Casi di corruzione mettono sotto pressione la FIFA
Continua ad allargarsi, all'interno della Federazione internazionale delle associazioni di football (FIFA), lo scandalo sui casi di corruzione per l'assegnazione dei mondiali di calcio. In seguito a questa vicenda, la Svizzera intende rivedere le norme anticorruzione nel settore sportivo.
Non sembra placarsi il nuovo scandalo di corruzione venuto alla luce all’interno della FIFA. La settimana scorsa, la federazione con sede a Zurigo ha sospeso due membri del comitato esecutivo, il nigeriano Amos Adamu e il tahitiano Reynald Temarii, sospettati di aver ricevuto tangenti in relazione ai mondiali del 2018.
Nella bufera è finito in questi ultimi giorni anche l’ex segretario generale della FIFA Michel Zen-Ruffinen. Secondo il Sunday Times, avrebbe menzionato i nomi di alcuni alti funzionari pronti ad accettare tangenti in cambio dei loro voti a favore dei paesi candidati ad ospitare la coppa del mondo del 2018 e del 2022.
Sul suo sito web, il giornale domenicale britannico mostra un video girato con una telecamera nascosta in un ristorante di Ginevra, in cui Zen-Ruffinen parla con dei giornalisti che si erano fatti passare per lobbisti di un consorzio interessato a portare i mondiali negli Stati Uniti. L’ex segretario della Fifa cita diversi membri del comitato esecutivo della federazione internazionale del calcio che sarebbero piuttosto sensibili a proposte di corruzione.
Sport senza corruzione
Reagendo a quest’ultimo scandalo all’interno della FIFA, il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) Ueli Maurer ha chiesto all’Ufficio federale dello sport di riesaminare le norme anticorruzione in Svizzera.
“Ueli Maurer ritiene che sia nell’interesse delle stesse federazioni sportive di promuovere uno sport senza corruzione e doping”, ha indicato a swissinfo.ch Martin Bühler, portavoce del DDPS. Per questo motivo, il consigliere federale vuole rivedere il quadro legale in Svizzera, dove hanno sede una quarantina di federazioni internazionali dello sport, tra cui la FIFA, ma anche l’Unione europea delle associazioni di football (UEFA) e il Comitato internazionale olimpico (CIO).
“Questa è una buona notizia per lo sport a livello mondiale”, dichiara Jens Sejer Andersen, direttore dell’organismo di controllo dello sport “Play the Game”.
Nessuna zona franca
In Svizzera le federazioni sportive godono di uno statuto speciale, grazie al quale possono gestire autonomamente le loro attività, non sono interamente assoggettate alla legislazione elvetica e beneficiano di ampi privilegi fiscali. I presunti casi di corruzione venuti alla luce in questi giorni non rientrano quindi nelle competenze della giustizia svizzera.
“La Svizzera è fiera di accogliere queste federazioni sportive internazionali e probabilmente non desidera suscitare alcun problema”, constata Mark Pieth, docente di diritto criminale all’Università di Basilea ed esperto di lotta alla corruzione.
Secondo Mark Pieth, non dovrebbe però sussistere nessuna “zona franca”, neppure per le organizzazioni sportive. Casi sospetti di corruzione, come questi, dovrebbero poter essere sottoposti ad un’inchiesta.
“Le autorità federali non dispongono dei mezzi legali necessari per verificare quanto succede all’interno delle federazioni sportive internazionali. La base legale è troppo leggera”, afferma anche Jean-Loup Chappelet, esperto di management delle organizzazioni sportive presso l’Istituto di alti studi in amministrazione pubblica (Idheap) di Losanna.
Soldi o donne
Mentre le autorità svizzere non possono attualmente intervenire dal profilo giudiziario, la FIFA ha previsto di adottare una decisione definitiva verso metà novembre riguardo ai due funzionari sospesi la settimana scorsa, i quali hanno respinto le accuse rivolte nei loro confronti. Già a inizio dicembre è in programma uno scrutino segreto per l’assegnazione dei mondiali 2018.
Secondo Zen-Ruffinen, che aveva lasciato la FIFA nel 2002 in seguito a divergenze con il presidente Joseph “Sepp” Blatter, diversi altri dei 24 membri del comitato esecutivo della federazione internazionale sarebbero pronti ad accettare tangenti in cambio del loro voto.
