è semplicemente uno dei giorni più belli della mia vita. La suspense è stata lunga, ma è un bene aver fatto le cose senza fretta per evitare qualsiasi problema”, ha dichiarato a swissinfo.ch.

Marcel Winistoerfer si è anche detto fiducioso sul post 18 giugno. “Non temiamo la reazione dei perdenti [pro-bernesi]. Quando le emozioni si saranno placate, sono sicuro che arriveremo a sederci intorno al tavolo per trovare soluzioni costruttive”, ha affermato.

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Quanto al campo pro-bernese, non ha nascosto la propria amarezza. “È un disastro per la città e per la regione, la gente non si rende conto che cosa l’aspetta. Perderemo molti posti di lavoro, forze. Ma è una scelta popolare, cercheremo di accettarla nel miglior modo possibile”, ha dichiarato a swissinfo.ch Patrick Tobler, presidente dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) del Giura bernese.

Nonostante che la tensione fosse palpabile nell’attesa del verdetto popolare, questa domenica, a Moutier, si era molto lontani dall’atmosfera focosa dello scrutinio del 7 settembre 1975, nel quale il comune rifiutò per la terza volta di fila, con il 54,1% dei voti, di aderire al nuovo cantone del Giura. Allora, i separatisti scesero in strada per affrontare i granatieri bernesi. Furono le ore più roventi di un conflitto che aveva profondamente diviso la regione in due campi praticamente inconciliabili.

Campagna tesa sul finale

Il 18 giugno 2017 si respirava invece un’aria festosa sin dal mattino. E già nelle settimane che hanno preceduto il voto, alle azioni aggressive del passato, i separatisti questa volta hanno preferito una campagna “positiva e rilassata”, in cui è stata moltiplicata la diffusione di clip umoristici sui social network. 

La gioventù pro-Giura ha occupato il campo sul web con arguzia e leggerezza, aiutata – a dire il vero – dalla grande discrezione sulla rete dei  loro coetanei pro-Berna. Ciò non toglie che, all’approssimarsi della fatidica data, i fronti si sono comunque inaspriti, su uno sfondo di guerra delle cifre e di rinascita di vecchi rancori.

Attacchi più virulenti sono stati osservati sulle pagine Facebook dei vari comitati della campagna, come anche nelle lettere dei lettori ai due giornali regionali, il Journal du Jura (pro-bernese) e il Quotidien jurassien (pro-giurassiano).

Parte delle responsabilità delle tensioni che hanno segnato le ultime settimane della campagna è anche dei governi bernese e giurassiano.

In un servizio televisivo, il capo del dicastero delle finanze del Giura, Charles Juillard, ha detto che nel caso in cui dalle urne di Moutier uscisse un “sì”, sarebbe il momento opportuno per convincere gli abitanti di Roches – un piccolo comune che si trova tra Moutier e il cantone del Giura – ad aderire a sua volta al canton Giura. Dichiarazioni che hanno scatenato un putiferio nel campo bernese, poiché contrarie agli impegni assunti dal governo giurassiano.

Nessun incidente grave

Nel campo giurassiano, invece, non è affatto stato gradito l’errore dell’amministrazione bernese, che ha sottovalutato di 10 milioni di franchi le imposte versate dal comune di Moutier al cantone di Berna. La campagna si è inoltre fortemente concentrata sul futuro dell’ospedale di Moutier, anche in questo caso contravvenendo l’impegno assunto da entrambe le parti di non farne un tema di questa votazione.

Comunque, nonostante queste polemiche, nella campagna non sono mai stati superati i limiti. Non è stato segnalato alcun grave incidente e non è stata sporta alcuna denuncia penale per atti di vandalismo legati al voto.

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Voto sotto stretta vigilanza

Agenti di polizia prendono in consegna le urne sigillate scaricate da un furgone bianco.
Le urne sigillate portate a Moutier da Berna sono prese in consegna da agenti di polizia che le portano nel locale dove sarà eseguito lo spoglio di tutte le schede di voto. Keystone

Di fronte a questi fantasmi del passato, ancora vivi nella memoria in molti abitanti della città, sono state adottate misure eccezionali per garantire il regolare svolgimento dello scrutinio ed evitare qualsiasi contestazione del risultato. Domenica mattina, cinque urne sigillate contenenti le buste di risposta con le schede di voto inviate per posta sono state trasportate da Berna a Moutier sotto scorta di polizia.

Infatti, per assicurare che non vi fossero brogli, le schede dei cittadini che hanno votato per corrispondenza erano indirizzate all’Ufficio federale di giustizia (UFGCollegamento esterno) a Berna. Le cinque urne sono in seguito state aperte insieme a quelle del seggio di Moutier, dopo la chiusura di quest’ultimo a mezzogiorno.

D’altra parte, sette osservatori della Confederazione hanno seguito le operazioni di voto nel seggio di Moutier. Hanno inoltre attentamente osservato lo spoglio dei voti eseguito dai rappresentanti dei partiti.

