Cartellino giallo per la direzione della Posta
Primo ammonimento sindacale contro il gigante giallo: nella notte fra mercoledì e giovedì sono stati occupati quattro grandi centri di smistamento.
Il Sindacato della comunicazione annuncia ulteriori misure se la direzione della Posta non rispetterà la convenzione collettiva di lavoro.
Obbiettivo raggiunto: il Sindacato della comunicazione ritiene che il blocco, organizzato nella notte fra mercoledì e giovedì, ha raggiunto il suo scopo: “La Posta non potrà recuperare il ritardo accumulato nella distribuzione dei pacchi e delle lettere”, ha affermato il vicepresidente Giorgio Pardini.
Una notte di protesta
Oltre 200 dipendenti e rappresentanti del Sindacato della comunicazione – la principale organizzazione del personale della Posta – hanno bloccato tra mezzanotte e le 4.30 tre centri di distribuzione pacchi a Härkingen (SO), Frauenfeld e Daillens (VD). Dalle 2.30 è stato bloccato anche il centro lettere a Bellinzona.
Il blocco delle distribuzioni è cominciato poco prima della mezzanotte di mercoledì. Inizialmente l’azione sarebbe dovuta durare fino alle 8.00, ma a nord delle Alpi è intervenuta la polizia che ha fatto sgombrare i manifestanti.
“L’interruzione dell’agitazione è stata decisa in seguito alle discussioni fra i rappresentanti del sindacato, del gigante giallo e delle forze di polizia”, afferma Bernard Failletaz, del Sindacato della comunicazione, che aggiunge: “volevamo evitare di fomentare le tensioni”. Nella Svizzera tedesca, in particolare presso il centro di distribuzione di Härkingen, la polizia è infatti intervenuta in modo piuttosto incisivo.
Il sindacalista Pardini tiene a precisare che “l’agitazione non era diretta contro i clienti della Posta, bensì contro la direzione dell’azienda”. Il collega Failletaz aggiunge che “non si sono verificati particolari incidenti”. Vi saranno però dei ritardi nella distribuzione dei pacchi e delle lettere.
Posta stizzita
Dal canto suo, Richard Pfister, portavoce della Posta, condanna l’azione di protesta e ritiene giustificato il ricorso alle forze dell’ordine: “I manifestanti bloccavano l’accesso ai centri di distribuzione”.
Ulrich Gygi, direttore generale del gigante giallo, ricorda che lo scorso anno la Posta ha proposto ai sindacati l’apertura di nuovi negoziati. “Le discussioni avrebbero dovuto permettere uno sviluppo della convenzione collettiva e l’introduzione di una maggiore flessibilità, ma i sindacati hanno sempre rifiutato di entrare in materia”.
“Violazione del contratto collettivo”
Il conflitto verte proprio sulla situazione contrattuale. Lo scorso mese di giugno, dopo numerosi negoziati, la Posta aveva accettato di non modificare il testo della convenzione collettiva di lavoro.
Il sindacato ritiene tuttavia che il gigante giallo non abbia rispettato gli accordi presi. La creazione di nuove filiali autonome rappresenta infatti, secondo il sindacato, una violazione contrattuale. Facendo ricorso a prestazioni di ditte esterne, la Posta può aggirare le disposizioni della convenzione, pagando salari più bassi.
Lo scorso martedì, il Sindacato della comunicazione ha deciso di adottare una linea dura dopo il fallimento dell’ennesimo tentativo di conciliazione con il direttore del gigante giallo, Ulrich Gygi.
Anche il sindacato di ispirazione cristiana transfair è dello stesso avviso. Contro la strategia adottata dalla Posta ha quindi deciso di sporgere querela giovedì presso la commissione paritetica. Lo scopo dell’azione legale è quello di bloccare le esternalizzazioni nel rispetto del partenariato sociale.
Il Sindacato della comunicazione ha inoltre dichiarato che, se la direzione della Posta non modificherà le sue prese di posizione, potrebbero essere organizzate altre manifestazioni di questo tipo.
swissinfo e agenzie
In giugno la Posta e il Sindacato delle comunicazione hanno rinnovato il contratto collettivo.
L’8 ottobre, la Posta annuncia l’esternalizzazione di 270 impieghi. I sindacati chiedono nuove trattative e accusano la direzione aziendale di ricorrere a servizi esterni per aggirare gli standard salariali.
La Posta non entra nelle trattative e, il 10 novembre, il sindacato annuncia delle misure di protesta «dure».
Il 23 novembre fallisce un tentativo di conciliazione e un giorno dopo anche la mediazione del consigliere federale Moritz Leuenberger non trova esito.
Giovedì mattina sindacalisti e impiegati occupano quattro centri di distribuzione a Daillens (VD), Härkingen (SO), Frauenfeld e Bellinzona.
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