Da Berna al deserto giordano: il viaggio di Ulrich Bellwald
L'archeologo e restauratore elvetico Ulrich Bellwald ha ricevuto il premio «Svizzero dell'estero 2008» attribuito dal Partito liberale radicale. Il ricercatore si è distinto per il suo lavoro a Petra.
Che cammino professionale ha seguito un archeologo e storico dell’arte bernese per giungere nel deserto del Wadi Rum, in Giordania? Per quale motivo un restauratore che a Berna si è occupato della Torre dell’orologio, ad Amman ripara vecchie locomotive a vapore della «Hejaz Railways»?
Come è arrivato in Oriente questo ex-assistente presso il Politecnico federale di Zurigo, che ha lavorato con architetti del calibro di Luigi Snozzi, ha operato come urbanista e ha restaurato templi greci in Sicilia?
Anima svizzera e sangue latino
Il 28 marzo, al centro di Swiss Re a Rüschlikon (cantone di Zurigo), Ulrich Bellwald è stato insignito del premio «Svizzero all’estero dell’anno 2008», attribuito dalla sezione internazionale del Partito liberale radicale ai cittadini elvetici che si distinguono al di fuori dei confini nazionali.
Nato nel 1949, Ulrich Bellwald è ritenuto una persona estremamente rigorosa e nel contempo creativa. Dal 1991 si trova in Giordania anche se, come confida a swissinfo, talvolta la flemma araba lo innervosisce.
Il carattere dell’archeologo è una miscela tra la tranquilla cocciutaggine, tipicamente bernese, e l’impazienza e l’impetuosità ereditate dalla madre italiana. Questo duplice aspetto non è sfuggito ai giordani, che si rivolgono a lui utilizzando due soprannomi diversi a dipendenza della situazione.
Al servizio di Petra
In Giordania, il suo lavoro è particolarmente apprezzato per il contributo alla valorizzazione e alla preservazione del sito archeologico di Petra, patrimonio dell’umanità visitato annualmente da decine di migliaia di turisti.
Tra i compiti di Bellwald figurano la pulizia e il restauro dei grandiosi monumenti per rendere maggiormente visibile al pubblico l’efficientissimo sistema di distribuzione dell’acqua ideato nel passato dai costruttori della città.
Ancor oggi, infatti, possono essere ammirati gli impianti destinati a raccogliere e a distribuire l’acqua pluviale superando i forti dislivelli del terreno, in particolare sbarramenti e cisterne a cielo aperto.
Giordania: «O la si ama o la si lascia»
Quella che inizialmente doveva essere una semplice esperienza professionale di alcune settimane, è poi diventata una vera e propria storia d’amore con Petra e la Giordania. «Ovviamente qui mi trovo bene, altrimenti me ne sarei andato. Non è possibile vivere bene senza apprezzare il luogo dove ci si trova e i suoi abitanti», sottolinea Bellwald, che ha imparato la lingua araba.
L’archeologo ha comunque saputo mantenere uno sguardo critico, e afferma di arrabbiarsi ancora per certi aspetti della sua patria d’adozione. Inoltre, egli spiega di non essere mosso da uno slancio missionario, bensì dalla volontà di svolgere coscienziosamente i compiti affidatigli, lavorando fianco a fianco con i propri collaboratori.
Locomotive svizzere
L’attività di Ulrich Bellwald nel paese arabo non si limita alle rovine di Petra. Egli si occupa infatti anche della «Hejaz-Railways», la ferrovia costruita un secolo fa da tedeschi e ottomani per collegare Damasco a Medina. Quest’opera, inaugurata nel 1908, fu però gravemente danneggiata nel corso della Prima guerra mondiale. Attualmente, il collegamento è utilizzato soltanto parzialmente.
Secondo Bellwald, il tratto di ferrovia che da Damasco conduce al deserto del Wadi costituisce uno dei percorsi più spettacolari del mondo. Pertanto, lo svizzero ha fondato un consorzio internazionale volto a promuoverne l’enorme potenziale turistico.
«Su questa linea circolano quelle che sono probabilmente le locomotive a vapore più antiche del mondo, tra cui due – fabbricate nel 1894 e nel 1896 – provenienti da Winterhur!», esclama Bellwald. Le stazioni, il materiale rotabile e le locomotive – spiega l’esperto – rappresentano oltre sessant’anni di storia ferroviaria. Per questo motivo, aggiunge, il loro interesse è elevatissimo.
Contatti internazionali
Bellwald ha inoltre collaborato con le autorità giordane – che hanno richiesto il suo aiuto – nell’allestimento di una moderna rete museale. Oltre alla sua riconosciuta competenza, l’archeologo può infatti contare su numerosi contatti professionali, segnatamente in Svizzera.
Difatti, il cantone di Basilea città – anche grazie a un contributo da parte della Confederazione – ha messo a disposizione, per la formazione di collaboratori locali, un proprio esperto in materia di musei.
swissinfo e Alexander Künzle
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)
L’obiettivo del premio degli svizzeri all’estero – attribuito dal 2002, il cui importo ammonta a 10’000 franchi – è quello di sostenere l’azione dei cittadini elvetici che vivono al di fuori delle frontiere rossocrociate e di promuoverne il riconoscimento.
Attribuita dalla sezione internazionale del Partito liberale radicale (Plr), l’onorificenza gratifica delle personalità o istituzioni che si sono prodigate in modo straordinario in favore dei connazionali all’estero. Il vincitore è scelto da una giuria formata da sette persone, tra cui figurano due membri del Plr.
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