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Chiaro SI dei socialisti all’Europa

L'apertura delle frontiere non fa paura al PS Keystone

Senza sorprese, l’assemblea dei delegati del Partito socialista svizzero (PS) si è schierata a favore di Schengen/Dublino, in votazione il prossimo 5 giugno.

Sui due trattati con l’Unione Europea, l’accordo è stato praticamente unanime. Anche la Legge sull’unione registrata non ha sollevato discussioni.

Il PS si è espresso senza esitazioni a favore degli accordi di Schengen/Dublino, su cui il popolo deciderà il prossimo 5 giugno.

Riuniti sabato in assemblea a La Chaux-de-fonds, nel Canton Neuchâtel, i delegati di partito hanno approvato con 161 voti e 4 astensioni i due trattati conclusi con l’UE lo scorso mese di giugno e contenuti nel pacchetto di accordi bilaterali II.

Sostegno di Micheline Calmy-Rey

Durante il dibattito che ha preceduto il voto, si è discusso del controllo dell’immigrazione e di criminalità.

Il consigliere nazionale zurighese Mario Fehr ha descritto Schengen/Dublino come «un passo importante verso l’Europa». Egli ritiene che gli accordi conclusi con l’UE permetteranno di migliorare la lotta contro la criminalità transfrontaliera organizzata, nonché di alleggerire la politica dei visti per i turisti e per i 500’000 stranieri residenti in Svizzera.

Anche la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha fermamente sostenuto gli accordi, in particolare il trattato di Schengen che, a suo avviso, migliorerà la sicurezza senza restringere la libertà di movimento.

«Non si può lottare efficacemente contro la pornografia a carattere pedofilo, la tratta delle donne e la criminalità transfrontaliera con degli strumenti del 19esimo secolo», ha affermato la ministra degli esteri.

Migliore coordinazione

Quanto al trattato di Dublino, Calmy-Rey ritiene che permetterà di coordinare la politica europea dell’asilo: «Ci si rende conto che una visione puramente nazionale non può portare a risolvere un problema internazionale come quello sull’asilo», ha affermato.

La consigliera federale ha inoltre evocato l’accordo sulla fiscalità del risparmio incluso nei bilaterali II ed ha aggiunto che, se il fatto di preservare il segreto bancario costituisce un punto «positivo» per la Svizzera, si dovrà ancora discuterne soprattutto a livello etico.

Unanimità per l’unione registrata

Durante l’assemblea si è discusso inoltre della Legge sull’unione registrata, anch’essa in votazione il 5 giugno prossimo.

La legge, combattuta dai due partiti religiosi (Unione democratica federale e Partito evangelico svizzero) e sostenuta da alcuni rappresentanti isolati dell’UDC, «farà cessare le più importanti discriminazioni contro gli omosessuali», secondo il consigliere nazionale Claude Janiak.

Il delegato basilese non ritiene credibile l’argomento degli oppositori alla legge, secondo cui l’unione registrata fa perdere valore all’istituzione della famiglia: «le persone che denunciano questo fantomatico rischio sono gli stessi che poi rifiutano sistematicamente ogni misura a favore delle famiglie con figli», ha affermato.

Dal canto suo, la consigliera nazionale ginevrina Liliane Maury Pasquier ha descritto l’unione registrata come un «progresso significativo», ma al contempo ha espresso il suo rammarico per il fatto che la nuova legge non permetta agli omosessuali di adottare dei bambini.

swissinfo e agenzie

Gli accordi di Schengen, del 1985 e del 1990, prevedono la progressiva abolizione dei controlli delle persone lungo le frontiere interne dell’UE.

La Convenzione di Dublino, firmata dagli Stati membri dell’UE nel giugno 1990, fissa invece il principio secondo il quale un richiedente d’asilo può presentare una sola domanda d’asilo, in un solo Paese dell’Unione.

Contro i due accordi si sono schierati l’UDC, assieme all’ASNI e ad altri partiti di destra.

La raccolta di firme per il referendum, che scade il prossimo 31 marzo, dovrebbe essere riuscita.

La votazione si terrà quindi con ogni probabilità il prossimo 5 giugno.

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