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Berna ricostruirà un villaggio thailandese

Oltre 5'000 persone hanno perso la vita in Thailandia in seguito al maremoto del 26 dicembre scorso Keystone

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha annunciato che la Svizzera finanzierà la ricostruzione di un villaggio thailandese distrutto dallo tsunami.

La Confederazione stanzierà a tale scopo 2,3 milioni di franchi del fondo di 27 milioni destinato alle vittime del maremoto.

Il villaggio che verrà ricostruito non è stato ancora scelto, ha reso noto Ivo Sieber, capostampa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che si trova a Bangkok al seguito della responsabile della diplomazia elvetica.

Secondo quanto comunicato a swissinfo da Walter Fust, capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), verrà probabilmente scelto un villaggio nella regione meridionale di Phuket, la più devastata in Thailandia dalle onde sollevate dal maremoto.

“Con questo gesto, la Confederazione intende esprimere la sua solidarietà nei confronti della Thailandia e, inoltre, ricordare i turisti svizzeri periti nel corso di questa tragedia”, ha spiegato Fust.

Nei giorni scorsi il Consiglio federale aveva già annunciato lo stanziamento di 27 milioni di franchi destinati a fronteggiare le necessità urgenti della popolazione.

Forte impressione

Giunta nel sud-est asiatico per rendersi conto della situazione dopo il terribile maremoto, lunedì Micheline Calmy-Rey ha incontrato il vice-ministro thailandese degli esteri Sorajak Kasem Suvan e i responsabili della cellula di crisi attivata da Bangkok.

La ministra degli esteri si è detta fortemente impressionata “dalle sofferenze della popolazione e dei turisti colpiti dalla catastrofe”.

Lunedì Micheline Calmy-Rey si è inoltre recata in un ospedale per visitare uno svizzero ferito e si intrattenuta con altri cittadini elvetici che le hanno raccontato la loro drammatica esperienza.

Prima di rientrare in Svizzera, Micheline Calmy-Rey ha raggiunto lo Sri Lanka, dove incontrerà vari collaboratori del suo dipartimento, impegnati in loco.

Ancora più vittime

Intanto continua a salire il bilancio delle vittime della catastrofe: oltre 140’000 persone hanno perso la vita, di cui più di 90’000 sull’isola di Sumatra.

Secondo quanto comunicato dall’ONU, almeno 1,8 milioni di persone necessitano di aiuti alimentari nelle zone sinistrate. Le donazioni della comunità internazionale hanno raggiunto ormai quasi 2 miliardi di franchi.

Il numero delle vittime svizzere è salito a 23, di cui 20 in Thailandia, 2 nello Sri Lanka e 1 in India.

Non si hanno però ancora notizie di circa 500 cittadini elvetici che si trovavano presumibilmente nei paesi colpiti dal maremoto. Per 105 di loro vi sarebbero ormai poche speranze, a detta del DFAE.

Le autorità sconsigliano ai famigliari delle vittime di recarsi sul posto, per non intralciare la già complicata opera dei soccorritori.

La Confederazione prevede però di organizzare appena possibile un volo speciale per i famigliari, in collaborazione con le agenzie di viaggio che, nel frattempo, hanno posto fine ai voli speciali di rimpatrio dei turisti svizzeri nelle regioni colpite dal maremoto.

45 milioni di donazioni

Il maremoto in Asia non ha lasciato indifferenti gli Svizzeri.

Stando all’ultimo conteggio, la Catena della solidarietà ha raccolto finora oltre 45 milioni di franchi destinati alle vittime del cataclisma.

Lo ha comunicato il portavoce dell’organizzazione Roland Jeanneret, il quale entro mercoledì, giorno scelto per la colletta nazionale, si attende di raggiungere una «somma storica».

Giornata di solidarietà

Sempre mercoledì in Svizzera e nei paesi dell’Unione europea si terrà una giornata di cordoglio per commemorare le vittime della catastrofe.

Per l’occasione tutte le bandiere degli edifici federali saranno a mezz’asta. Lo stesso hanno deciso di fare diversi cantoni, tra cui il Ticino.

Da parte loro, le tre Chiese cristiane della Svizzera organizzeranno una cerimonia nazionale in memoria delle vittime del maremoto nella cattadrale di Berna.

Dovrebbero essere presenti il presidente della Confederazione Samuel Schmid e la collega di governo Micheline Calmy-Rey.

La Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (FCES) ha invitato tutte le chiese a suonare le campane per un quarto d’ora a mezzogiorno.

swissinfo e agenzie

Il seisma avvenuto il 26 dicembre scorso nei pressi dell’isola indonesiana di Sumatra ha raggiunto una magnitudo di 9 gradi sulla scala Richter.
Oltre 140’000 persone hanno perso la vita e quasi 2 milioni necessitano di aiuti alimentari.
Finora è stata accertata la morte di 23 svizzeri nei paesi del sud-est asiatico colpiti dallo tsunami.
Secondo il DFAE, vi sono ormai pochissime speranze di ritrovare in vita altri 105 cittadini elvetici, dati per dispersi.

Le autorità svizzere hanno annunciato il versamento di 27 milioni di franchi in favore delle vittime della catastrofe.

Le donazioni della popolazione tramite la Catena della solidarietà hanno già raggiunto la cifra record di 45 milioni.

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