Crolla il governo di Romano Prodi
Il governo italiano sta vivendo una delle crisi più gravi della storia della Penisola, sostiene il senatore italo-svizzero Claudio Micheloni, per il quale è inutile procedere a elezioni anticipate se prima non si riforma la legge elettorale.
Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha rassegnato le dimissioni dopo l’esito negativo del voto di fiducia al Senato. Il governo di centro-sinistra cade così dopo meno di due anni di vita.
Con 156 voti favorevoli e 161 contrari il Senato italiano ha negato giovedì sera la fiducia al governo di Romano Prodi. In seguito alla sconfitta, il premier si è recato al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato Giorgio Napolitano.
La crisi della maggioranza si è innescata al centro, con l’uscita del partito dell’Udeur dalla coalizione di centro-sinistra dopo le dimissioni del suo ministro, Clemente Mastella.
Per Claudio Micheloni, senatore della Repubblica italiana nella Circoscrizione estero, ripartizione Europa (Gruppo dell’Ulivo), l’Italia si trova di fronte ad una delle crisi più difficili della sua storia.
«Quanto successo è la dimostrazione dei problemi di fondo dell’Italia», commenta a swissinfo. «Il primo è l’assenza, nella classe politica italiana, del senso dello Stato e delle istituzioni. L’altro problema è la frantumazione delle forze politiche».
Poteri monopolizzati
Agli occhi di Micheloni, eletto nell’aprile 2006, l’aspetto più drammatico della situazione attuale risiede nelle ragioni che hanno portato alle dimissioni di Prodi.
«La crisi non scaturisce da una decisione del governo o da difficoltà di scelte politiche, ma è legata agli interessi personali di alcune forze politiche che volevano far cadere il governo prima di una riforma elettorale», sostiene.
«Il problema – aggiunge – è che il parlamento è paralizzato e i poteri sono monopolizzati da leader che dirigono in modo molto aziendale una parte dei partiti».
«Ciò che più mi ha disturbato da quando sono in Parlamento è il comportamento di alcuni senatori», rileva Micheloni, in riferimento alla colluttazione avvenuta tra due esponenti dell’Udeur e alle eccessive espressioni di giubilo da parte del centro-destra.
Inutile affrettare i tempi
Giorgio Napolitano, preso atto delle dimissioni di Prodi, ha deciso di avviare consultazioni per definire il futuro politico del paese, invitando il governo a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti.
In seguito, il presidente della Repubblica potrà concedersi un periodo di riflessione per stabilire se, innanzitutto, esistono le condizioni per respingere le dimissioni – e rimandare così Prodi davanti alle Camere per un nuovo voto di fiducia – oppure se dare vita a un nuovo governo. Altrimenti si procederà ad elezioni anticipate, come chiede la coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi.
«Spero che il presidente della Repubblica riesca a far ragionare le forze politiche per tentare di costituire un governo di transizione o istituzionale con il mandato di riformare la legge elettorale», auspica Claudio Micheloni.
«Se si torna a votare in queste condizioni cambierà forse il colore della maggioranza, ma non la governabilità – o meglio l’ingovernabilità – del paese. Non ha senso dare subito la parola agli italiani se prima non offriamo loro la possibilità di scegliere».
Stampa svizzera
Il crollo del governo Prodi è sulle prime pagine di numerosi quotidiani svizzeri. Per la Neue Zürcher Zeitung, «l’Italia ritorna al punto zero». Il pericolo, sostiene il giornale zurighese, è di assistere ad una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della democrazia.
Della stessa opinione il romando Le Temps, per il quale «la caduta di Prodi sprofonda l’Italia nell’ignoto».
Procedere a elezioni anticipate non serve però a nulla, avverte il Tages Anzeiger, se prima non si applicano delle riforme.
Secondo il quotidiano ticinese La Regione, il margine politico di Napolitano non potrà ad ogni modo eccedere la volontà politica degli eletti: « Se Berlusconi, Fini, Casini e Bossi non ne vogliono sapere (l’occasione ora è troppo ghiotta), non ci sarà alternativa al voto».
In caso di elezioni anticipate, prevede la Basler Zeitung, non ci sarà che un solo vincitore possibile: Silvio Berlusconi. «Una brutta notizia per l’Italia», scrive l’editorialista del giornale di Basilea.
swissinfo
Nato a Campli in provincia di Teramo (Italia) nel 1952, Claudio Micheloni emigra con la famiglia nel 1960 in Svizzera dove tuttora risiede nel cantone di Neuchâtel. È sposato e padre di due figli.
Di formazione è disegnatore progettista del genio civile. Prima di assumere numerosi incarichi professionali di impegno sociale e politico è stato attivo nel settore come libero professionista.
Dal 1997 al 2000, Micheloni è stato membro della Commissione Federale Svizzera per gli Stranieri, organo consultivo del Governo e del Parlamento svizzeri.
Dal 1997 è presidente della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera.
Dal 2002 al 2006 è stato segretario generale del Forum per l’integrazione delle migranti e dei migranti in Svizzera.
Nell’aprile 2006 è stato eletto senatore della Repubblica italiana nella Circoscrizione estero, ripartizione Europa. Appartiene al Gruppo dell’Ulivo.
16 gennaio: il ministro della giustizia Clemente Mastella, rappresentante del partito dell’Udeur, si dimette in quanto indagato per presunti casi di concussione e di abuso d’ufficio.
L’Udeur esce dalla maggioranza di centro-sinistra, aprendo di fatto la crisi di governo.
23 gennaio: il presidente del Consiglio Romano Prodi ottiene la fiducia alla Camera, dove la coalizione di centro-sinistra detiene una netta maggioranza.
24 gennaio: il Senato, dove le forze sono più equilibrate, nega al contrario la fiducia a Prodi con 161 voti contro 156.
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