Altri dieci giuristi dell’UFG hanno confrontato le carte di legittimazione dei votanti con il registro elettorale, per verificare che il documento non fosse stato firmato a nome di qualcuno nell’incapacità fisica di farlo. Questa misura supplementare è stata decisa giovedì dall’UFG, in seguito alla segnalazione di irregolarità: alcuni residenti di case di riposo che non erano in grado di firmare avevano ricevuto il materiale di voto.

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Va detto che, nonostante il carattere un po’ anacronistico, il voto di domenica presentava una sfida importante, dal momento che l’obiettivo era di chiudere “definitivamente” e senza intoppi la Questione giurassiana, ossia il più grande conflitto politico-territoriale svizzero del secondo dopoguerra.

Moutier in prima linea

La cittadina di Moutier, che si trova al confine tra i cantoni di Berna e del Giura (fondato nel 1978), ha sempre svolto un ruolo fondamentale in questo conflitto. Benché sia rimasta bernese per qualche decina di voti nei tre plebisciti degli anni 1970, il più grande comune del Giura bernese da decenni elegge un sindaco e delle autorità a maggioranza pro-giurassiana.

A tal punto, che il processo avviato nel 1994 con la creazione dell’Assemblea intergiurassiana (AIJ), un’istituzione di riconciliazione tra i cantoni di Berna e del Giura, è stata spesso denominata “lex Moutier”. Essa sembrava infatti tagliata su misura per regolare una volta per tutte il destino cantonale di questa cittadina industriale situata nel cuore dell’Arco giurassiano svizzero.

Nella prima tappa, il 23 novembre 2013, il Giura bernese globalmente ha rifiutato di avviare un processo di riunificazione con il canton Giura. In seguito i comuni hanno avuto la possibilità di chiedere di votare singolarmente sulla loro adesione al canton Giura. Le autorità Moutier, dove il “sì” era stato pari al 55% dei voti, avevano ovviamente colto questa possibilità. Lo stesso hanno fatto due piccoli comuni confinanti – Belprahon e Sorvilier –, che dovranno determinarsi quest’autunno sulla loro futura appartenenza cantonale.

Non prima del 2021

Il cambiamento di cantone di Moutier non interverrà immediatamente. I governi cantonali del Giura e di Berna avvieranno ora la procedura per concretizzare il trasferimento del comune. Se tutto filerà liscio, il cambiamento di cantone dovrebbe diventare effettivo il 1° gennaio 2021.

I due governi elaboreranno un concordato che comprenderà altri comuni che hanno scelto di lasciare il cantone di Berna. Il documento dovrà essere ratificato dal parlamento bernese e da quello giurassiano.

Poi sul cambiamento dovranno votare i cittadini dei due cantoni. Lo scrutinio dovrebbe prevedibilmente tenersi il 1° semestre 2019. Se dalle urne del canton Berna dovesse uscire una maggioranza di no (l’eventualità di un rifiuto dell’elettorato del Giura può invece essere escluso a priori), Moutier e altri possibili comuni rimarrebbero bernesi.

In caso di accettazione da parte dei votanti di entrambi i cantoni, l’incarto sarebbe trasmesso al parlamento federale. Le Camere si pronuncerebbero poi tramite un decreto sulle modifiche territoriali. Questo non sarebbe sottoposto all’elettorato svizzero.

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Due secoli di vertenza giurassiana

1815: Alla caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna assegna i sette distretti giurassiani del vescovato di Basilea al canton Berna.

Anni 1950: Il movimento separatista diventa sempre più forte.

1974-75: Diversi plebisciti. Il Giura è diviso, i tre distretti a nord formano il nuovo cantone, i tre a sud restano bernesi, così come quello di Laufen. Quest’ultimo, dopo successive votazioni popolari, nel 1994 aderirà al cantone di Basilea Campagna. A Moutier, la decisione di restare bernese prevale per 70 voti.

1979: Il canton Giura diventa sovrano dopo una votazione nel settembre 1978 a cui partecipa la totalità della Svizzera che ne accetta la creazione con l’82%.

1994: Istituzione dell’Assemblea intergiurassiana (AIJ), organo di riconciliazione guidato dalla Confederazione e dai cantoni di Giura e Berna.

1998: Il comune di Moutier organizza una votazione consultiva sulla sua adesione al canton Giura. L’adesione è rifiutata con 41 voti di scarto.

24 novembre 2013: Il 72% dei cittadini del Giura e del Giura bernese rifiutano di avviare un processo di unificazione delle due regioni in un solo cantone. A Moutier, i favorevoli al Giura per la prima volta sono in maggioranza con 389 voti di scarto.

18 giugno 2017: Moutier vota sì all’adesione al canton Giura, con 2’067 voti contro 1’930. In linea di principio, questa dovrebbe essere l’ultima volta che Moutier vota sull’autodeterminazione cantonale.

Potete contattare l’autore di questo articolo direttamente su Twitter @samueljaberg Collegamento esterno​​​​​​​


(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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