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Cosa c’è da sapere sulla sessione invernale 2024 del Parlamento svizzero

uomo e donna discutono
La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter discute con il consigliere agli Stati socialista Pierre-Yves Maillard. Keystone / Alessandro Della Valle

Migrazione, ruolo della Svizzera nel mondo e distribuzione delle risorse dello Stato: sono alcuni dei temi che saranno al centro della sessione invernale delle Camere federali che si apre lunedì.

Cominciamo la nostra carrellata in agenda al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati coi temi che riguardano direttamente gli svizzeri e le svizzere all’estero.

Temi che riguardano la Quinta Svizzera

Identità elettronicaCollegamento esterno (Id-e): già in primavera il Consiglio nazionale si è espresso a favore dell’Id-e. A settembre, anche il Consiglio degli Stati ha adottato la legge corrispondente. Ci sono ancora alcune piccole divergenze per quanto riguarda la protezione dei dati e le questioni di sicurezza. Queste dovrebbero essere risolte nella sessione invernale. Il Consiglio federale intende introdurre l’Id-e nel 2026.

“L’identità elettronica faciliterà la vita degli svizzeri e delle svizzere all’estero”, afferma convinta Ariane Rustichelli. La direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) spera che le persone espatriate abbiano un migliore accesso ai servizi federali e possibilmente anche a quelli delle banche elvetiche.

Ricongiungimento familiare:Collegamento esterno un altro punto all’ordine del giorno riguarda una questione di cui è stato già riferito più volte, in quanto sarebbe nell’interesse di molte persone che risiedono all’estero, ovvero l’eliminazione delle discriminazioni che gravano sui cittadini e le cittadine svizzere in materia di ricongiungimento familiare. La Camera bassa aveva approvato il progetto di legge, ma il Consiglio degli Stati l’ha poi respinto. Ora il Consiglio nazionale deve votare di nuovo. In Consiglio degli Stati, la bocciatura è stata motivata con il possibile impatto sull’immigrazione.

La migrazione al centro dei dibattiti

Patto ONU sulla migrazioneCollegamento esterno: il Consiglio nazionale dovrà decidere se la Svizzera debba aderire al patto ONU sulla migrazione. Il Consiglio degli Stati ha già dato la sua risposta in autunno ed è stata un “no” perché l’adesione presenta più rischi che vantaggi. Nemmeno la commissione preparatoria del Consiglio nazionale vede alcun valore aggiunto nella firma del patto. Se anche il Consiglio nazionale rifiuterà, il Governo svizzero dovrà comunicare al segretario generale dell’ONU che la Confederazione non aderirà all’intesa. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis teme un danno d’immagine per la Svizzera sulla scena internazionale.

Tassa d’ingresso in SvizzeraCollegamento esterno: il capogruppo alle Camere dell’Unione democratica di centro Thomas Aeschi vuole che la Confederazione riscuota 25 franchi dalle cittadine e dai cittadini stranieri che entrano in Svizzera. Il ricavato verrebbe poi destinato all’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). Aeschi vede questa tassa d’ingresso come una misura per combattere il turismo di massa. Fa riferimento al Bhutan, che applica un tributo di 200 dollari al giorno. “Una tassa di 25 franchi per la Svizzera sarebbe finanziariamente gestibile per i turisti”, scrive Aeschi nella sua proposta.

Accordo con il MaroccoCollegamento esterno: l’accordo in materia di migrazione con il Marocco sarà sottoposto al Consiglio nazionale. Negli ultimi anni sono aumentate le richieste di asilo da parte di persone provenienti dagli Stati del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia e Libia). Tuttavia, nemmeno l’1% delle domande viene approvato. Mentre la Svizzera ha già stipulato accordi di riammissione con Algeria e Tunisia, non esiste ancora un’intesa simile con il Marocco. Secondo il membro del Consiglio degli Stati del Partito liberale radicale Damian Müller, ciò è necessario perché i reati commessi da persone provenienti dai Paesi del Maghreb sono aumentati notevolmente in Svizzera.

Lo statuto S nel mirino

Fine dello statuto di protezione SCollegamento esterno: un’iniziativa del Cantone di San Gallo ha un potenziale esplosivo. Vuole abolire completamente lo statuto di protezione S per le persone rifugiate provenienti dall’Ucraina. “C’è il crescente sospetto che il generoso statuto di protezione S sia sfruttato da un numero crescente di rom, scrive il Cantone di San Gallo, situato al confine orientale della Svizzera. Il Governo federale deve agire immediatamente”.

