Couchepin: “Questa gente va bandita”
Pascal Couchepin spara ai piani alti dell'economia elvetica: "Questa gente non ha più il senso dell'onore".
In un’intervista con il SonntagBlick, il ministro dell’economia fa un bilancio del comportamento dei manager milionari di ditte in dissesto.
“Tutti dovrebbero alzare il dito accusatore contro questa gente e dire: ha causato una catastrofe e vuole anche del denaro. È una vergogna!”. Parole chiare, quelle del ministro dell’economia che commenta senza peli sulla lingua gli eventi degli ultimi mesi.
Intervistato dal settimanale domenicale SonntagsBlick, Couchepin parla con chiarezza inusitata per un esponente della politica elvetica. Per di più il consigliere federale attacca implicitamente molti membri o simpatizzanti del suo partito: i liberali radicali sono infatti tradizionalmente il partito dell’economia e in questo caso i primi colti in fallo.
La fiducia è scomparsa
“L’onore era una qualità borghese”, ricorda il ministro, ma dal comportamento dimostrato dai dirigenti di molte aziende la forma “era” al passato sembra essere d’obbligo per Couchepin.
“Non si può avere fiducia in persone che non hanno onore: sono pericolose perché non mantengono la parola data. Senza fiducia l’economia è a rischio”, sottolinea il capo del Dipartimento federale dell’economia. Ciò che queste persone hanno fatto è «una nefandezza». Occorre “escluderli, disprezzarli”.
Interrogato circa i dirigenti della Rentenantstalt/Swiss Life, arricchitisi per mezzo di una società privata fondata dal gruppo, Pascal Couchepin dichiara: «Conosco alcune persone dell’ambiente e ciò mi rattrista al punto che non voglio esprimermi a tale proposito».
Implicitamente cade dunque il nome del presidente del partito radicale, Gerold Bührer che siede nel consiglio d’amministrazione dell’istituto d’assicurazioni vita. Ma anche nella direzione del Credit Suisse, di ABB o dell’ormai tramontata Swissair siedono o sedevano esponenti del partito di Couchepin, il partito storico per eccellenza del sistema parlamentare svizzero.
Niente smantellamento dello Stato sociale
Come credere alle richieste liberali di snellire lo Stato e abbassare le tasse, per esempio riducendo le indennità della disoccupazione, quando poi i manager si arricchiscono impunemente e lasciano la gente sulla strada? Il SonntagsBlick osa chiedere e il ministro risponde.
Il cambiamento nell’assicurazione disoccupazione non è uno smantellamento dello stato sociale, afferma il ministro, ma una ristrutturazione per facilitare la reintegrazione nel mondo del lavoro.
Dallo “stipendio per non lavorare”, si passa ad “almeno un anno e mezzo di ricerca intensa per trovare l’aggancio ad un nuovo posto di lavoro”. Manca poco meno di un anno alle elezioni e la chiarezza sulle posizioni sembra necessaria per non perdere ulteriormente la fiducia dell’elettorato.
Politica complicata
L’intervista al ministro dell’economia ha comunque un sottotono amaro. Il clima è difficile, i mercati instabili e le notizie negative si rincorrono continuamente.
Ma Couchepin si fa paladino di un’economia trasparente. Addirittura afferma di evitare gli appuntamenti imbarazzanti: “Se ci sono quegli approfittatori, io non ci vado. Non voglio dargli la mano”.
Malgrado le accuse forti ed esplicite, Couchepin non vuole affermare che in Parlamento e ai piani alti dell’economia siedano solo degli opportunisti, ma ritiene che il clima in genere sia cambiato.
“La politica è più complicata di una volta. Dieci, vent’anni fa si poteva dire ciecamente: questa è una buona cosa, combatto per difenderla. Ma oggi ci vuole più personalità, riflessione e impegno per trovare la linea”.
swissinfo
Mentre il ministro dell’economia lancia i suoi strali contro manager avidi di milioni, la stampa domenicale continua a parlare della situazione difficile in molte aziende.
La SonntagsZeitung riporta la richiesta di un gruppo di azionisti di Rentenanstalt/Swiss Life che non si dice soddisfatta con l’indagine penale per malversazione in corso contro i manager.
Per voltare pagina e ridare credibilità al gruppo sarebbe necessario anche far rotolare le teste ai vertici del primo assicuratore vita nazionale e sesto gruppo assicurativo a livello europeo. Solo così si potrà trovare una via per uscire dalla crisi.
Anche il direttore dell’Ufficio federale delle assicurazioni private, Herbert Lüthi definisce preoccupante la situazione e afferma che potrebbe chiedere delle modifiche personali nella direzione del gruppo, se le accuse dovessero concretizzarsi.
Nel consiglio d’amministazione di Rentenanstalt/Swiss Life siede anche il presidente del Partito radicale, Gerold Bührer. Per Couchepin si tratta di una situazione “triste”.
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