A detta dell’ex segretario generale della FIFA, i voti di alcuni membri possono essere comperati con denaro, ma anche con offerte di “compagnie” femminili. In questo modo, le candidature di Spagna-Portogallo per i mondiali del 2018 e del Qatar per il 2022 avrebbero già ottenuto il sostegno di almeno 7 membri.
“Secondo me, i casi di corruzione in discussione attualmente rappresentanto soltanto la punta dell’iceberg”, ritiene Jens Sejer Andersen.
Necessaria un’inchiesta esterna
In seguito alla pubblicazione di queste dichiarazioni da parte del Sunday Times, Zen-Ruffinen ha minacciato di querelare il giornale britannico, affermando che le sue parole sono state registrate illegalmente e a sua insaputa. Le sue dichiarazioni non erano destinate inoltre al pubblico, ma intendeva solo fornire consulenza ai presunti lobbisti.
Secondo l’ex segretario generale della FFIFA, i problemi di corruzione all’interno della federazione internazionale possono essere risolti soltanto attraverso un’inchiesta esterna.
“Ogni volta che la FIFA adotta delle decisioni per sradicare il problema della corruzione, questo lavoro viene affidato ad un organo interno, che fa parte della stessa federazione”, ha dichiarato Zen-Ruffinen alla Televisione della Svizzera romanda.
Questa vicenda è in ogni caso destinata a mettere sotto pressione la FIFA, così come è successo nel 1998 con il Comitato internazionale olimpico, dopo lo scandalo emerso in relazione all’attribuzione dei Giochi invernali a Salt Lake City, ritiene Jean-Loup Cappelet. “Si tratta però di sapere in che misura la FIFA sia disposta ora ad agire”.
Il presunto scandalo di corruzione che ha coinvolto la Fifa ruota attorno al processo di selezione dei paesi candidati ad ospitare la Coppa del Mondo 2018 e 2022.
Stando a un articolo del Sunday Times (17 ottobre), due alti dirigenti della FIFA – il nigeriano Amos Adamu e il tahitiano Reynald Temarii – sarebbero stati disposti a vendere i loro voti a giornalisti in incognito che si spacciavano per promotori della candidatura statunitense.
La FIFA ha annunciato l’immediata apertura di un’inchiesta da parte della sua commissione etica, un organo giudiziario indipendente creato nel 2006 per vegliare affinché il codice etico della FIFA venga rispettato e verificare il processo di selezione dei paesi ospitanti la Coppa del Mondo.
Il 18 ottobre l’inchiesta è stata allargata ad altri responsabili della FIFA.
Due giorni dopo, la commissione etica ha annunciato di aver sospeso provvisoriamente i due dirigenti citati nel Sunday Times e altri quattro membri della federazione. Un rapporto completo è atteso per fine novembre.
Il 24 ottobre, un nuovo articolo del quotidiano britannico punta il dito contro Michel Zen-Ruffinen. In un filmato, l’ex segretario generale sosterrebbe che Spagna e Portogallo, candidate per il 2018, avrebbero fatto un accordo sottobanco col Qatar, che punta a ospitare l’edizione 2022, assicurandosi voti a vicenda.
Michel Zen-Ruffinen avrebbe inoltre suggerito che i voti della FIFA potevano essere comprati con offerte in denaro o donne.
I membri della FIFA si riuniranno a Zurigo il 2 dicembre per decidere a scrutinio segreto i paesi che organizzeranno i prossimi Mondiali di calcio.
Inghilterra, Russia, Spagna-Portogallo e Belgio-Olanda sono candidati per il 2018, mentre Giappone, Corea del Sud, Australia, Stati Uniti e Qatar sono in lizza per il 2022.
La FIFA (in inglese “International Federation of Football Associations”, in italiano “Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche”), è la federazione internazionale che governa lo sport del calcio.
La federazione fu fondata a Parigi il 21 maggio 1904 e la sua sede è a Zurigo.
Organizza ogni quattro anni il Campionato mondiale di calcio, che premia il vincitore con l’ambito trofeo della Coppa del Mondo, scegliendo un paese organizzatore che ospita la fase finale della manifestazione.
Traduzione Armando Mombelli
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