Altre mozioni sul tema dell’asilo sono sui banchi del Consiglio degli Stati, in particolare una richiesta del CentroCollegamento esterno, secondo cui la Svizzera dovrebbe analizzare le esperienze di altri Paesi europei che applicano misure migratorie più restrittive e trarne insegnamento.

La Svizzera nel mondo

Soldi per l’aiuto allo sviluppoCollegamento esterno: la strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 è oggetto di negoziati tra le due Camere. La Commissione delle finanze del Consiglio nazionale vuole più soldi per l’esercito e meno per la cooperazione allo sviluppo. Da quest’ultima voce di spesa, vuole tagliare 250 milioni di franchi. In Consiglio degli Stati, la destra ha proposto in estate riduzioni per due miliardi di franchi all’aiuto allo sviluppo. Le due Camere devono ora trovare un terreno d’intesa. A livello internazionale, lo 0,7% del prodotto interno lordo è il parametro di riferimento per la cooperazione allo sviluppo. Attualmente la Svizzera investe circa lo 0,42%.

Aiuto all’Ucraina:Collegamento esterno secondo Partito socialista, Verdi liberali e Centro, la Svizzera potrebbe fare di più per l’Ucraina. Secondo una mozione, se paragonata ai propri risultati economici, la Svizzera trasferisce all’Ucraina un contributo relativamente modesto. L’atto parlamentare chiede un contributo per l’aiuto umanitario all’Ucraina, “il cui ammontare si basi su quello di altri Paesi paragonabili per prestazione economica”. La particolarità è che la richiesta è stata presentata in tre mozioni identiche dai membri dei tre partiti. Anche il Consiglio degli Stati ha presentato una mozione che chiede un maggiore impegno da parte della Svizzera: più soldi per gli aiuti umanitari e maggiori sforzi a livello diplomatico.

Accordi internazionaliCollegamento esterno: Il Consiglio degli Stati valuterà l’accordo di libero scambio che il Consiglio federale ha negoziato con l’India, per il quale non dovrebbe esserci alcuna opposizione. Si prevede inoltre di approvare gli accordi aggiornati sulla doppia imposizione con Serbia, Angola, Giordania e Germania.

Conflitti internazionali

Hamas, Hezbollah, UNRWA: a settembre, il Consiglio federale ha approvato una legge che vieta l’organizzazione palestinese HamasCollegamento esterno e l’ha trasmessa al Parlamento. Hamas e i gruppi imparentati sono ora considerati organizzazioni terroristiche vietate in Svizzera. Il Consiglio nazionale voterà su questo punto nella seconda settimana della sessione. Le commissioni per la politica di sicurezza di entrambe le Camere concordano sulla necessità di mettere al bando anche l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah. Una prima mozioneCollegamento esterno in merito sarà presentata anche al Consiglio nazionale. Nel frattempo, il Consiglio degli Stati avrebbe dovuto decidere sui finanziamenti svizzeri all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. Una mozioneCollegamento esterno per bloccare immediatamente i finanziamenti svizzeri è stata approvata dal Consiglio nazionale, e ora la Camera dei Cantoni ha l’ultima parola. Tuttavia, la commissione ha rinviato il dibattito poco prima della sessione.

Segnale politico: degna di nota è anche la proposta di riconoscere come genocidio l’uccisione di massa e lo stupro della popolazione yazidaCollegamento esterno in Iraq nel 2014 da parte dello Stato Islamico. Il postulato richiede solo il riconoscimento da parte del Consiglio nazionale, non della Svizzera. Si tratta di una soglia più bassa che ha comunque un impatto politico simbolico.

La Commissione per gli affari esteri del Consiglio nazionale vuole inoltre che il Consiglio federale organizzi rapidamente un forum internazionale di pace sul conflitto del Nagorno-Karabakh.

Hamas, Hezbollah, UNRWA: a settembre, il Consiglio federale ha approvato una legge che vieta l’organizzazione palestinese HamasCollegamento esterno e l’ha trasmessa al Parlamento. Hamas e i gruppi imparentati sono ora considerati organizzazioni terroristiche vietate in Svizzera. Il Consiglio nazionale voterà su questo punto nella seconda settimana della sessione. Le commissioni per la politica di sicurezza di entrambe le Camere concordano sulla necessità di mettere al bando anche l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah. Una prima mozioneCollegamento esterno in merito sarà presentata anche al Consiglio nazionale. Nel frattempo, il Consiglio degli Stati avrebbe dovuto decidere sui finanziamenti svizzeri all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. Una mozioneCollegamento esterno per bloccare immediatamente i finanziamenti svizzeri è stata approvata dal Consiglio nazionale, e ora la Camera dei Cantoni ha l’ultima parola. Tuttavia, la commissione ha rinviato il dibattito poco prima della sessione.

