Con l’entrata di Gendotti si prospettano nuovi equilibri politici nel governo ticinese
Un lungo applauso ha accolto Gabriele Gendotti, il 46enne avvocato di Faido, dopo la sua promessa solenne come nuovo consigliere di Stato ticinese. La cerimonia si è svolta marted mattina nella sala del Gran Consiglio a Bellinzona.
Erano venuti la moglie, i due figli di “Lele” Gendotti, e chiaramente tanti parenti, amici e politici. Ed è toccato a Bruno Cocchi, presidente del Tribunale di Appello, porgere gli auguri ufficiali al neoeletto, che subentra a Giuseppe Buffi, tragicamente morto un mese fa. E proprio come Buffi, Gendotti dirigerà il Dipartimento dell’istruzione e della cultura, mentre la carica di presidente del Governo è stata assunta da Marina Masoni.
Alludendo agli scandali che in questi ultimi mesi stanno scuotendo il Ticino, Cocchi ha dichiarato “che la potenza pubblica crea le strutture affinché le buone volontà che non riescono ad esprimersi trovino finalmente il loro posto”.
Gendotti è un politico con tanta esperienza. Ha passato più di 12 anni in Gran Consiglio, otto dei quali come capogruppo per il PLRT. Nell’autunno del 1999 è stato eletto nel Consiglio nazionale, superando con i suoi voti pure il consigliere uscente Adriano Cavadini.
Gendotti, che come altri radicali (Dick Marty, Argante Righetti) proviene dal Sopraceneri, si colloca nell’ala radiale del suo partito. E non ne ha mai fatto un segreto, anche se dice esplicitamente “di non essere uno della sinistra”. Però, nella campagna elettorale cantonale per il Consiglio di Stato nel 1999, si era presentato come alternativa all’ala liberale luganese.
La sua entrata in governo potrebbe dunque cambiare gli equilibri interni dell’esecutivo, anche se lo stesso Gendotti in tante interviste ha ridimensionato la sua possibile influenza. Sta però di fatto che nei ultimi anni, i due consiglieri liberal-radicali Marina Masoni e Giuseppe Buffi (scivolato verso l’ala luganese) e il leghista Marco Borradori hanno spesso formato una coalizione interna su importanti dossier.
Uno di questi dossier – la costruzione dell’impianto Thermoselect per la distruzione dei rifiuti, a Giubiasco – è proprio arrivato martedì sul tavolo del Consiglio di Stato (una decisione sarà preso solo nei prossimi giorni). Gendotti Si è sempre mostrato molto scettico verso la tecnologia Thermoselect., mentre il suo predecessore Buffi invece ha votato con Masoni e Borradori a favore di Thermoselect.
Il PS ha comunque, e non a caso salutato, positivamente l’entrata di Gendotti in Governo. Il Partito socialista spera in un’apertura del Governo verso temi sociali. Invece per il presidente della Lega, Bignasca, Gendotti non si dovrebbe fare illusione. Un uomo della Leventina non avrebbe nessun potere contro l’influenza del Luganese.
Intanto il PLRT deve ancora risolvere il problema della successione di Gabriele Gendotti in Consiglio nazionale. Dopo la rinuncia di Adriano Cavadini, tocca a Renzo Bordogna di Mendrisio, che ha però posto una condizione: vuole entrare nella commissione delle finanze del Nazionale. Per questo dovrebbe rinunciare un commissario romando.
Se anche Bordogna dovesse rinunciare al posto a Berna, sarebbe il turno di Fabio Abate, il giovane avvocato di Locarno e municipale di questa città. Si dice però che la scelta di Abate non sarebbe gradita al presidente attuale del PLRT, Giovanni Merlini.
Anche lui è avvocato, anche lui del Locarnese, e anche lui ha ambizioni per Berna. Un’entrata di Abate in Consiglio Nazionale potrebbe dunque diminuire le possibilità future dello stesso presidente.
Gerhard Lob
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