Dalle elezioni alla fine della formula magica
I commenti della stampa svizzera all’indomani delle elezioni federali sono unanimi su un punto: la composizione del governo andrà ridiscussa.
Nessuno dubita che il trionfo dell’UDC e l’ulteriore polarizzazione del panorama politico svizzero segnino una svolta di portata storica.
Le elezioni sono terminate e tutti guardano al dopo. La prossima data cruciale nell’agenda politica svizzera è il 10 dicembre, giorno dell’elezione del governo (il Consiglio federale) da parte delle camere.
Per tutta la stampa elvetica è chiaro che quel giorno si misurerà davvero la portata del trionfo della destra scaturito domenica dalle urne. E nessuno s’illude che il sistema politico svizzero possa continuare a crogiolarsi in una formula di governo che dura dal 1959.
Il cambiamento inevitabile
Significativo in questo senso è il commento della compassata Neue Zürcher Zeitung: “È necessaria una nuova formula magica”, scrive il quotidiano zurighese, che pure si affretta a ricordare che l’organo di elezione del governo è l’assemblea federale “e non un comitato strategico dell’UDC”.
Per la NZZ, la candidatura di Christoph Blocher a un secondo seggio in Consiglio federale è più che legittima. “Gli altri gruppi parlamentari dovranno riflettere bene se è meglio associare Blocher alla responsabilità di governo o lasciarlo continuare a dettare dall’opposizione l’agenda politica del paese”.
Il commentatore invita tuttavia a riflettere che “nella storia svizzera è accaduto spesso che forze riluttanti a collaborare siano state integrate con successo.”
Anche per il Tages Anzeiger, per preservare il sistema di concordanza elvetico è inevitabile che in governo sia dato spazio ad un secondo rappresentante dell’UDC, ormai primo partito svizzero per numero di voti e di seggi.
Volontà di compromesso?
Il PPD dovrebbe dunque rinunciare a un seggio in Consiglio nazionale. Ma anche Christoph Blocher dovrà essere pronto a concessioni: “La concordanza richiede la volontà al compromesso e la capacità di trovare soluzioni condivise.”
Per il Blick sarebbe però un’illusione pensare che Blocher si lasci imbrigliare dalla collegialità del governo. Il quotidiano passa perciò la palla ai partiti di centro, i quali si dovrebbero chiedere con chi possono governare. “Con il PS o con Blocher?”
Sulla stessa linea la Basler Zeitung. La richiesta di un secondo seggio in governo da parte dell’UDC “è logica e coerente.” Per la Berner Zeitung, il partito vincente ha anche il diritto di indicare il suo candidato preferito.
Alcuni dubbi esprime il bernese Bund. Lo stile utilizzato dall’UDC domenica sera, “al limite del ricatto”, non farebbe ben sperare nella volontà del partito di trovare soluzioni nell’interesse del paese.
I romandi fanno i conti con Blocher
Per il romando Le Temps, il voto di domenica dimostra senza possibilità di appello il desiderio di cambiamento della maggioranza degli svizzeri, “la quale non crede più che una semplice prosecuzione degli affari correnti possa risolvere i problemi”.
Più prudente 24Heures, che ricorda come l’UDC, nonostante l’innegabile trionfo, rappresenti solo un quarto dell’elettorato. I partiti di centro non dovrebbero perciò farsi troppo condizionare dalle minacce del duo Blocher-Maurer. “I partiti legati alla formula magica hanno i mezzi per adattarla, piuttosto che lasciarla implodere sotto i colpi di un diktat che è solo un bluff”.
In ogni caso, nota la Tribune de Genève, la situazione è tale che non si può pensare né a un governo di centro-destra, né a un governo di centro-sinistra, poiché escludere uno dei due partiti più forti – UDC e PS – significa rischiare un blocco del processo legislativo attraverso il ricorso sistematico al referendum.
Di opinione contraria la Liberté: “Non c’è che un sola soluzione: che uno dei poli decida di diventare una vera opposizione politica”.
Il tramonto della concordanza
Anche i quotidiani della Svizzera italiana osservano che con le elezioni politiche di domenica il sistema politico elvetico è entrato in crisi.
Il Giornale del Popolo rimane prudente sul futuro della formula magica, ma sostiene che “anche se si mantenessero per qualche tempo gli equilibri attuali, è chiaro che essi non rappresentano più la soluzione adatta per rendere questo paese governabile.”
Analogo il commento del Corriere del Ticino, che sottolinea il problema di governabilità scaturito dalle urne. In un secondo articolo di prima pagina, il quotidiano mette in risalto l’anomalia ticinese, dove il Partito liberale radicale non solo ha tenuto, ma ha conquistato un terzo seggio in Consiglio nazionale e dove l’UDC non ha fatto un balzo in avanti paragonabile a quello di altri cantoni.
swissinfo, Andrea Tognina
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