Segnale politico: degna di nota è anche la proposta di riconoscere come genocidio l’uccisione di massa e lo stupro della popolazione yazidaCollegamento esterno in Iraq nel 2014 da parte dello Stato Islamico. Il postulato richiede solo il riconoscimento da parte del Consiglio nazionale, non della Svizzera. Si tratta di una soglia più bassa che ha comunque un impatto politico simbolico.

La Commissione per gli affari esteri del Consiglio nazionale vuole inoltre che il Consiglio federale organizzi rapidamente un forum internazionale di pace sul conflitto del Nagorno-Karabakh.

Hamas, Hezbollah, UNRWA: a settembre, il Consiglio federale ha approvato una legge che vieta l’organizzazione palestinese HamasCollegamento esterno e l’ha trasmessa al Parlamento. Hamas e i gruppi imparentati sono ora considerati organizzazioni terroristiche vietate in Svizzera. Il Consiglio nazionale voterà su questo punto nella seconda settimana della sessione. Le commissioni per la politica di sicurezza di entrambe le Camere concordano sulla necessità di mettere al bando anche l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah. Una prima mozioneCollegamento esterno in merito sarà presentata anche al Consiglio nazionale. Nel frattempo, il Consiglio degli Stati avrebbe dovuto decidere sui finanziamenti svizzeri all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. Una mozioneCollegamento esterno per bloccare immediatamente i finanziamenti svizzeri è stata approvata dal Consiglio nazionale, e ora la Camera dei Cantoni ha l’ultima parola. Tuttavia, la commissione ha rinviato il dibattito poco prima della sessione.

Segnale politico: degna di nota è anche la proposta di riconoscere come genocidio l’uccisione di massa e lo stupro della popolazione yazidaCollegamento esterno in Iraq nel 2014 da parte dello Stato Islamico. Il postulato richiede solo il riconoscimento da parte del Consiglio nazionale, non della Svizzera. Si tratta di una soglia più bassa che ha comunque un impatto politico simbolico.

La Commissione per gli affari esteri del Consiglio nazionale vuole inoltre che il Consiglio federale organizzi rapidamente un forum internazionale di pace sul conflitto del Nagorno-Karabakh.

La battaglia per il bilancio 2025

Freno all’indebitamento: la sessione invernale fornisce il quadro per il bilancio dell’anno successivo. Quest’anno le battaglie per la ripartizione saranno particolarmente accese, perché i soldi a disposizione sono contati. Il meccanismo del freno all’indebitamento lascia alla Svizzera un margine di manovra limitato. Tuttavia, l’esercito ha bisogno di più fondi e la tredicesima rendita pensionistica AVS non è ancora stata finanziata.

Da dove arriveranno i soldi? Una cosa è già certa: l’anno prossimo l’esercito dovrebbe avere a disposizione circa mezzo miliardo di franchi in più rispetto a quanto inizialmente previsto. Le due commissioni parlamentari competenti sono d’accordo su questo punto. Ma le modalità di compensazione di queste spese aggiuntive saranno ancora oggetto di discussione nelle due Camere.

Soldi per quale esercito? Tuttavia, potrebbe esserci ancora un problema per quanto riguarda le forze armate. Il consigliere agli Stati del PLR Josef Dittli chiede al Consiglio federaleCollegamento esterno di elaborare un “documento di base” sugli “obiettivi e l’orientamento strategico” dell’esercito. Dittli è considerato il miglior esperto in materia sotto la cupola di Palazzo federale. Con la sua proposta, dà fiato a un dibattito già acceso: chi è critico nei confronti dell’esercito, sottolinea che le forze armato, pur insistendo sulle grandi necessità che hanno, non hanno ancora presentato un concetto di difesa chiaro, che permetta di stabilire le priorità in tempi di ristrettezze finanziarie. Questa iniziativa potrebbe dare molto più ossigeno alle discussioni sulle finanze dell’esercito.

E l’Europa?

Il Consiglio federale dovrebbe presentare i risultati dei negoziati con l’UE nell’ultima settimana della sessione. Qualunque sia l’esito, questi risultati hanno il potenziale per trasformare tutti gli altri temi in agenda al Parlamento in qualcosa di secondario. Ogni partito e ogni parlamentare vorrà posizionarsi in materia.

Articolo a cura di Samuel Jaberg

Traduzione di Daniele Mariani

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